È con ogni evidenza il tema più dimenticato e assente nell'orizzonte della comunicazione culturale e del giornalismo: è il vastissimo – e negletto – settore del restauro, dei qualificati progetti e delle azioni di manutenzione, recupero, ripristino e conservazione di manufatti storici e artistici.
Rossella Bernasconi, restauratrice, e Madì Reggio, Sindaco di Golasecca, presentano i recenti lavori e i progetti di restauro indirizzati ad opere mobili e a complessi architettonici.
"È da poco terminato il restauro del dipinto su tela raffigurante la Presentazione del Bambino al Tempio – spiega Rossella Bernasconi. L'opera è collocata nella cappella dell'Immacolata, laterale alla chiesa parrocchiale. La chiesa di S. Maria Assunta è stata edificata nel 1849 e in essa, a fine Ottocento, sono state trasferite diverse opere, compreso l'altar maggiore, che si trovavano nell'antica chiesa di S. Michele. Probabilmente anche il dipinto in oggetto è stato portato nella parrocchiale, a causa dell'abbandono della chiesa antica".
"Si tratta di un dipinto a olio su tela raffigurante la Presentazione del Bambino al Tempio, con in primo piano figure che richiamano l'iconografia della Carità. La scena raffigurata si può chiamare anche Purificazione della Beata Vergine: la Madonna, come tutte le donne di
Israele, si presenta al Tempio dopo 40 giorni dal parto, con il suo bambino e con le colombe da sacrificare. L'opera è da collocare entro il XVII secolo. Le notizie storiche reperibili dalla lettura dei documenti d'archivio indicano che il dipinto era inserito nella cappella della Purificazione della Beata Vergine nelle chiesa di S. Michele. Questa cappella era stata fatta edificare dalla Confraternita dei Disciplini nel 1681. Il dipinto, che è attualmente oggetto di studio e ricerche da parte di Isabella Marelli, della Soprintendenza, è da avvicinare, per stile, alla personalità di Ercole Procaccini il Giovane, che ebbe una attività molto prolifica ed una grande bottega, dirigendo anche l'Accademia Ambrosiana a Milano".
"La qualità pittorica dell'opera – conclude la Bernasconi – è ben visibile, nonostante la pellicola pittorica abbia subito, nel corso del tempo, numerose perdite. La raffigurazione presenta una scena complessa in cui il soggetto è posto in secondo piano, con un interessante movimento di figure e di linee ed un'ambientazione che lascia vedere uno spazio aperto sulla destra. La composizione è molto articolata, con un forte gioco di chiaroscuro, in cui le forme delle figure vengono fatte emergere dal fondo, poco definito, attraverso colpi di
luce che descrivono l'anatomia e i panneggi. L'attuale intervento di restauro è stato finalizzato ad un
trattamento delle lacune in modo da riordinare il dipinto, permettendo una migliore lettura e quindi una valorizzazione generale dell'opera".
Ma il restauro del dipinto chiama, come in una catena di interventi, il più complesso lavoro di recupero e risanamento dei ruderi di San Michele: "In questi anni la gestione dei ruderi della chiesa di S. Michele, un bene culturale sottoposto a vincoli di tutela e posto all'interno di un paesaggio altrettanto significativo, si è rivelato un tema complesso da affrontare, pur se tanto appassionatamente sentito e sostenuto dalla comunità locale".
Così spiega il Sindaco di Golasecca e prosegue: "Il valore dei ruderi del S. Michele è culturalmente alto: l'edificio è testimonianza di tradizioni radicate ed espressione dell'identità propria di una comunità. Sono stati rilevati segni di degrado delle murature e degli apparati decorativi, permangono interrogativi irrisolti circa l'esistenza di sottostrutture di interesse archeologico; ma ciò che è più importante, è che si auspica un riuso dei resti dell'edificio. Il progetto per il restauro conservativo della ex Chiesa del San Michele e per il recupero del percorso storico di collegamento al Ticino, si compone di diversi lotti. Il primo lotto è riferito alla facciata e al corpo del matroneo, in modo da preservarlo da possibili crolli. Ma più in generale questo programma prevede la valorizzazione di tutti i tracciati ciclo-pedonali esistenti non solo nel Parco Lombardo della Valle del Ticino, ma anche in quello Piemontese. Una rete fitta che raggiunge l'alto Varesotto, i Laghi Maggiore e di Varese, la vicina Svizzera, creando una connessione diretta con la città di Locarno".