Prima che Roma divenisse Caput mundi, i territori circostanti e parte dell’urbe erano prevalentemente adibiti a pascolo e ad agricoltura.
Mentre nelle acque del Tevere si praticavano primordiali azioni di pesca.
La cultura greca con i suoi miti non era ancora diventata patrimonio di quella gente quando, ancora attorno all’anno 1000, le loro fantasie erano animate da racconti privi di presenze eroiche e mitologiche, ma unicamente narravano delle loro origini.
Questo descrive “Il grande racconto di Roma antica e dei suoi sette re” di Giulio Guidorizzi ( Il Mulino, pp. 384, Euro 38 con illustrazioni a colori).
A fondare gli inizi della città eterna è uno straniero in fuga da una guerra persa e durata dieci anni.
Chissà se anche a quel tempo vi erano sovranisti tesi a sbraitare quotidianamente fesserie?
Inizia quindi con Enea la storia di Roma e con essa l’accoglienza delle divinità greche unite alle mitologiche gesta degli eroi.
L’ufficialità storica vuole Romolo come primo re di Roma, dopo di lui altri sei sovrani le cui reggenze daranno inizio ad un susseguirsi di gesta belliche comprese tra realtà e immaginario mentre all’un tempo si concretizzavano strutture sociali, legislative, religiose e culturali.
Il testo dedica ampio spazio anche alle figure femminili partendo dal ratto delle Sabine, alla tragica vicenda della vergine vestale Tarpea, gettata da una rupe per avere aperto le porte della città ai nemici sino al coraggioso gesto di Clelia durante l’assedio portato alla città da Porsenna re degli etruschi.
Il percorso storico strutturato dall’autore scandisce il passaggio da una realtà prevalentemente pastorizia alle prime guerre di conquista che porteranno Roma ad assoggettare a sé, tutto il mondo allora conosciuto.
PROMEMORIA: i libri si acquistano in libreria.
Giulio Guidorizzi – “Il grande racconto di Roma antica e dei suoi sette re” (Il Mulino, pp.384, Euro 38)
Mauro Bianchini