Quanto è facile il male – Giovedì 26 protagonista sul palco della Cooperativa Belforte di Varese (con replica a Venegono Superiore il 27) sarà "Monologo sul Male", uno spettacolo di teatro danza di Mariangela Martino, con le coreografie di Elena Varesi e la regia di Ramona Fasulo.
Il testo è tratto in parte da "La banalità del male" di Hannah Arendt, testo scritto dopo che la filosofa, di origini ebree-tedesche, assistette al processo ad Otto Adolf Eichmann, svoltosi a Gerusalemme nel 1961.
In quell’anno il tenente colonnello nazista, che fu giudicato responsabile della deportazione degli ebrei nei lager europei, fu condannato a morte per crimini contro l’umanità.
Dal processo appare una vicenda in cui l’essere umano esce sconfitto, freddo calcolatore capace di portare a termine un compito tremendo con razionale lucidità.
Teatro-danza per la coscienza – La Arendt da quell’esperienza trasse un’idea precisa dell’Olocausto, manifestazione di un male banale: lo stesso Eichmann si dimostrò non essere un assassino o un pazzo, ma un semplice criminale, capace fino in fondo di portare a termine il compito assegnatogli, senza che la sua coscienza tradisse nessun moto di rivolta.
Eichmann agì paradossalmente come una persona senza idee proprie, con una coscienza obnubilata e senza un chiaro senso di ciò che stava facendo.
Trasportò verso la morte milioni di persone, con zelo ed efficienza.
Il testo, che viene proposto in forma di teatro-danza, si arricchisce dunque di un linguaggio multidisciplinare per ampliare l’effetto comunicativo sul pubblico.
E accompagna gli spettatori attraverso la coscienza di Eichmann, capace di portare l’uomo nella direzione contraria al bene, con la facilità con cui si va al lavoro la mattina.
Il teatro-danza per rappresentare un testo fondamentale delle scrittrice e filosofa ebrea e raccontare i giorni del Nazismo e del Genocidio Ebraico, alla ricerca di risposte sul perché di una tragedia.