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Fin dall'Età Romana, infatti, le caratteristiche del vetro ne hanno fatto la materia prima ideale per fabbricare recipienti per cibo e bevande (piatti, tazze, bicchieri, bottiglie, barattoli…). E' invece fin dalla Preistoria che il vetro è stato utilizzato per la realizzazione di gioielli.
L'occasione delle Celebrazioni del Bicentenario di Varese Città è quanto mai propizia per far conoscere al pubblico la prestigiosa collezione di vetri post classici che costituiscono la "Collezione Cagnola", della quale in origine faceva parte la famosa Diatreta donata da Guido Cagnola nel 1947 al Museo Archeologico e per ulteriormente valorizzare i reperti vitrei qui esposti. La collezione è costituita da 20 esemplari che offrono esempi dell’arte vetraria europea, dal Cinquecento all’Ottocento. I manufatti del Museo provengono da alcuni dei centri più importanti per la storia del vetro: Venezia, la Boemia e la Spagna. Il loro studio permette di poter trattare la tecnica con cui sono stati realizzati (come la soffiatura libera e a stampo), di documentare fra l’altro, alcuni aspetti dell’arredo della tavola e dell’uso durante i conviti.
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Gli oggetti esposti dialogano mirabilmente con quelli esposti permanentemente nel percorso del Museo. Per rimanere in ambito "vetri", oltre a quelli di età romana, si può scoprire il bracciale in pasta vitrea gialla, decorato a costolature e tacche (fine III-metà II sec. a. C.), proveniente da Lomnago, parte del corredo di una tomba a cremazione femminile e che a oggi risulta essere l’unico rinvenuto nella Cisalpina. Bracciali simili sono stati trovati in Germania Meridionale, Austria e Cecoslovacchia.
All'inaugurazione, svolta nella totale indifferenza dell'Amministrazione comunale uscente, hanno preso parte Daria G. Banchieri, (conservatore del Museo Civico Archeologico di Villa Mirabello), Lucina Caramella (Centro Studi Preistorici e Archeologici di Varese), Maria Grazia Diani, (valorizzazione patrimonio culturale, Regione Lombardia) e Cristina Tonini (storico del vetro).