Luis BacalovLa voce della sua musica – “Sono senza voce questa sera”. Ha esordito così, giovedì alla terrazza del Monte Sasso del Ferro, il pianista di fama internazionale Luis Bacalov. Eppure la sua voce si è sentita, e bene. E’ stato il pianoforte a sprigionarla. A Bacalov è bastato giocare con i suoi tasti, a volte accarezzandoli – a volte premendoli con forza, per esprimere tutto sé stesso. La sua energia, la sua indiscutibile bravura, la sua passione spasmodica per la musica. Un amore che si ascolta e si vede. Si percepisce da ogni suo gesto. Perché Bacalov il pianoforte non lo suona soltanto, ma lo avvolge. Lo fa con il calore delle sue mani e con il corpo intero. Ricurvo su quei tasti, sembra cercare una totale fusione con lo strumento, per essere un tutt’uno con esso. Nota dopo nota, il pianista ha raccontato una storia che sa di latino, di calore, di emozione. La storia del Tango. Una storia che è anche la sua storia, perché Bacalov è nato a Buenos Aires e il fervore della musica latina gli scorre nelle vene, gli pulsa nel cuore.

 

Luis BacalovLa voce dalle sue labbra Voce forte quella della musica, voce sottile quelle della sua bocca. Bacalov non ha parlato molto ma ogni sua parola ha saputo esprimere quel sentimento grande che, attraverso la musica, il pianista riesce a trasmettere – come per magia. Ha preferito fermarsi, saltuariamente, per spiegare al pubblico il significato di ogni brano e il perché lo avesse scelto. Ha preferito raccontare aneddoti e particolarità di ogni artista del quale abbia scelto un brano. E così, facendo sorridere la platea, ha descritto una delle sue discussioni mai chiuse con il grande Ennio Morricone. “‹‹Indagine››, il brano scelto per il successo cinematografico ‹‹Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto››, a mio parere è un tango” – ha affermato Bacalov – “ma, da 40 anni, Morricone si ostina ad affermare che si tratti di una marcia. Sarà pure una marcia, rispondo io, ma è anche un tango”.

 

Il tango. Definizione – Il tango secondo Bacalov parte da Ignacio Cervantes, per passare da Carlos Gardel, dall’etnico Atahualpa Yapanqui e da Angel Villoldo. Di questo artista Bacalov propone il brano “El choclo” – la pannocchia. Un ritmo veloce e allegro perché, come ha voluto precisare il pianista, secondo Villoldo il tango non deve essere per forza malinconico ma, anzi, deve sprigionare vita ed energia. E poi la volta di Ennio Morricone e di Astor Piazzolla, senza dimenticare due brani autobiografici. La serata non può certo concludersi senza l’indimenticabile colonna sonora de “Il Postino” che, a Bacalov, ha permesso di vincere il Premio Oscar nel 1995.

 

Biografia – Luis Bacalov, nato a Buenos Aires, inizia la sua formazione musicale all’età di cinque anni, studiando pianoforte con Enrique Baremboim continuando poi con Berta Sujovolsky. Incomincia ben presto l’attività concertistica in Argentina come solista e – in duo – con il violinista Alberto Lisy, nonché in gruppi di musica da camera. Fa ricerche sul folklore musicale di varie nazioni sudamericane, lavorando in questa disciplina con la radio e la televisione colombiane. Il Italia e in Francia, a partire dagli Anni Sessanta, è molto attivo come compositore per il cinema. Tra gli innumerevoli film per i quali ha composto la colonna sonora, ricordiamo “Il Vangelo secondo Matteo” del 1964 e “Milano Calibro 9” del 1972. Verso la fine degli Anni Settanta, collabora con il grande Fellini per le musiche di “Città delle donne”. A coronare la sua carriera, nel 1995, il Premio Oscar per la colonna sonora del capolavoro “Il Postino”.

 

Luis Bacalov, pianista di fama internazionale, incanta il pubblico sulla suggestiva terrazza del Monte Sasso del Ferro con un concerto che vuole ripercorre la storia del Tango.