L'esposizione conta una quarantina di lavori (30 opere su tela e un nucleo di 12 acquerelli di cui molti mai presentati in precedenza) e costituisce dunque un punto di vista estremamente importante nell'interpretazione dell'arte meyeriana, ancora oggi in attesa di specifici studi e approfondimenti che ne possano valorizzare al meglio la straordinaria portata all'interno dello scenario della pittura ticinese e svizzera in generale.
Le influenze dell'arte italiana antica e a lui contemporanea si traducono in una purezza tecnica e tonale fatta di pennellate uniformi, armonia compositiva, allungamento delle sagome e grande attenzione alla resa luministica. Suggestioni che, nel tempo, si uniscono a quelle per un certo gusto di stampo cubista che negli anni Sessanta lo portò a realizzare una serie di opere dal forte carattere geometrico.
Negli anni successivi al trasferimento definitivo in Svizzera (nel 1966 si stabilisce a Besazio, Canton Ticino, dove resterà fino alla morte) il tema subisce nuove trasformazioni: a una stagione post-cubista e transitoria succede nei primi anni Settanta una fase più minimalista: toni scuri, contorni nitidi e concentrazione nella definizione delle sfumature cromatiche.
Anche le dimensioni delle tele subiscono sensibili variazioni attinenti al significato della rappresentazione: negli anni Ottanta piccoli dipinti dal soggetto rigoroso lasciano il posto agli ultimi grandi lavori, il riassunto di un intero percorso: forme dilatate, forti contrasti chiaroscurali, sostanza materica opaca e ombrosa quale sintomo dell'ineluttabilità di un'esistenza che stava giungendo alla sua conclusione.
Fino al 25 aprile 2015
Orari: martedì – sabato 15.00 – 18.00 e su appuntamento
Domenica, lunedì e festivi chiuso
Galleria Mosaico, via E. Bossi 32 – Chiasso