Milano celebra l'estro creativo di Joan Miró. Dopo la retrospettiva dedicata a Paul Gauguin, la lente d'ingrandimento del Museo Delle Culture si posa su uno degli interpreti più rappresentativi del Surrealismo, per analizzarne la pionieristica relazione con la materia.
Sala dopo sala, grazie alla regia della Fundació Miró di Barcellona, oltre cento capolavori del maestro catalano raccontano la sua relazione con il medium artistico.
Artista dal temperamento taciturno e riflessivo, Joan Miró da ragazzo studiò economia come gli aveva imposto il padre, e durante il primo impiego come contabile in una drogheria, venne colpito da un esaurimento nervoso. Quindi, a 18 anni, decise di lasciare quel lavoro e di cambiare vita per dedicarsi all'arte a tempo pieno. Fondamentale fu il Viaggio a Parigi del 1920. Lì conobbe Picasso e frequentò il circolo dada di Tristan Tzara e venne così a contatto con le menti più brillanti dell'arte di inizio secolo. Tornò in Spagna, contribuì alla causa dei Repubblicani durante la Guerra Civile Spagnola, ma nel 1937 ritornò nuovamente a Parigi per l'Esposizione internazionale, dove presentò, nel padiglione della Spagna Repubblicana, il suo enorme murales El segador, simbolo dell'identità catalana.
"Il maestro ha trovato l'ispirazione dentro la forza mistica materica, – commenta Joan Punyet Mirò, nipote dell'artista – dalla poesia dei Surrealisti e dalla musica contemporanea. Facendo un viaggio molto importante in Giappone e America ha fatto la fusione della forma dei dipinti di Jackson Pollock e della forma pià introspettiva degli artisti buddisti giapponesi. Questa simpiosi tra Oriente e Occidente e l'introspezione Surrealista ha creato in Mirò un'arte molto caratteristica per la sua libertà gestuale, passando dalla figurazione all'astrazione".
Acerrimo nemico della pittura convenzionale, Miró viaggia pericolosamente contromano, verso l'ancestralità dell'espressione creativa. Per tornare alle origini, si appropria di segni legati al linguaggio dell'inconscio e si avvale di materiali grezzi, fino a quel momento estromessi da accademie, musei e gallerie.
"La mostra -sottolinea Francesco Poli, co curatore della mostra – si intitola La forza della materia per sottolineare come le opere di Mirò sono delle opere la cui fisicità è un fatto fondamentale: fisicità del supporto, dei colori, dei grumi. Quindi non sono solo immagini, ma sono impregnati i materiali. La sua magia è quella di generare immaginario attraverso la materia".
Joan Miró la forza della materia
Fino all'11 Settembre 2016
Mudec – Museo delle Culture via Tortona 56, Milano
Orari: lunedì, 14.30-19.30; martedì, mercoledì, venerdì, domenica 9.30-21.30; giovedì e sabato 9.30-22.30