Sergio Redaelli, 59 anni, di Milano, giornalista dal 1975, ha lavorato nei quotidiani L'Avvenire, La Notte, L'Indipendente, Il Giorno e in riviste del settore enogastronomico. Collabora con Il Sole 24 Ore Business Media, Gruner & Jahr Mondadori. Ha pubblicato Tra le vigne e i castelli dell'Oltrepo Pavese con Franco Rota, Laura Mantegazza la garibaldina senza fucile con Rosa Teruzzi, Quando a Varese c'era il vino, Varese golosa, la guida enogastronomica Varesotto da gustare (primo censimento di 350 produttori tipici della provincia), la Guida della Costa Fiorita del lago Maggiore, la Guida del Sacro Monte di Varese (3 edizioni, 70 mila copie) e si occupa del sito www.sacromontevarese.net.
Tutti gli attori del caso – Con Sergio Redaelli, prolifico autore di saggi e volumi dedicati al nostro Sacro Monte e alle ricchezze enogastronomiche, oltrechè culturali del varesotto, affrontiamo alcuni dei temi più attuali riguardanti la vetta sacra di Varese. Partiamo dallo status quaestionis, attraverso la testimonianza di diverse voci. Recentemente in un'iniziativa pubblica, ospitata alle Ville Ponti, Marco Magnifico, direttore del FAI, non ha usato mezzi termini per stigmatizzare un fatto: il Sacro Monte di Varese è poco conosciuto e frequentato. Gli stessi Varesini ci vanno per pregare o per fare footing ma tutto questo non basta. Sulla stessa onda, qualche mese fa, nel nostro "Meglio-peggio 2009", la rubrica che pubblichiamo ogni fine anno sul portale, è stato sottolineato come il Sacro Monte sia il monumento più importante di Varese; l'Unesco si è accorta che è un gioiello, Varese – forse – ancora no. Redaelli, lei che cosa ne pensa di queste recenti dichiarazioni?
"Credo che Marco Magnifico abbia ragione nell'aver puntato l'indice su queste problematiche: non dobbiamo aspirare a fare del Sacro Monte di Varese una sorta di Colosseo che ogni anno è in grado di far staccare qualcosa come 5 milioni di biglietti all'anno. Vero è che una migliore gestione turistica ed una proposta meglio organizzata del patrimonio, potrebbero contribuire a rendere meglio accessibile e conosciuto il sito che è, non dimentichiamolo, patrimonio Unesco.
"Passiamo all'analisi del sito: il borgo di Santa Maria del Monte è un ex comune autonomo che, a ben vedere, ha
tutti i problemi della città, il traffico, i parcheggi, i servizi pubblici, l'ospitalità. Questa particolarità è stata messa in evidenza anche sul vostro sito sacromontevarese.net. Recentemente il dirigente dell'ufficio scolastico provinciale, Claudio Merletti ha espresso l'intenzione di "obbligare" tutte le scuole della provincia di Varese a fare almeno una gita all'anno al Sacro Monte. Dunque la conoscenza passa anche attraverso il compito informativo, ma soprattutto educativo, della scuola. Lei che cose ne pensa?"
"Credo che sia fondamentale partire dalla formazione; cominciamo dai giovani. Solo puntando ad una vera conoscenza e divulgazione, potremo affrontare anche tutti quegli annosi problemi che da anni interessano il sito sacromontino. Mi riferisco in primo luogo alla problematica dell'accessibilità e della gestione del traffico sulle pendici del monte".
"Lei spesso si è occupato di turismo nella nostra città (e al Sacro Monte) e, a tal proposito, ha pubblicato numerosi contributi. Che ne sarà di questo comparto ora che la crisi ha intaccato l'identità industriale del nostro territorio? Proviamo a tracciare anche un profilo del cosiddetto turismo culturale-religioso sulle pendici del Sacro Monte.
"Certamente non possiamo dimenticare le grandi figure di Paolo VI e di Mons. Pasquale Macchi come grande e illuminato mecenate. Né tralasciare la Casa-Museo di Lodovico Pogliaghi – attualmente bisognosa di un serio e complesso intervento di restauro e di riqualificazione – o lo straordinario valore ambientale del sito con i suoi percorsi naturalistici. Occorre far sentire e far partecipare tutte le realtà che gravitano attorno alla cima sacra, facendo interloquire tutti i protagonisti".
Di tutto questo e di molto altro ancora, abbiamo discusso con Sergio Redaelli che ci ha svelato anche le news riguardanti il 'neonato emporio' del Sacro Monte, una realtà che promette di diventare punto di riferimento e di aggregazione. Il progetto è decollato, ora occorre farlo vivere e, per questo, si cercano menti illuminate e disposte al confronto.