"Tracce" a margine – Il critico Rolando Bellini e il filosofo Fabio Minazzi intervengono come ospiti d'onore all'inaugurazione della mostra "Tracce" di Ferruccio Marinosci e di Spartaco Lombardo nella doppia sede della Sangalleria e della Bottega del pittore ad Arcumeggia. Un evento che testimonia la carica vitale del borgo dipinto ma anche un momento affascinante di dialogo con il pubblico intervenuto, riunito in una delle suggestive piazze del paese che ha ascoltato, quasi fosse una lezione universitaria, le grandi idee di Bellini e Minazzi sull'arte e sulla vita.
Un discorso aperto – Così Rolando Bellini sulla rinascita del paese: "il discorso di Arcumeggia è sempre aperto, ed è una sfida. In due modi: da una parte c'è la storia del borgo che bisogna preservare e valorizzare e dall'altra c'è la sfida di Arcumeggia, che è una sfida presente, aperta, attuale. Ci possono essere dei comportamenti, delle strategie, dei codici innovativi che si possono scegliere: non più lavorare sulle superfici esterne, sui muri del paese, che sono cristallizzati e invece lavorare all'interno degli edifici, portare nel cuore del costruito questo messaggio artistico. Oppure lavorare su delle installazioni, delle presenze pluridimensionali che vivano negli spazi aperti e nel tessuto viario di Arcumeggia, strade, vicoli, piazze, terrazze e tetti. Sempre nel rispetto di quella che è la vocazione del luogo: andare oltre questo potrebbe essere un rischio".
La scommessa di riscoprire – Nel discorso si inserisce anche Fabio Minazzi, professore di Filosofia all'Università dell'Insubria: "Arcumeggia si presenta come un cantiere aperto, che ha una sua valenza storica. In questo scenario, qual'è il ruolo dell'arte? L'arte si colloca sempre tra "Geist" e "Leben" (tra "spirito", capacità creativa e "tensione della vita", dinamicità dell'esistenza) in questa mostra si sente che questo rapporto è rispettato e siamo di fronte ad autentici artisti che vivono ciò che vedono e ci fanno vedere ciò che loro vivono.
E' questo il punto importante che deve essere preso come fondamento nel ripensare Arcumeggia come un laboratorio, che si deve aprire sicuramente alla collaborazione dell'Università degli Studi dell'Insubria, che è presente sul territorio, e deve far ridecollare una storia che non merita di essere lasciata al passato perché ci proietta verso il futuro.