I pellegrini che negli ultimi mesi hanno percorso la via che porta al Sacro Monte lo hanno visto celatro dietro alle impalcature. Oggi il restauro al secondo arco del Viale delle Cappelle, dedicato a San Carlo Borromeo e che introduce ai Misteri Dolorosi, si è concluso.
La porta, meno imponente e trionfante rispetto all'Arco del Rosario che dà avvio all'intero percorso di ascesa al Monte, prende nome dalla statua di San Carlo benedicente che la sormonta, scolpita intorno al 1651 da Carlo Antonio Buono, nell'atto appunto di benedire i pellegrini di passaggio. La figura di San Carlo – cugino del cardinale Federico Borromeo, durante il cui episcopato prese avvio il progetto di realizzazione del Sacro Monte – introduce il pellegrino alla penitenza e alla meditazione sul dolore, tema centrale per la preghiera di chi giunge a questo punto della Via Sacra.
Costata 45mila euro e finanziata da Ubi Banca, la riqualificazione è stata progettata dallo Studio Redaelli e affidata a Icsa, azienda attiva nel settore del recupero conservativo di beni culturali.
L'intervento, come ha spiegato la restauratrice Cristina Antonioli, si è rivolto al recupero e al consolidamento di tutti i frammenti in procinto di distacco e al restauro della superficie decorata in pietra, compromessa dalla continua esposizione agli agenti atmosferici.
"Gli intonaci – ha illustrato – si trovavano in pessimo stato di conservazione a causa del deposito di particellato, dell'attacco biologico da parte di muschi e del degrado causato dall'umidità di risalita e di percolazione, con conseguente presenza di efflorescenze saline, sollevamenti e sgretolamento degli strati. La continua esposizione delle parti in pietra agli agenti atmosferici e al ruscellamento dell'acqua, ai cicli di gelo e disgelo, ha provocato fessurazioni, fratture e perdita di materiale, compromettendo anche la stabilità dei pezzi. In alcuni punti erano visibili anche gravi fratture con spaccature scomposte e perdita di parte del materiale già in procinto di distacco, con erosione e ossidazione degli elementi di sostegno, depositi biologici di muschi e licheni e presenza di vegetazione a contatto della pietra o tra le sigillature venute a mancare. La copertura in coppi presentava deposito di terriccio, presenza di muschi e fenomeni di gelività con fratturazione di alcuni coppi.
Il restauro conservativo della struttura ha permesso di restituire una lettura unitaria del monumento e della sua originaria decorazione.
Su tutte le superfici è stata eseguita la pulizia a secco con pennelli e gomme morbide, completando l'intervento con la raschiatura delle superfici e l'applicazione di acqua demineralizzata in sospensione con carta assorbente. Nelle zone dove l'intonaco era venuto a mancare e nelle parti dove sono stati asportate le parti ammalorate o rappezzi cementizi, si è proceduto con una prima integrazione con malta di calce idraulica naturale e con l'apposizione di reti di rinforzo, con aggiunte di pietra o laterizio e ripristino dell'intonaco. Sulle parti di intonaco rifatto è stato applicato uno strato di rasatura e su tutte le parti ad intonaco è stata poi stesa la nuova colorazione.
Le superfici in pietra sono state dapprima spolverate, eliminata la vegetazione superiore ed eseguita la pulitura con spray d'acqua a bassa pressione, si è passati al trattamento biocida e agli impacchi desalinizzati. Tutte le parti lapidee e i loro ancoraggi sono stati sottoposti a verifica e sono state eseguite le stuccature necessarie.
Per quanto riguarda le coperture è stata realizzata dapprima la verifica manuale di tutti i coppi del tettuccio e delle le lastre di sommità; successivamente è stata eseguita la sigillatura tra le lastre e la verifica dei punti critici. Il manto in coppi della copertura è stato completamente smontato, eseguito il recupero per riutilizzo dei soli coppi sani, e rimontata con integrazione di coppi nuovi, fermati uno ad uno con ganci a S in rame e inseriti i ganci fermaneve tra le prime due file".
"I segni di ammaloramento erano evidenti – ha detto l'arciprete del Sacro Monte, monsignor Erminio Villa -. Abbiamo così sollecitato un intervento e chiesto la disponibilità di uno sponsor: Ubi Banca ha risposto favorevolmente, e in meno di tre mesi si è potuto restituire ai fedeli un arco di San Carlo completamente rinnovato".
Qualche novità anche in Santuario, dove la statua lignea della Madonna dell'altar maggiore risplende grazie ad un nuovo sistema di illiminazioni.
Ma non è finita qui, perché con l'anno nuovo la parrocchia del borgo mariano enuncerà nel dettaglio il piano di manutenzioni programmate sul viale delle cappelle, serie di interventi che si pongono l'obiettivo di monitorare lo stato del patrimonio monumentale in modo da poter intervenire tempestivamente su eventuali situazioni critiche.