Un antico luogo di lavoro – Dagli anni Trenta, quando cioè fu riscoperto grazie al fiuto di alcuni archeologi e catalogato come fornace da calce di origine romana, l'edificio travedonese, in località "Faraona", attende di avere il posto che gli spetta tra i beni tutelati e valorizzati del territorio comunale.
Un monumento senza particolari pregi artistici ma con una decisa impronta documentale che riguarda i luoghi "dove si lavorava". I corsi e ricorsi della storia, bizzarramente, non hanno infatti intaccato la vocazione produttiva del territorio su cui sorge la fornace: ancora dopo duemila anni lì vicino si estrae la materia prima per il cemento. L'edificio è interessante perché, dagli scavi, è emersa una discreta quantità di opere murarie, e con esse, il fascino inesauribile delle rovine.
Un museo all'aperto – Andrea Colombo, neoeletto sindaco di Travedona Monate, confessa di stare pensando ad una valorizzazione di tutta quella zona del territorio comunale, secondo un progetto di musealizzazione e riqualificazione ambientale dell'area ai margini della cava di proprietà Holcim Italia S.p.A, che risale al biennio 2007-2008.
L'ambizione è quella di farne un museo all'aperto, inserito in un percorso che lo collochi in quella catena di lavoro che storicamente lega antichi e nuovi luoghi produttivi e minerari.
Il problema, non taciuto, è la mancanza assoluta di fondi. Da qui la questione ancora aperta del reperimento di sponsor interessati a finanziare il progetto.
Fasi costruttive differenti – La fornace da calce fu attiva nel periodo romano ma, dopo il suo spegnimento, se ne persero le tracce fino agli anni Venti del secolo scorso,
quando tutta l'area fu pesantemente compromessa nel corso dei lavori di scavo per la costruzione di una strada d'accesso alle nuove fornaci moderne.
La fase più recente delle indagini risale al decennio tra il 1998 e 2008: in questo periodo sono stati fatti grandi passi avanti nella ricostruzione stratigrafica e nella conoscenza dell'età e dell'evoluzione costruttiva dell'edificio. Si constatò anche che le strutture murarie, che potevano apparire simili in prima analisi, in verità erano caratterizzate da tre diverse tipologie costruttive: segno di una trasformazione dell'impianto architettonico dell'edificio che si è evoluto ed è cambiato nel tempo, fino al momento in cui, abbandonato, venne ricoperto dalla vegetazione.