Durante il nostro viaggio in Giappone, come ho già accennato nella precedente puntata, ci siamo sempre mossi con i mezzi pubblici, prendendo treni, bus, funicolari, funivie, traghetti e persino lo Shinkansen, il “treno proiettile” che viaggia a oltre 300 Km orari. In due settimane abbiamo preso più di 50 volte mezzi pubblici senza avere il minimo problema, nonostante la rete di trasporti giapponese sia veramente complicatissima, quasi indecifrabile. Tutti ti aiutano, tutti ti sorridono, tutti prendono i mezzi: dai ragazzini alle persone anziane. Anche nelle grandi città le auto sono poche e non si vedono molte situazioni di traffico inestricabile come da noi. Anche questo è un grande segnale: se si vuole si può far funzionare le cose!
Un’altra scoperta interessante del Giappone riguarda il cibo: la cucina giapponese non è qualcosa che si mangia, ma qualcosa che si guarda. E’ una vera e propria arte, come quella della scrittura giapponese: davvero una continua sorpresa!
Riporto i nomi delle più importanti città e località toccate dal viaggio, in modo che possiate anche voi visitarle, almeno virtualmente, ricercandole attraverso la rete: Osaka quartiere Ebisu Bashi (vicino al canale), Ebisu Bridge, Quartiere Dotonbori, Tempio Hozen-Ji, Koyasan – Monte Koya (Montagna Sacra e Cimitero), Daimon, Tempio Daenin, Mausoleo di Kobodashi, Nara (Parco dei Cervi), Pagoda a 5 piani, Chunkon-do, Tokon-do, Giardino botanico, Kasuga Temple, Todaji, Kyoto, Visita guidatta all casa Nijo Jinya, Arashi Yama, Tempio Seiryo-ji, Adashino nenbutsu-ji (tombe dei morti senza nome), Gio-ji, Tenriu-ji (giardino), Bosco di Bambù, Adashino, Santuario di Fushimi Inari-taisha, Tempio Sanjusangendo a Kyoto, Valle del Kiso (camminata su sentiero da Magome a Tsumago), Visita villaggio di Tsumago, Treno Shinkansen Nagoya – Odawara, Hakone (città termale sulle colline) Trenino – Funicolare – Funivia (da Sounzan a Togendai) parco geologico con fenomeni vulcanici, Attraversata in galeone del lago, escursione in barca a remi, Kamakura, Daibutsu (escursione a piedi sulle colline), Tempio Zeniarai Benten (Grotta della buona sorte), Daibutsu, Hase dera, Tokyo quartiere Roppongi Hills, MORI Museo di Arte Contemporanea presso la Roppongi Hills Mori Tower (54 piani). Totale 14 giorni compreso il viaggio. Periodo ideale: aprile – maggio.
Anziché i consueti aforismi visto che ci troviamo in Giappone, vi propongo altri tre haiku. Si tratta di brevissimi elaborati poetici nati in Giappone nel XVII secolo. Generalmente sono composti da tre versi per complessive diciassette more (differenti dalle nostre sillabe), secondo uno schema metrico prestabilito schema 5/7/5. Sono componimenti dell’anima, che raccontano le emozioni delle stagioni, la precarietà dell’uomo e la magia della quotidianità.
Il tetto si è bruciato: ora posso vedere la luna. Mizuta Masahide (1657 -1723)
La campana del tempio tace, ma il suono continua ad uscire dai fiori. Matsuo Basho (1644 – 1694)
Non piangete, gli insetti, gli amanti, persino le stelle devono separarsi. Kobayashi Issa (1763-1827)
Ecco un secondo piccolo assaggio tratto dal mio racconto Daimon – La Magia del Mondo Fluttuante, contenuto nella raccolta Un Albergo a Mille Stelle, Aporema Edizioni, 2020.
«Ma che cos’è la felicità per un giapponese?» «Non è un’emozione che dipende dal raggiungimento dei propri obiettivi; è un modo di pensare, una condizione mentale che deve restare libera dalle influenze esterne. È un punto di partenza, non di arrivo. Si tratta di avere consapevolezza della propria esistenza terrena. Nessuno è qui per restarci.» Poi il mio interlocutore mi racconta di alcuni santuari che vengono distrutti e ricostruiti ogni vent’anni, allo scopo di celebrare la fugacità della vita. «Io ormai sono anziano e ho imparato un po’ tardi. Ma tu sei ancora in tempo. Sai, le persone felici si ammalano di meno. Non essere mai impermeabile a ciò che ti circonda, assorbi, impara. Tutto quello che succede porta a una trasformazione. Muta gradualmente, senza spaccature, evolvi. Tutto può cambiare. Il possibile precede il reale.» Tokyo, 6 maggio 2019.
Ivo Stelluti,
Il Viaggiator Curioso