Ogni simbolo per sua natura racchiude in sé una componente di mistero.
Una struttura essenziale come il quadrato è stata nel corso dei secoli usata dall'uomo come elemento scientifico e matematico, ma anche come forma attorno alla quale si sono costruite teorie simboliche e a volte leggendarie, sino a considerarlo un vero e proprio segno comunicativo di un linguaggio.
A Milano, la Galleria A Arte Studio Invernizzi dedica a Carlo Ciussi, a un anno dalla sua scomparsa, un'importante riconoscimento con una mostra dal titolo "Gli alfabeti dell'inconoscibile", evidenziando una distinta collocazione delle opere.
Al piano superiore, compaiono lavori realizzati nel 2011, nella seconda sala vi sono opere risalenti agli anni '60.
Lo spazio del piano superiore accoglie opere tridimensionali eseguite in un periodo che va dagli inizi alla metà anni '90.
Forse è importante iniziare la lettura del percorso espositivo dalle opere totemiche, percorse su tutta la superficie, da un pulsare smanioso di segni.
Quelle linee spezzate paiono volersi scagliare oltre il piano nel quale sono state costrette, a dire dell'infinita potenzialità segnico- primordiale insita nell'artista.
Dopo di che, altre opere rivelano, attraverso la forma del quadrato, una razionale serialità.
Sono quadrati definiti da differenti cadenze di colore, con armonizzati al loro interno quei segni apparsi nelle strutture tridimensionali, quasi come se l'artista si fosse imposto di attualizzarli.
Infine, in una delle più belle opere esposte, del quadrato rimane solo l'impronta attorniata da tracce minime: un alfabeto frantumato, a disposizione di chi intende osare oltre il visibile.
Carlo Ciussi – "Gli alfabeti dell'inconoscibile"
Milano, A Arte Studio Invernizzi, via Scarlatti 12
Fino al 2 maggio
Orari: lunedì-venerdì dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00