Nato in provincia di Varese nel 1950, Renato Bonardi inizia la carriera artistica come grafico di trademark e grafico umorista, collaborando con quotidiani locali. Come illustratore collabora con le Edizioni Salviati di Milano e Loescher di Torino. Si dedica alla pittura e alla scultura, frequenta vari laboratori artistici anche all’estero, sviluppando la propria ricerca tematica attorno alla simbologia del tempo, dei numeri e delle lettere. Approfondisce l’immagine del libro-testo-scrittura-lettera, indagando sulla possibilità di una interpretazione figurativo-concettuale, utilizzando tra i materiali la pietra di Vicenza, il ferro, la ceramica, il bronzo. Un suo libro d’artista, Ed. La Diane Française, è presente alla Bibliotèque L. Nucera di Nizza e alla Bibliotèque National di Parigi.

 

Questa mostra organizzata dall’Atelier Capricorno e curata da Debora Ferrari, dove sono esposti acquerelli, ceramiche per lo più provenienti dalle Ceramiche Ibis di Cunardo, sculture in bronzo, ferro, legno e pietra, poesie “ci aiuta a ripercorrere le tappe fondamentali della sua visione materica, della sua capacità di inventare mondi, di farli nascere con precise regole e contesti per poter essere abitati da noi” (Debora Ferrari).

Bonardi sembra voler imprimere in tutte le sue sperimentazioni una poetica del segno che riprende, interpreta e scompone fino a cogliere l’essenza dell’esistenza attraverso una lettera o un numero.

 

Anny Ferrario, artista e presidente dell’Atelier Capricorno, ci racconta che la retrospettiva su Bonardi inaugura l’anno espositivo dell’associazione che organizza mostre collettive e personali, laboratori e corsi. Ogni anno l’attività inizia con una mostra dedicata ad un amico. E ci comunica proprio quanto Renato Bonardi fosse un amico, una persona gentilissima, modesta e interessata a qualsiasi forma d’arte.

 

La moglie Carla, ci parla del marito attraverso i suoi libri, le sue opere grafiche e le sue vignette che spesso realizzava per amici. “Per mio marito tutto era fonte d’ispirazione e quando camminavamo stava sempre col naso per terra perché tutto poteva diventare parte di una sua opera e trovava l’ispirazione nelle piccole cose. Pur dedicandosi ad altro viveva veramente per l’arte e quando era nel suo studio di Castronno trovava la piena realizzazione di sé e diceva: “Lavoro per vivere ma faccio arte per esistere”.

Trovava ispirazione nella lettura e soprattutto nelle opere di Italo Calvino e così ha realizzato molte grandi sculture e in particolare una serie con la pietra di Vicenza. Ha lavorato la ceramica  prima a Cunardo e poi ad Albisola Marina e a Celle Ligure. Decorava i piatti lasciando spesso la base allo stato grezzo senza togliere le sbavature del bordo e li plasmava in grès, in smalto o in refrattario con ossidi”.

Ma quello che stupisce di più sono proprio i suoi libretti che realizzava egli stesso riempiendoli di idee per quelle che sarebbero diventate le sue opere in una commistione di pittura ad acquerello, grafica, illustrazioni, oggetti di recupero in cui tutto partecipa al processo creativo e alla realizzazione finale.

 

Cristina Pesaro

 

Atelier Capricorno, via Fiume 6 – Cocquio

dal 9 al 18 marzo lun-ven-sab-dom dalle 15:00 alle 18:30