Una pubblicità per non dimenticare – E' di alcuni giorni fa l'iniziativa ideata dalla Cassano Magnago Servizi per far conoscere ai suoi cittadini uno dei più preziosi patrimoni artistici della città. Di fronte alla antica chiesa di San Giulio, infatti, è stato apposto un pannello che narra l'antica storia di questo edificio, che nel corso dei secoli ha cambiato più volte funzione e che in virtù di ciò vede racchiusa tra le sue mura una stratificazione davvero mirabile di storia e arte. Da luogo di culto a casa del fascio, questo monumento condensa in pochi metri quadrati l'intero passato della città e ora, grazie ai lavori di restauro, è destinato a tornare in vita e a far parlare ancora di sé.
Dalla preistoria al Seicento – I lavori di recupero degli scavi archeologici hanno predisposto una pavimentazione trasparente in cristallo, che permetterà di ammirare le antiche fondazioni, in particolare l'abside della prima chiesa, risalente almeno al sesto secolo. La chiesa deve con ogni probabilità le sue origini a San Giulio stesso, sacerdote greco vissuto nel quarto secolo, che evangelizzò l'est europeo per passare poi in Italia, in particolare nel Varesotto e nel Novarese, costruendo in tutto un centinaio di templi. Tra questi, secondo una tradizione tutt'altro che infondata, anche quello di Cassano. Il luogo di culto fu costruito sulle rovine di una precedente struttura tardo-romana, a carattere pre-cristiano, di cui sono stati rinvenuti i resti. Ma l'insediamento è certamente ancora più antico, visto che sono riemerse anche le tracce di una palificazione di età protostorica se non addirittura preistorica. Risale invece al 1289 il primo documento nel quale compare il nome dell'ex chiesa, redatto dal canonico Goffredo da Bussero, che elenca tutti i luoghi di culto della diocesi ambrosiana. Sulle rovine della chiesa altomedievale fu poi costruito in epoca rinascimentale un secondo tempio, descritto in modo puntuale e circostanziato negli atti della visita pastorale compiuta da san Carlo Borromeo nel 1570.
Il recupero dagli anni ottanta – Alla fine del Settecento, però, anche questo edificio non bastava più ad accogliere una popolazione in costante crescita. Il sogno di una nuova chiesa diventò finalmente realtà nel 1846, quando fu inaugurata l'attuale chiesa di San Giulio, mentre il millenario edificio nel 1853 fu ceduto al Comune che lo trasformò in Municipio. Nel corso degli anni successivi fu destinato ad altri scopi, tra cui casa del fascio. Il valore inestimabile di questo tesoro fu riscoperto circa vent'anni fa da due appassionati e studiosi di storia locale, Andrea Girardi e Pietro Sammartini. Ora, dopo gli scavi, restano
da recuperare gli affreschi che decorano le pareti della seconda chiesa, ben descritti negli atti della visita pastorale compiuta dal cardinale Federico Borromeo nel 1622. Si è ormai concluso il ripristino i dipinti al piano terra, attribuiti alla scuola di Bernardino Luini, compreso il pregevole affresco raffigurante la 'Decollazione di San Giovanni Battista', conservato nella sacrestia, dove nel corso dell'intervento di recupero è riemerso anche un ritratto di San Paolo ben conservato.
La storia recente – Proprio l'apostolo delle genti è stato protagonista della mostra "Sulla via di Damasco" allestita lo scorso ottobre all'interno dell'ex chiesa e che ha segnato l'inizio della nuova funzione espositiva del piano terra dell'antico tempio. Nella zona degli scavi sarà invece allestito un percorso guidato con alcuni pannelli che illustreranno la storia dell'edificio. Bisognerà invece attendere il 2010 per vedere valorizzati anche gli affreschi al piano superiore, destinato a diventare una sala conferenze con una cinquantina di posti. L'amministrazione comunale sta ora valutando la possibilità di affidare la gestione del monumento alla parrocchia di San Giulio, alla quale è appartenuto fino a un secolo e mezzo fa.