Sara ChiesaSara Chiesa

'Musei delle culture del mondo: Milano e il caso dello Spazio Ansaldo' – Una tesi di laurea da 110 e lode! Sara Chiesa giovane storica dell'arte di Vedano Olona ha da pochi giorni discusso la sua ricerca in Storia dell'Arte all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, guidata da Paolo Biscottini, Direttore del Museo Diocesano di Milano e con il coordinamento di Claudio Salsi, Direttore del Castello Sforzesco. "Nella scelta dell'argomento ho voluto unire due interessi: da un lato il desiderio di proseguire le ricerche intraprese nel lavoro di tesi triennale, dedicata al mondo della museologia e in particolare al dialogo interculturale all'interno di una struttura museale. Nello specifico avevo steso una proposta di laboratorio didattico per il Museo d'Arte Moderna e Contemporanea del Castello di Masnago. A questo aspetto più artistico ho voluto accostare un altro interesse in qualche modo slegato dallo studio, l'amore per le culture extra europee", spiega la giovane laureata.

Il tuo lavoro ha un punto di partenza ben preciso.
"Questa ricerca si pone come obiettivo quello di indagare le dinamiche che hanno portato alla trasformazione dei Musei Etnografici in musei delle Culture del Mondo. Il punto di partenza è il progetto di cui si parla dal 1999 di realizzare, all'interno dell'area delle ex fabbriche Ansaldo a Milano (zona Porta Genova), un Museo delle culture del mondo. Un progetto steso dell'architetto londinese David Chipperfield, in un'area vincolata dal Comune di Milano per progetti culturali, con l'intenzione di realizzare una vera e propria cittadella della cultura. Sono previsti un edificio ex novo per il museo e la ristrutturazione di gran parte di quelli esistenti".

Museo delle culture del mondo, LuganoMuseo delle culture del mondo, Lugano

Partendo da questa area, come hai svolto le ricerche?
"Preziosa è stata la collaborazione con il Castello Sforzesco, in particolare con la dott.ssa Carolina Orsini, Conservatore della Raccolte Extraeuropee. E' proprio questa collezione, facente parte delle Civiche Raccolte d'Arte Applicata e oggi in gran parte custodita nei depositi del Castello, che verrà esposta nel Museo delle culture".

Com'è strutturata la tua ricerca?
"Inizialmente ho svolto un'analisi storica sull'evoluzione dei musei etnografici nell'ambito coloniale, osservando le trasformazioni in base al modo di guardare le culture extra europee. In questa prima parte cerco anche di dare una visione il più completa possibile al concetto di 'arte primitiva' e alle dinamiche culturali che l'hanno portata, da una funzione comparativa nell'ambito dello studio dell'evoluzione dell'uomo a paradigma di un'arte pura e incontaminata e, per questo, degna di essere presa a modello dalle Avanguardie del '900, per giungere infine ad assumere il ruolo di 'capolavoro' indipendentemente dal valore culturale.
La seconda parte della tesi è dedicata alle realtà che ho preso in esame e che ho avuto modo di visitare in questi mesi; la scelta è stata dettata dalla volontà di studiare musei differenti fra loro per tipologia. In Italia ho studiato il Museo Nazionale Preistorico Etnografico "L. Pigorini" di Roma, primo esempio di museo etnografico realizzato nel nostro Paese e il Castello D'Albertis di Genova. A livello europeo a partire da quelli elvetici, il Museo delle culture di Lugano e il Museo di etnografia Neuchâtel, ho analizzato il British Museum di Londra e il Musée du quai Branly a Parigi. In Africa Occidentale, ho visitato i Musei in Benin Musee Historique d'Abomey e i Musei in Senegal: Centre de Recherche et de Documentation du Senegal a Saint-Louis. Per ogni realtà mi sono soffermata sulla storia, sul progetto espositivo, ma soprattutto sui principi su cui si basa l'allestimento".

Musée du Quai Branly, Parigi. Veduta dall'alto dell'esposizioneMusée du Quai Branly, Parigi.
Veduta dall'alto dell'esposizione

In che modo hai rapportato questi musei con il progetto di Milano?
"Con il progetto di David Chipperfield per lo Spazio Ansaldo alla mano, sono partita dal XIX secolo, da quando cioè le collezioni etnografiche erano parte del Museo di Scienze Naturali e venivano utilizzate come elementi di studio e confronto per capire e conoscere le aree preistoriche. Nel 1924 poi l'intero patrimonio è stato ceduto al Castello Sforzesco; in quest'epoca acquistano una valenza diversa. La collezione diviene parte delle Arti Applicate, ricoprendo un ruolo fondamentale nell'ambito dell'industria e assumendo un ruolo puramente estetico. Sono circa 7000 oggetti, il cui nucleo principale è legato alla cultura asiatica. Si deve anche considerare che la collezione, in particolare le testimonianze africane, hanno subito gravi danni durante il conflitto mondiale quando il Castello è stato bersaglio dei bombardamenti. In vista della nuova collocazione, sono in corso anche nuove acquisizioni di arte pre-colombiana".

Ti sei chiesta perchè è nata l'idea di un museo delle culture a Milano?
"Si, e ho approfondito l'argomento analizzando lo stato attuale dell'immigrazione a Milano. Il progetto del Museo delle culture extra europee combacia perfettamente con la realtà attuale della popolazione straniera: questo è un aspetto positivo in quanto il futuro museo può puntare su un pubblico mirato, oltre a interagire con questo per eventi, percorsi, proposte qualificate e di un certo interesse culturale".

British Museum, Londra, dipartimento di Etnografia. Sezione AfriBritish Museum, Londra
 dipartimento di Etnografia. Sezione Afri

Come si conclude il tuo lavoro?
"Nell'ultima parte della tesi ho rapportato i diversi musei analizzati con il progetto Ansaldo; cosa questo nuovo edificio può trarre da altri esempi, cos'ha in comune, ecc… Ne è scaturito un aspetto positivo ed interessante: il progetto stesso, sia sotto il profilo architettonico che museologico, non si limita ad essere un museo, ma vuole essere un centro culturale, con ad esempio una piazza centrale, punto focale della struttura e da sempre elemento di incontro culturale, di scambio e confronto, oltre che luogo adatto per eventi e manifestazioni non solo artistiche".

Quali sono state le difficoltà che hai riscontrato in questo lavoro?
"Sono state legate in particolare al progetto, proprio perchè tale. Inizialmente pensavo che i lavori fossero ad uno stato più avanzato. Il comitato scientifico che sta seguendo il tutto doveva riunirsi ad ottobre, poi a dicembre… l'incontro è avvenuto qualche settimana fa. Si va molto a rilento. La certezza della realizzazione si ha, ma i tempi sono ancora incerti".

"Nei musei fatti con passione e ben organizzati, a confortarci non è la vista degli oggetti che amiamo, ma questa eternità di cui facciamo esperienza visitandoli".
(Orhan Pamuk, "Il museo dell'innocenza", 2009)