Barbara Morlacchi

Laureatasi lo scorso maggio con il massimo dei voti in Storia e Critica dell’Arte presso l’Università degli Studi di Milano, la giovane dottoressa Barbara Morlacchi ha dimostrato con la sua tesi la volontà di dedicare i propri studi all’arte del territorio, in particolare della sua città di residenza: Legnano. In occasione della laurea triennale, infatti, aveva ricostruito l’opera pittorica dei fratelli Lampugnani presente a Legnano. Ora la sua passione per l’arte moderna, con il coordinamento dei professori Fiorella Frisoni e Giulio Bora, l’ha portata ad indagare la storia, le vicende costruttive e decorative relative al Santuario di Santa Maria delle Grazie, cercando di fare ordine alle questioni spesso irrisolte nelle trattazioni della storiografia locale. Ne parliamo con lei.

Di quali aspetti ti sei occupata principalmente nell’affrontare lo studio dell’edificio?

“Scopo della tesi è stato quello di ricostruire criticamente le vicende architettoniche e decorative di questo edificio,

Santa Maria delle Grazie, cartolina del 1893che vede le sue origini sullo scorcio del Quattrocento, ma che si modifica nei secoli diventando un cantiere aperto alle nuove influenze della cultura dell’ambito milanese del primo Seicento”.
Quali fonti hai consultato?
“Partendo dagli spunti forniti dalle fonti locali, ho ritenuto fondamentale compiere un’analisi delle carte dell’Archivio Prepositurale di San Magno a Legnano. In questa sede sono infatti custoditi gran parte dei documenti relativi alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, in cui sono contenute fondamentali notizie sui dipinti ospitati all’interno del santuario. Ho avuto, inoltre, la necessità di recarmi presso l’Archivio Storico Diocesano di Milano per la consultazione e lo studio delle relazioni delle visite pastorali condotte tra la fine del XVI e il XVIII secolo nella Pieve di Legnano. All’Archivio di Stato di Milano ho inoltre esaminato alcuni importanti documenti che hanno aperto alcuni interessanti interrogativi sulla fondazione del santuario, introducendo la figura dell’architetto Francesco Maria Ricchini“.
Santa Maria della Grazie oggi

Come si inserisce la figura di Ricchini nel dibattito attributivo?

“Come è riportato da Agostino Pozzo nella Storia delle chiese di Legnano (1650), intorno al 1610 i deputati della chiesa decisero di edificare un nuovo e più grande edificio rispetto a quello tardo cinquecentesco, probabilmente al fine di ospitare al suo interno un maggior numero di fedeli provenienti dal borgo e dai territori limitrofi. Sebbene il nome del primo architetto attivo in Santa Maria delle Grazie rimanga del tutto ignoto, si è giunti alla conclusione che il progetto del 1612 possa essere imputabile all’architetto Pietro Antonio Barca. Tuttavia, il recente ritrovamento presso l’Archivio di Stato di Milano dell’atto notarile datato 1612, nel quale si legge che il priore e i deputati della chiesa elessero Francesco Maria Richini ingegnere della fabbrica, ha contribuito a mettere in discussione l’ipotesi precedente e, di conseguenza, anche la data del possibile intervento richiniano in Santa Maria delle Grazie, che le fonti fanno comunemente risalire al 1649, senza però motivare questa affermazione”.
L'interno

Per quanto riguarda invece l’apparato decorativo, è stata fatta qualche nuova attribuzione?

“La consultazione delle fonti d’archivio sopra citate ha permesso di ricomporre la storia delle cappelle, ma le ipotesi attributive sono prevalentemente derivate dall’analisi stilistica e iconografica delle tele. Nel caso del quadro Madonna col Bambino e San Gaetano, grazie ai preziosi suggerimenti della prof.ssa Fiorella Frisoni, è stato possibile avanzare per la prima volta l’attribuzione al pittore veronese Francesco Perezzoli”.
La tua tesi ha sicuramente permesso di fare dei passi avanti nello studio del santuario…
“Sì, la speranza è che nel futuro qualche paziente studioso possa trovare nuovi spunti e linee di approfondimento per arricchire ulteriormente il corpus di notizie storico-artistico inerenti alla chiesa di Santa Maria delle Grazie”.