Scopriamo insieme a Fiorella Limido le fasi del restauro recentemente avvenuto su un dipinto a fresco d'importanti dimensioni: 155×150 centimetri, in una cascina privata ristrutturata.
Fiorella dove si trova e cosa rappresenta il dipinto?
"Me ne avevano parlato da tempo – un affresco del 1500 – e mi sono messa sulle sue tracce, finchè l'ho trovato: il dipinto si trova sul muro di una cascina ristrutturata nel centro storico di Gurone di Malnate. A prima vista i colori erano molto sbiaditi, anche se il disegno ben visibile. La mano di colui che lo aveva eseguito era sanz'altro felice per la qualità della composizione, le posture dei personaggi, e la cura dei drappeggi. Rappresenta la Madonna in trono col Bambino e Santa Caterina d'Alessandria, riconoscibile per la corona sul capo, la palma e un libro in mano. La sfida era restituirgli una dignità, nell'ambito del portico che lo ospita e questa è stata, anche, la volontà del suo proprietario".
Quale situazione hai trovato e quali difficoltà hai dovuto affrontare?
"Fortunatamente il dipinto a fresco è collocato su una parete esterna, ma protetto da un porticato pertanto presentava un discreto stato di conservazione, relativamente al supporto murario e alla sua struttura. Non si poteva dire la stessa cosa riguardo la pellicola pittorica: opaca con molte parti poco leggibili, alcune quasi completamente scomparse. Inoltre, vi erano diverse stuccature, alcuni chiodi inseriti inspiegabilmente nell'affresco e degli avvallamenti che rendevano non perfettamente piana la superficie pittorica; oltre a graffi e ammaccature segno di azioni meccaniche che l'opera aveva subito nel tempo. Pertanto, dovevo procedere dapprima alla pulitura, poi alla valutazione dei problemi che ho detto e infine, procedere al ritocco pittorico ad acquarello sull'intera superficie del dipinto".
Un procedimento di lavoro piuttosto complesso e lungo, quale fase ti ha coinvolta di più e ti ha serbato sorprese o difficoltà inaspettate?
"Mi sono appassionata fin da subito al lavoro: con la pulitura ho scoperto che i colori erano solidi. Pertanto quelli che vedevo erano quelli originali, così come le tracce evidenti del disegno preparatorio dell'affresco, ben riconoscibili in diverse parti, in particolare sul corpo del bambino, che mi sono premurata di conservare. La fase del ritocco pittorico, reso con la tecnica del rigatino con colori ad acquarello, è stata quella che ha richiesto molta attenzione, pazienza e interrogativi sul come intervenire. Il lembo del manto di Santa Caterina ad esempio, il definirne esattamente il perimetro in alcune parti dell'affresco in cui era molto deteriorato è stato un problema, che ho risolto con l'aiuto di lente d'ingrandimento e tanta pazienza, scoprendo piccole scaglie di colore, che mi hanno aiutata a disegnarlo; anche i volti delle figure da ricreare ex-novo in base alle
lievi linee del disegno visibili, mi hanno creato delle difficoltà, che hanno reso maggiore la soddisfazione a lavoro ultimato".
Quanto tempo hai impiegato per portare a termine il restauro?
"Ho dedicato circa due mesi di tempo senza contare la fase preliminare di ricerca e studio, ma sono molto soddisfatta, perché seppur stancante è stato un lavoro pieno di fascino, di mistero e di soddisfazione: come l'avevo visto, mi ero detta – Questo lavoro lo devo fare io!- Ed, io lo direi ancora!".