Uno sguardo al passato – Abituati a vedere esposte le opere di artisti contemporanei, ci sorprende scoprire che la Sala del cortiletto di piazza S.Maria ospiti un'importante antologica postuma. In mostra dal 4 al 17 dicembre le opere di Giovanni Giavini (1899 – 1973), artista bustese protagonista della stagione artistica cittadina dei primi decenni del novecento. Alla sua figura fu dedicata negli anni novanta una mostra a Palazzo Marliani Cicogna, proprio con l'intento di far riscoprire al pubblico questo pittore un po' dimenticato, ma di indiscusso valore.
Quando a Busto c'era la Biennale – Ricordato come personaggio discreto e riservato, Giovanni Giavini partecipò in maniera attiva alla vita artistica bustocca di
inizio secolo: avviato sin da giovane allo studio del disegno e della pittura, avendo avuto come maestro Marcello Odilone, Giavini fece il suo debutto nel 1925 alla "I Mostra Bustese di pittura" insieme a Angelo Bottigelli, Angela Lualdi, Ambrogio Riganti. Seguì la partecipazione alla I e alla II "Mostra biennale degli artisti bustesi", rispettivamente del 1928 e del 1930. Tra il '37 e il '38 si unì al gruppo dei Liberi Artisti Bustesi con Bottigelli, Somasca, Waifron, Rebesco, Alberti, De Bernardi.
dove ebbe modo di lasciarsi rapire dallo stile impressionista che, una volta tornato a casa, sperimentava personalmente attraverso la pittura en plein air sulle sponde del Ticino o sul mare di Liguria.
Piccole vedute poetiche – In mostra è possibile ammirare la varietà della sua produzione, dai disegni a matita e sanguigna con studi anatomici alle opere della maturità. Incuriosisce l'uso del formato piccolo o addirittura molto piccolo, in cui sono racchiuse minuscole vedute, intime scene d'interni, piccoli eppure così intensi ritratti femminili. "La sua pittura parla da sé, nel suo poetico ed appassionato naturalismo, rivelando un temperamento d'artista semplice e discreto, onesto e coerente fino in fondo nel palesare la propria visione poetica" ha scritto di lui Giuseppe Pacciarotti. Un'artista forse un po'dimenticato che merita di essere riscoperto e a cui questa mostra rende degno omaggio.