di Mauro Bianchini
Novara – Vi sono immagini che, pur nella loro singolarità, hanno l’identica valenza di un articolo di fondo e in alcuni casi di un saggio sociologico.
È quanto esprimono le fotografie di Piergiorgio Branzi nella mostra a lui dedicata, “Il giro dell’occhio, Fotografie 1950 – 2010” in corso presso il Castello Visconteo di Novara.
Chi anagraficamente annovera più decenni di vita scorgerà brani esistenziali entro i quali ravvisare costumi, abitudini, caratteristiche somatiche e ambienti rappresentativi di epoche ben definite.
Per le nuove generazioni, la personale di Branzi (Signa, Firenze 1928) permetterà momenti di indagine e ricerca di quanto è accaduto prima di loro.
Le 60 opere in affascinante bianco e nero sono in maggior numero da annoverare negli anni ’50, il cui ambito geografico comprende, oltre alla nostra penisola, anche un ampio arco mediterraneo.
Appare la città Mosca, dove Branzi ha vissuto per cinque anni come inviato RAI, ma anche l’amata Parigi coi suoi tetti, i personaggi colti nei bistrot ad osservare il via vai che li circonda.
Lo sguardo sensibile dell’autore rivela profondo rispetto e umana empatia anche nei confronti delle persone ritratte, è il caso del maniscalco di Matera e della Signora Ada a Firenze.
Piergiorgio Branzi – “Il giro dell’occhio, Fotografie 1950 – 2010”. Castello Visconteo, Piazza Martiri della Libertà 3. Fino al 6 settembre. Orario: martedì domenica 10-19. Biglietti: intero 8 Euro; ridotto 6 Euro.