I libri di storia raccontano che dopo l'età della pietra e del rame l'uomo inventò il bronzo. Si tratta di una lega di piombo e stagno, fusi in forni primitivi, in crogiuoli in pietra, che le fonti archeologiche spesso portano alla luce. Ma cosa significò, da un punto di vista sociale, questa invenzione?
La storia della metallurgia in archeologia è un qualcosa ancora in divenire, che solo negli ultimi decenni sta assumendo una importanza fondamentale, anche da un punto di vista tecnologico. Il valore dell'oggetto in metallo non si ferma solo alla sua bellezza estetica – si pensi ai bronzi di Riace-, ma si va più a fondo, con particolare attenzione agli aspetti più propriamente tecnici, come la lavorazione, il recupero delle materie prime. Tutti dati che, in un discorso di archeologia globale, permettono di ricostruire uno scenario molto più ampio.
Nel Varesotto la scoperta più sensazionale dell'Età del
Bronzo è senza dubbio data dagli schinieri della Malpensa, scoperti nel 1977 e ora in mostra al Museo Archeologico di Arsago Seprio. Due oggetti parlanti, perché legati ad una nuova figura della società dell'età del Bronzo, il guerriero, e densi di valori simbolici.
Perché nel corso dell'età del Bronzo nelle nostre zone avviene una svolta importante, ovvero la nascita di una aristocrazia guerriera. Il passaggio è semplice: il metallo permette di creare armi più resistenti di quelle in pietra (materiale che non viene del tutto abbandonato), come spade e pugnali. Chi possiede le armi può difendere i più deboli, e in generale la propria comunità acquisendo così all'interno della stessa un ruolo di prestigio.
Ecco spiegato quindi l'importanza degli schinieri della Malpensa, che appartenevano ad un guerriero. Oggetti densi di un significato simbolico, per via della decorazione, due ruote con raggi, che probabilmente simboleggiano il sole.
Ma che dire del fabbro? Una nuova professione che nasce all'interno della società, di grande importanza. Non è un caso che in molte culture esista addirittura un dio fabbro, come Efesto nel mondo greco. L'archeologia spesso è un'altra fonte utile a raccontare dei fabbri, basti pensare al ripostiglio di Cermenate, nel comasco, in cui sono conservate le matrici della fusione, asce e coltelli.