Creatività e riuso degli scarti industriali. Questo è il motto del Centro Re Mida, allestito al Chiostro di Voltorre: nel giro di una manciata di mesi l'antico monastero benedettino è stato rivoluzionato da un dedalo di corridoi, di piani-lavoro e di laboratori finalizzati alla trasformazione degli scarti industriali in risorse e, dunque, in opportunità.
Si tratta, per chi ha visitato la sede, di un progetto culturale, di una rivoluzione ancora agli albori, che nasce da un'idea semplice e, al tempo stesso, ambiziosa: quella di puntare sullo sviluppo sostenibile e sul riuso dei materiali di scarto. Certo, l'adattamento agli spazi del Chiostro non è semplice e il senso di iato con quanto si è fatto, organizzato e visto sino ad ora – in fatto di mostre e di proposte culturali – è molto forte.
Ma quale potrà essere il futuro, nella piccola frazione di Voltorre, per un progetto che ha visto la sua stessa ragion d'essere e la sua genesi a Reggio Emilia? Quale convivenza e collaborazione si potranno instaurare con le altre realtà culturali del territorio? Come mantenere – e presumibilmente – incrementare l'afflusso di visitatori? A queste e a molte altre domande ha risposto Marco Quilici, ospite dei nostri studi: "Abbiamo recentemente presentato un'ipotesi per il bando "Progetti Emblematici Minori" della Fondazione Comunitaria del Varesotto. In futuro, il nostro centro di creatività e di riuso dovrà imparare a camminare con le proprie gambe, diventando sostenibile anche dal punto di vista economico e finanziario".