Milano – Sono trecentoventiquattro gli scatti fotografici che danno vita a RI-SCATTI. CHIAMAMI COL MIO NOME (ed è quanto mai giusto che questo titolo sia stato scritto con lettere maiuscole al pari di un grido) a cura di Diego Sileo, in corso al PAC, Padiglione di Arte Contemporanea.
A seguito di tre mesi di corso, sedici persone tra transgender e non binary, sia AFAB (Assufned Fermale At Birth) che AMAB (Assigned Male At Birth) in età comprese tra i venti e i sessantacinque anni hanno reso espliciti i loro differenti percorsi di affermazione di genere contestualizzandoli all’interno delle distinte sfere quotidiane.
Seguiti nel percorso formativo da fotografi professionisti, i partecipanti hanno dato vita a documentazioni utili a rendere noto al grande pubblico le loro particolari condizioni in un paese dove all’interno dell’attuale governo un nutrito numero di parlamentari con regolare cadenza discrimina con piglio dittatoriale chiunque fuoriesca dalla loro miseranda visione del mondo.
Visione avvalorata da un altro esponente appartenente alle forze armate, al quale si sta dando incomprensibile attenzione, che evidentemente deve la sua ristrettezza mentale dall’avere probabilmente indossato una divisa di alcune taglie in meno.
Le foto inoltre tendono a porre l’attenzione sul difficile percorso di affermazione di genere, sulle difficoltà incontrate durante le mutazioni del corpo, sull’assunzione di medicine, sino alle differenti terapie da seguire.
La mostra a ingresso libero, è accompagnata da un catalogo il cui ricavato della vendita sarà devoluto a sostegno dell’operato dell’Associazione per la Cultura e l’Etica Transgender e dello Sportello Trans di ALA Milano Onlus.
RI-SCATTI. CHIAMAMI COL MIO NOME – Milano – PAC, Via Palestro 14. Fino al 5 novembre
Orari: martedì-domenica 10-19,30; giovedì 10-22,30. Ingresso libero
Mauro Bianchini