Arriviamo all’immensa biblioteca del monastero di Tashilhunpo, il cuore vivo della Sacra
Terra Tibetana. L’eremo si trova a 200 Km a Ovest di Lhasa ed è stato fondato nel 1447 da Gendun Drup, il primo Dalai Lama.
Atmosfera di profonda devozione, incensi preziosi, canti sommessi, ombre benevole. Tutt’intorno alla sala centrale immensi scaffali di legno consumato, alti quasi tre piani, stipati fitti fitti. Non sono libri ma fogli arrotolati: un mondo ancora cartaceo, senza inutili sovrastrutture. I libri pesano, i fogli meno. Un sapere portatile, fatto per il viaggio.
Quando parti, se ti è possibile, salpa leggero (Martino Nicoletti ).
In una stanza lì accanto infiniti monaci pazienti copiano minuziosamente a mano la Conoscenza da più di mille anni. Solo così sono stati tramandati i sommi insegnamenti del Buddha che mostrano la natura ultima dell’esistenza umana.
Azzardo LA DOMANDA più banale ed occidentale che mi viene in mente ma ottengo una risposta spiazzante: forse un’Università indiana, soltanto sei mesi fa, per la prima volta, ha cominciato a studiare il modo per riportare i rotoli su supporto informatico. Ma Tenzin, il mio accompagnatore, non ne è così sicuro.
Ivo Stelluti