"Va e non perdere tempo" – "Qui non si costruiscono semplici tiralinee ma professionisti attenti ai valori culturali- umanistici". Questa la nota di avvio di Valentin Bearth, direttore dell'Accademia di Architettura di Mendrisio, in occasione della consegna ufficiale dei Diplomi 2009/2010. Una vera dichiarazione di intenti, un autentico marchio di riconoscibilità, un segno di demarcazione che fa del polo accademico una realtà capace di unire sapere scientifico e conoscenza umanistica. Ai 100 studenti, che negli ultimi mesi hanno dedicato ricerche e studi alla nostra città, il lungo e più meritato applauso. In prima fila a testimoniare la gratitudine per l'attenzione riservata a Varese, il vice sindaco Giorgio De Wolf e l'Assessore Fabio Binelli.
Te la do io l'Accademia – "Una grande opportunità per Varese" ecco come Philippe Daverio ha commentato questa chance per la nostra città. "E non chiamatelo semplice esercizio accademico, giacché solo dall'attento studio possono nascere proposte sensate. Dall'azzardo improvvisato, dalla boutade provocatoria sono nati quegli obbrobri ed insulti al paesaggio che molti di questi
giovani saranno chiamati a distruggere. Sì, il paradosso sta proprio qui: l'architetto di domani non dovrà solo costruire ma anche "decostruire" e depurare l'ambiente offeso e oltraggiato da tanta ignoranza pressappochista e stupidità". E le "verdi menti" dei nuovi architetti hanno tratto tanto beneficio dall'ambiente aperto ed internazionale dell'Accademia, vero ponte geografico e culturale.
E a testimonianza del fatto che il rapporto tra Cantone e Lombardia sia consolidato da secoli, sta tutta la storia con il suo peso e la sua autorevolezza. Maderno, Borromini, i Fontana sono solo alcuni dei nomi di straordinari architetti che, driblando e rivoluzionando le regole del costruire, hanno fatto fortuna a Roma, segnando la storia dell'architettura europea. Dentro questo solco si dovranno inserire i giovani architetti che hanno firmato i progetti di studio che mettono a tema la città giardino ora in mostra all'Accademia ma che a dicembre giungeranno nella varesina Villa Baragiola.
Ma torniamo alla cerimonia. Una grande festa poco formale e carica di energia e gioia (oltre che di giustificata e condivisibile commozione) per aver
raggiunto un traguardo importante dopo sei anni di lavoro e fatiche, sempre guidati dall'entusiasmo per la propria scelta di studio, in un ambiente come quello dell'Accademia, intriso di vitalità internazionale. "Ogni linea che tracciate potrebbe essere un muro", ha affermato Mario Botta, presidente dei diplomi di quest'anno. L'architetto torna a parlare di Varese, delle complessità e peculiarità urbanistiche riscontrate durante gli studi. "Varese non è una città di fondazione ma il risultato dell'unione di cinque castellanze. Essere architetti è un impegno, un modo di vivere, un atteggiamento mentale", ha continuato Botta. "Siamo chiamati a modellare nuove condizioni di vita", ha chiuso la giovane portavoce del gruppo degli studenti, dopo aver ripercorso gli anni di studio tra amicizie, momenti di gioia e difficoltà, incontri e scontri con i docenti, sacrifici e soddisfazioni.
'Trasformazioni architettoniche e urbane nella città di Varese, centro e periferia'
fino al 18 luglio 2010
orari: lunedì – venerdì, ore 8.00 – 18.30
Galleria dell'Accademia
Palazzo Canavée, Mendrisio
www.arc.usi.ch