Un rione per San Carlo – Gavirate e le sue numerose chiese sono una continua sorpresa d'arte e cultura. Abbiamo incontrato la giornalista Federica Lucchini ad Armino, davanti alla chiesa di San Carlo, risalente alla fine del Seicento, restaurata nel Novecento e scrigno di diversi tesori. Una dedicazione a un Santo che venne in visita in quel luogo e a cui i fedeli hanno sempre dato grande importanza. Il rione Armino è ricco di storia: il nome della frazione deriva, probabilmente, dal fatto che vicino alla chiesa sorgesse una fabbrica d'armi. Il luogo è l'antico Palazzo Besozzi, oggi proprietà privata non particolarmente valorizzata, ma che porta ancora i segni di un antico splendore, a partire dall'imponenza del portone d'ingresso o dalla maestosità della torre con colombaia che sorge lungo le antiche mura.
La chiesa – "E' uno dei reperti più antichi di Gavirate" esordisce Federica Lucchini parlando del bassorilievo che rappresenta San Rocco e Sant'Ambrogio, che si trova
Sant'Ambrogio e San Rocco (presbit.)
murato sulla parete destra della chiesa a fianco dell'altare. "Fu rinvenuto durante dei lavori di scavo nell'acquedotto antico di Armino, anch'esso dedicato a San Carlo". Vero e proprio nume tutelare del luogo il Santo Cardinale è una presenza costante nell'immaginario dei fedeli di Armino: in questo luogo infatti San Carlo si fermò spesso, celebrò matrimoni, battezzò bambini e seppellì i morti. Un'aura antica si respira tra le strade poco frequentate da macchine e persone, una lenta pace che distende l'animo e lo sguardo.
Seicento Lombardo – Oltre ai tesori d'arte e le architetture più nobili ad Armino è facile rintracciare i segni dell'antica cultura agreste: in alcune cascine che, sebbene non in stato eccellente, circondano strade sterrate che salgono verso le pendici del Campo dei Fiori, capaci di restituire quella bella atmosfera del Seicento lombardo che si respira in altri luoghi vicini, come a Casalzuigno nei dintorni di Villa Bozzolo, o nelle frazioni rurali dei diversi paesi della Valcuvia.