Busto Arsizio. Nel 1984 Italo Calvino fu invitato dall’Università di Harvard a condurre le Charles Eliot Norton Poetry Lectures, un ciclo di sei conferenze che si tengono nel corso di un anno accademico. “Poetry” usato in questo contesto, sta a significare ogni forma di comunicazione poetica: letteraria, musicale, figurativa. La scelta del tema è libera.
Calvino decise di tenere i suoi incontri intorno ad alcuni valori letterari che, dal suo punto di vista, sarebbe stato necessario conservare anche nel nuovo millennio che bussava alla porta e che da sempre attraversano le narrazioni di tutti i tempi, dalla mitologia greca ai giorni nostri. Raccolse materiale per poter tenere otto lezioni, ma al momento di partire per gli Stati Uniti ne aveva scritte e completate solo cinque, pensando al titolo inglese “Six memos for the next millennium”. In queste cinque lezioni, suddivise per argomento e pubblicate postume sotto il titolo di Lezioni americane, si fa letteratura su quelli che, a detta di Calvino, sono gli elementi fondanti dello scrivere e del raccontare, universalmente validi e ancora attuali, in grado di salvare la letteratura. ”… in un’epoca in cui altri media velocissimi e di estesissimo raggio trionfano e rischiano di appiattire ogni comunicazione ad una crosta uniforme e omogenea, la funzione della letteratura è la comunicazione tra ciò che è diverso in quanto è diverso, non ottundendone bensì esaltandone la differenza, secondo la vocazione propria del linguaggio scritto.”
Un testo letterario che parla di letteratura
Sin dalle prime pagine Calvino ricorre al mito per cercare di mettere a fuoco tutte le ambiguità, la duplicità e l’imponderabile superficialità del discorso letterario. E ci mette di fronte allo specchio (lo scudo di Perseo grazie al quale l’eroe riesce a sconfiggere la mostruosa Medusa), la superficie riflettente che accoglie ogni cosa, l’oggetto capace di ospitare una moltitudine immensa di immagini, tutte chiare, tutte pronte per essere narrate. Lezioni americane è suddiviso in cinque capitoli dedicati ad altrettante immagini letterarie: Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Visibilità, Molteplicità, capitoli che vogliono essere letti come Lezioni fantastiche, ricche di “figure sospese per aria” laddove il luogo mentale di Calvino sembra essere proprio l’ ”aria”, elemento invisibile e intangibile, leggero per definizione, capace di mettere in relazione tra loro non solo oggetti diversi ed eterogenei, ma anche oggetti mai esistiti. Le Lezioni americane probabilmente non sono per tutti, ma sono sicuramente per coloro che, ancora, oggi più che mai, in questo nostro mondo ultraveloce e iperconnesso, si interrogano sulle sorti della letteratura
“ Ci si interroga sulla sorte della letteratura e del libro nell’era tecnologica cosiddetta postindustriale. La mia fiducia nel futuro della letteratura consiste nel sapere che ci sono cose che solo la letteratura può dare con i suoi mezzi specifici.”
Italo Calvino Cuba 1923 – Siena 1985
Le Norton Lectures presero il via nel 1926. Nel tempo furono affidate a scrittori di grande fama internazionale come T.S Eliot, Igor Stravinsky, Jorge Luis Borges, Northrop Frye, Octavo Paz. Italo Calvino fu il primo scrittore italiano a cui vennero proposte.
M. Giovanna Massironi