Il viaggio di Raffaele – Cordiale, come ogni buon uomo del sud, e con una gran voglia di fare. Raffaele Penna ha aperto le porte del suo studio a Barasso e ci ha lasciato curiosare tra i suoi lavori. Un lungo incontro durante il quale ci ha raccontato i motivi della sua arte e la nascita di questa passione che coltiva da più di trent'anni. Un ambiente disordinato, un disordine dettato dalla necessità di avere spazio dove creare in libertà, senza doversi fermare. Pezzi di stoffe (lino grezzo), ovatta, feltro, telai vuoti e fili per cucire. Si respira un'aria da officina. Come una moderna bottega in cui si producono freneticamente oggetti di ogni tipo.
Il 'viaggio' di Raffaele nasce molti anni fa, nella sua terra natia. "L'amore per la pittura è nato in modo casuale" spiega Penna "facevo delle ripetizioni a scuola e ho dovuto seguire dei ragazzi in disegno, da lì non sono mai più riuscito ad abbandonare questa passione che cresce ogni giorno di piuù". Da quei tempi, dalla sua Puglia, di anni ne sono passati molti, ma quello che non è mai cambiato è proprio l'interesse nei confronti dell'arte, che cresce sempre più. Dapprima vicino alla pittura il suo percorso l'ha poi portato a maturare un linguaggio assolutamente autonomo.
Orizzonti passati – Inizialmente vicino alla natura, l'artista raccoglieva nei boschi dei rami che poi rivestiva con tele che cuciva a mano, una volta pronti li riesponeva donando a quest'elemento inerte una nuova vita.
Ma si trovò presto a lasciare questi elementi per dialogare con il ricordo a tornare sui suoi passi recuperando le atmosfere pugliesi. "Il volo delle rondini è un soggetto a me molto caro" spiega Penna, "si può dire che siamo cresciuti tra questi uccelli, correvano con noi e adesso sono diventati protagoniste delle mie opere". Abituato alle grandi dimensioni l'artista costruisce le sue tele in base allo spazio in cui saranno esposte "vedere prima dove andranno i miei lavori è fondamentale", continua Penna, "dopo che sono stato in una galleria o in un museo elaboro la soluzione migliore e mi metto a creare le opere, non si può fare il contrario; l'ambiente è fondamentale, anche perchè si tratta di lavori grandi di 4 o 5 metri a volte".
Il coraggio – Una volta studiato lo spazio l'artista inizia ad elaborare graficamente l'idea e si prepara delle vere e proprie bozze che sono la base per elaborare poi l'opera definitiva. Le singole parti dei suoi lavori sono successivamente assemblate grazie alle cuciture realizzate dalla moglie dell'artista che è più pratica e veloce di lui con la macchina da cucire "è una brava sarta" dice Penna sorridendo. Molto aggiornato anche sull'attualità e dotato di coraggio, l'artista ha deciso di dire la sua su un problema attualissimo. "Mi piacerebbe riuscire a creare un'opera dedicata ai cosiddetti 'clandestini'" spiega Penna, "i nuovi profugi che arrivano – se arrivano – in Italia in condizioni pessime.
Vorrei realizzare questa grande zattera con questi brandelli che raffigurano gli uomini trasportati e collocarla nel centro di un'importante città. Tutti dobbiamo riflettere, è una situazione insostenibile, sono stufo di assistere a scene del genere".
Mosso da una grande voglia di comunicare l'artista rivela il segreto che si cela dietro alle sue opere "ogni lavoro gode di una particolare energia, ho tanta energia ed è questo che metto nella mia arte".