1955 (partic.)
Si è inaugurata mercoledì allo Spazio Oberdan di Milano la mostra Salvatore Fiume. Un anticonformista del Novecento, curata dai figli dell'artista Laura e Luciano Fiume e promossa dalla Provincia di Milano in collaborazione con la Fondazione Fiume e la Galleria Artesanterasmo. Cento le opere presentate al pubblico che testimoniano i diversi campi di attività dell'artista che si dedicò non solo alla pittura, ma anche all'illustrazione, alla scenografia, alla scultura e al progetto architettonico.
Salvatore Fiume, nato in Sicilia nel 1915, dopo la formazione presso il Regio Istituto d'Arte del Libro di Urbino, si trasferì a Milano dove conobbe il critico Raffaele Carrieri e Alberto Savinio, fratello minore di Giorgio De Chirico, che furono colpiti dal carattere visionario della sua opera e da subito lo sostennero. A questi anni risale quella che è stata definita la "stagione metafisica" dell'artista, che fino al 1955 popolò molti dei suoi dipinti di figure immobili, dai tratti geometrici e stilizzati, sospese entro architetture irreali e senza tempo.
Questa la premessa, meno conosciuta, del suo percorso, a cui è dedicata la prima sala della mostra, con opere
come Ritratto della moglie del pittore del 1949 o il trittico composto da Città di statue, Via Raffaele Carrieri e Via Dino Buzzati del 1948. Sono questi i soggetti che trovarono l'apprezzamento del direttore del MoMA Alfred Baar che nel 1948 acquistò L'isola di statue per il museo newyorkese. Sono queste le opere che, cariche di ricordi della metafisica di De Chirico e Carrà, colpirono l'attenzione di Savinio, grazie al quale Fiume partecipò alla Biennale di Venezia del 1950 e iniziò a collaborare con il Teatro alla Scala, ideando le scenografie e i costumi per La vita breve di De Falla (1952), per Le creature di Prometeo di Beethoven (1952) e per Medea di Cherubini (1953).
Come sottolineato nel saggio in catalogo da Elena Pontiggia, "tutta la pittura di Fiume si muove tra due polarità contrapposte: da un lato una fisicità prorompente e incontenibile, dall'altro una sospensione del tempo e della vita. Non si possono capire a fondo le sue visioni di odalische e di geishe giapponesi, di tauromachie e di bestiari onirici, se non si riflette sull'origine di quel vitalismo": un mondo di "figure che si dispongono sulla tela come i pezzi di una scacchiera".
Le altre sale della mostra ripercorrono i principali momenti della seconda e più conosciuta polarità dell'opera di Fiume: dai dipinti e disegni raffiguranti tori e centauri, satiri e ninfe, al tema del nudo femminile, ai cicli "spagnolo" e delle "Ipotesi", ispirati alla pittura del passato.
Salvatore Fiume. Un anticonformista del Novecento
Spazio Oberdan
Viale Vittorio Veneto, 2 Milano
fino al 6 febbraio 2011
a cura di Laura e Luciano Fiume
Orari: martedì – domenica 10.00 – 19:30
martedì e giovedì fino alle 22.00; 24 e 31 dicembre 10.00 – 15.00;
chiuso il lunedì, il 25 dicembre e il 1 gennaio
Ingresso libero