Non poggiano sull'acqua i "Barconi sull'orlo della sera d'occidente", titolo della personale di Sandro Sardella in corso allo Spazio Danseei di Olgiate Olona. Si lasciano trasportare da correnti aeree, da flussi fantastici, percorrono scie colorate sfiorate, quasi fossero nel mezzo di un continuo susseguirsi di fuochi artificiali quale festoso segno di benvenuto.
Le sagome stilizzate dei barconi, unite ai profili umani che ne increspano le estremità, rimandano alla fiabesca narrazione cinematografica di "Cantando dietro i paraventi" di Ermanno Olmi: un canto lirico sugli ostacoli e sulle speranze della vita.
Sospesi come in un sogno, quei barconi paiono negarci la loro provenienza, così come la loro meta finale. A noi è concesso di coglierli nel momento più intenso del loro tragitto, quando la tensione delle minute sagome umane presenti sulle imbarcazioni paiono tese a cogliere ogni attimo del multicolore mondo che li attende.
"Barconi sull'orlo della sera
barche d'alfabeti che ci abitano
barche che hanno fame di vento
barconi carne & sole"
Sono i primi versi della poesia di Sandro Sardella presente in catalogo, a definire l'afflato ipotetico della sua pittura: ideale, sognante, vorticosa, pulsante; del resto quei segni che descrivono le sagome umane ai bordi dei barconi, altro non sono che tracce di una proto scrittura esistenziale.
Incontrare Sandro Sardella all'inaugurazione della sua
personale, ci ha permesso di rivolgergli alcune domande.
"Da dove provengono e dove vanno i Barconi?"
"I Barconi nascono dai fatti di cronaca che, a seconda dei momenti, ci vengono propinati dai mezzi d'informazione, in questo Mediterraneo ricco di spostamenti. Detto in modo banale, i barconi, le barcarole o come si vogliono chiamare sono un po' la metafora della vita. Da quei fatti di cronaca è nata l'allegoria del viaggio che è anche un trasferimento verso paesaggi fantastici, dati dall'insieme dei colori. In mostra, ci sono due cicli; il primo, realizzato nel 2011 insieme ad una serie di lavori di formato orizzontale che ho esposto l'estate scorsa a San Francisco, è più elaborato, più grumoso, più materico, forse più pittorico.
Dopo San Francisco, dopo il festival di poesia al quale ho partecipato, ho ricominciato a lavorare con una visione verticale, forse perché vivo in una valle che mi permette un punto di vista verso l'alto. Ho usato carta da pacco con un approccio più gestuale, più veloce, mantenendo però il tema che è l'allegoria del viaggio".
"La tua pittura non si ferma alla superficie piana, ma intacca, per così dire, anche le cornici".
"La cornice diventa parte del lavoro e del viaggio; l'unica cosa in cui sono veloce è la pittura, ho l'insegnamento di Schifano e di De Pisis. Da loro ho imparato che meno spazio c'è fra lo scatto iniziale e l'esecuzione meno esiste la possibilità di ritornare su quello che hai fatto. Questo segnare veloce è la mia caratteristica: non sono un pittore, sono uno che lascia dei segni, lascia delle tracce".
"Come convivono il poeta con il pittore e il pittore con il poeta?"
"Convivono nel senso che la scrittura è la mia partenza, è il mio grande amore, mi sento un poeta come atteggiamento esistenziale. L'essere pittore è, a volte, un proseguire quello che si assorbe da tutto quello che la poesia ha già colto".
Sandro Sardella – "Barconi sull'orlo della sera d'occidente"
Olgiate Olona, Spazio Danseei, via Oriani 62
Fino al 9 marzo
Orario: dal venerdì al sabato dalle 16.00 alle 19.00
Ingresso libero