Per buona parte della torrida estate, grandi scoop di favolosi ritrovamenti si sono letteralmente rincorsi: ben cento disegni attribuiti al giovane Caravaggio che, a detta degli specialisti, a tutti possono essere attribuiti tranne che al Merisi; un favoloso tesoro rinvenuto nelle acque di Reggio Calabria, che subito si è rivelato un radiatore abbandonato sui fondali.
Insomma una serie di titoli strillati che annunciano clamorose scoperte presto tradotte in clamorose bufale.
E che soprattutto ricordano il caso più famoso di falso scoop nel settore delle arti: le celebri teste di Modigliani frettolosamente attribuite all'artista livornese, in realtà opera di un gruppo di ragazzi armati di Black&Decker.
Questa fame bulimica di rivelazioni urlate ai 4 venti e questa generale incompetenza fanno male tanto alla comunicazione quanto alla storia dell'arte che si trova intasata di miti fasulli, rischiando di dimenticare i capolavori – autentici – che si trovano nelle chiese, nelle strade e nelle piazze delle nostre città.
È questo il caso dell'Oratorio medievale di Sant'Antonio in Viconago che conserva al suo interno un ciclo di affreschi di grande pregio artistico e di evidente bellezza, alcuni dei quali attribuiti alla scuola di Bernardino Luini.
L'appuntamento per conoscere la storia di questo edificio quasi inedito è per sabato 22 settembre, a partire dalle 15.00.
Restauratori, storici dell'arte e funzionari responsabili della Soprintendenza presenteranno al pubblico le fasi di ripristino e di tutela dei preziosi dipinti dell'edificio che è anche "Monumento Nazionale".
All'Associazione "Recupero e tutela della chiesa di S. Antonio", e alla sua presidente Graziella Croci, vanno il merito e la riconoscenza per aver sostenuto, con i necessari fondi, gli interventi di restauro e soprattutto per aver incoraggiato gli studi di questo piccolo scrigno prealpino ancora da conoscere.
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