Lecco – Oltre 90 opere di autori quali Giovanni Segantini, Angelo Morbelli, Emilio Longoni, Giuseppe Pellizza da Volpedo documentano la situazione artistica italiana tra Ottocento e Novecento, tra verismo sociale e simbolismo. La mostra è il primo appuntamento di un ciclo di cinque esposizioni, dal titolo Percorsi nel Novecento, che fino a novembre 2024, indagheranno la scena culturale italiana nelle prime sei decadi del XX secolo.
L’esposizione, intitolata Poetiche. Quotidiano e immaginario nell’arte italiana tra Ottocento e Novecento è allestita nelle sedi di palazzo delle Paure e a Villa Manzoni e rimarrà in programma sino al 20 novembre.
Pur partendo dall’analisi dei linguaggi pittorici, venono approfondite anche altre forme artistiche, con un occhio attento alla situazione storica e sociale dell’epoca. Le mostre in programma, che seguiranno una scansione cronologica capace di collegare la fine dell’Ottocento agli anni Sessanta del secolo scorso, sono costruite con un taglio didattico e divulgativo.
Poetiche. Quotidiano e immaginario nell’arte italiana tra Ottocento e Novecento, curata da Simona Bartolena, prodotta e realizzata da ViDi – Visit Different, in collaborazione con il Comune di Lecco e il Sistema Museale Urbano Lecchese, racconta un momento di transizione nell’arte italiana, a cavallo dei due secoli, tra verismo sociale, Divisionismo e Simbolismo, attraverso opere di autori che si sono interessati tanto alla questione sociale e alla tematica del quotidiano, quanto all’immaginario simbolista. Accanto agli artisti più noti, i lavori di altri meno celebrati, provenienti da importanti musei ed enti pubblici e privati, come il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano che presta undici opere, due delle quali oggetto di un attento restauro per l’occasione, il Museo Borgogna di Vercelli, la Wolfsoniana di Genova, il Museo di Palazzo Foresti di Carpi, Il Museo della Permanente di Milano e le collezioni di Bper e Banca Popolare di Milano e da numerose collezioni private di tutta Italia.
“Il primo passo in un percorso dedicato all’arte del Novecento – afferma Simona Bartolena – non può che essere ancora nel territorio del secolo precedente. Gli ultimi due decenni dell’Ottocento, infatti, sono stati l’indispensabile anticamera delle novità che hanno poi caratterizzato gli anni successivi. Questa mostra, dunque, oltre a offrire motivi di riflessione su un periodo molto interessante e ricco di cambiamenti, apre anche la strada alla serie di mostre previste per il 2023-2024, tutte dedicate alla scena artistica e culturale italiana della prima metà del XX secolo. Poetiche – prosegue la curatrice – osserva e racconta il passaggio tra i due secoli in tutta la sua complessità, analizzando attraverso più di novanta opere d’arte di artisti straordinari (da Previati a Segantini, da Pellizza a Mancini, da Nomellini a Bistolfi) anche la situazione sociale, economica e politica dell’Italia postunitaria, in un momento di progresso e crescita ma anche di evidenti difficoltà e fragilità, soprattutto dal punto di vista sociale. Il taglio che ho cercato di dare a questa esposizione è dunque, come di consueto, molto narrativo. Le opere sono tutte commentate da brevi didascalie e il percorso di mostra segue un racconto che dall’arte apre l’orizzonte alla situazione italiana del tempo. Dopo la serie di mostre dedicate all’Ottocento italiano che ho avuto l’onore e il piacere di curare nelle sale di Palazzo della Paure in questi ultimi anni, sono ben felice di poter cominciare questo percorso nei primi 60 anni del XX secolo: un grosso impegno, ma sicuramente un’occasione davvero stimolante per una studiosa che, come me, reputa la divulgazione un fattore indispensabile della propria professione”.
La mostra prende in considerazione l’arte italiana della seconda metà dell’Ottocento, quando cioè conosce un più profondo interesse per la questione sociale, dovuto sia alla diffusione delle tesi socialiste, sia alla nuova situazione socioeconomica del Paese, che offriva importanti motivi di riflessione. È in questo periodo che nascono le prime organizzazioni dei lavoratori, si preparano i primi scioperi e si verificano violente insurrezioni contadine. Parallelamente, muta anche lo sguardo degli artisti che descrivono il soggetto spesso con impietosa oggettività senza alcun compiacimento o edulcorazione, con un’attitudine prossima al Verismo, così com’era accaduto anche in letteratura. Al contempo, si diffonde la tendenza a un approccio spirituale alla creazione artistica, quasi nel disperato bisogno di risposte e con la necessità di un’intima riflessione e di un dialogo con il divino. Questo aspetto trascendente, di ambito simbolista, è protagonista della ricerca di molti artisti, la cui produzione resta spesso in bilico tra i due mondi: quello del verismo sociale e quello della visione, come se rappresentassero due espressioni di un unico momento.
Il percorso espositivo si apre al Palazzo delle Paure, prendendo in considerazione il tema sociale, tra pittura di genere e interesse politico, attraverso dipinti di Michele Cammarano, Vincenzo Gemito, Teofilo Patini, Francesco Michetti, Antonio Mancini, Angelo Morbelli e altri.
Il lavoro, colto nei suoi più diversi aspetti è al centro dell’analisi di autori quali Giovanni Sottocornola, Carlo Fornara, Plinio Nomellini e Ambrogio Alciati, la cui tecnica si avvicina a quella divisionista. L’attenzione degli artisti di fine Ottocento si allontana progressivamente dal mondo reale, e si sposta verso gli aspetti più onirici e immaginifici. Come succede con la pittura di paesaggio, affrontata, soprattutto in ambito divisionista, con toni sempre più visionari, come nelle opere di Angelo Morbelli, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Emilio Longoni, Vittore Grubicy, Giovanni Sottocornola, ma anche di artisti meno noti, quali Benvenuto Benvenuti e Sexto Canegallo.
Un’ampia sezione è inoltre dedicata ai sogni e alle visioni, tra simbolismo e allegoria, dove Giovanni Segantini, Gaetano Previati, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Leonardo Bistolfi, Plinio Nomellini, Giorgio Kienerk, Luigi Russolo, Jules Van Biesbroeck, Adolfo Wildt e molti altri accompagnano il visitatore fino a tendenze già novecentesche, tra Simbolismo e Liberty.
Il percorso si completa nelle sale di Villa Manzoni con una serie di opere ispirate al tema della vita nei campi, tra denuncia sociale, malinconia per una realtà in profondo mutamento e immaginario idilliaco, ritratta dai pittori Emilio Longoni, Emilio Gola, Baldassarre Longoni, Achille Tominetti e Arturo Rietti, che dialogano con i dipinti della collezione permanente del Museo Civico di Lecco.
Sarà possibile visitare la mostra con la curatrice che, una volta al mese, terrà speciali incontri. Come da programma le date saranno: oggi, 13 luglio; mercoledì 31 agosto; giovedì 15 settembre alle 16. Sabato 8 ottobre e mercoledì 9 novembre alle 10.30.
Per informazioni e prenotazioni prenotazionimostrapoetiche@gmail.com
Quotidiano e immaginario nell’arte italiana tra Ottocento e Novecento è visitabile nei seguenti orari: martedì 10 – 14; da mercoledì a domenica 10 – 18.