Il Museo d'AngeraIl Museo d'Angera

La nuova donazione che sta arrivando a Sesto Calende, un allestimento da ripensare ad Angera, una catalogazione che sembra ancora un'entità misteriosa a Varese e il catalogo che doveva essere pronto in concomitanza con il sito e invece non lo è stato, pare anche per discordanze tra sovrintendenza e il coordinatore del progetto incaricato. Sono diversi i punti in agenda che i musei raccolti all'insegna del Sistema dei Musei Archeologici della provincia di Varese stanno affrontando e dovranno affrontare, all'indomani del debutto on line del nuovo sito che racchiude i principali siti archeologici del territorio varesino.

Tutti più o meno d'accordo: il nuovo sito del Simarch è solo l'inizio. Ma quali vantaggi o condizioni particolarmente favorevoli ha comportato sino ad oggi, la nascita di una rete certificata e coordinata da un ente territoriale come Villa Recalcati col supporto della Regione? Chi è in regola e chi no? Chi è al passo con i progetti di catalogazione? E Varese è legittimata ad avere un ruolo di capofila nel progetto?

Alberto PedroliAlberto Pedroli

Domande girate ai diretti interessati, con risposte  più o meno diplomatiche. "In realtà – commenta Alberto Pedroli, direttore dei Musei Civici varesini, responsabile dunque anche della sezione archeologica di Villa Mirabello – il vero coordinatore è la Provincia di Varese, anche se a noi è riconosciuto un ruolo scientifico quale museo più importante. Ammetto che la nostra situazione sia più complessa di altre realtà museali, almeno per ciò che riguarda l'intera catalogazione del nostro patrimonio. La Regione sollecita e fa il suo dovere,  ma non credo che questo ritardo possa inficiare il nostro ruolo. I nostri progetti stanno proseguendo, sicuramente ci vorranno degli anni".

Anni, non dimentichiamolo, sono occorsi e non siamo ancora alla fine, per ripristinare la moderna funzionalità di tutta Villa Mirabello, per riavere un nuovo allestimento della sezione romana a cui si dovrebbe aggiungere a breve quella preistorica. Anni in cui è successo di tutto: fallimento delle imprese, ricorsi al Tar, commissariamenti, l'avvicendamento di almeno quattro giunte, direttori dei Civici Musei caduti come birilli, consulenti archeologici scappati prima della scadenza del contratto e un'unica sopravvissuta, la conservatrice Daria Banchieri, alle prese con l'eredità psicologica e culturale di Mario Bertolone.

Daria BanchieriDaria Banchieri

"Il sito è solo l'inizio – garantisce Sonia Monteggia, l'assessore alla cultura di Angera, a nome del Civico Museo Archeologico locale – e sicuramente è stata l'occasione per trovare un dialogo ulteriore con i musei fratelli di dimensioni simili". Quanto al museo varesino, "come gli altri, credo che in questo periodo si sia concentrato sulle proprie collezioni in vista del sito e del futuro catalogo. Da qui possiamo ripartire insieme e fare cose grandi". In modi diversi, ci tiene a sttolineare l'assessore. Anche Angera come Varese è in linea con i pagamenti delle quote associative che gli enti firmatari devono pagare in base al numero di abitanti, come stabilito dal patto di nascita del 2005, ma "in una comunità come la nostra dove mancavano altre strutture essenziali, altri investimenti per il Museo giustamente sono venuti per ultimi".

Raccolta museale, ad Angera, stanno in questa fase abbattendo le barriere architettoniche, ripensando ad un nuovo allestimento – quello attuale risale ai primi anni Ottanta – e andando avanti spediti con la catalogazione Sirbec, dopo aver ricevuto conforto da una recente visita del sovrintendente archeologico Malnati.

Emilio VaglianiEmilio Vagliani

Anche su Sesto Calende spira una ventata di grande ottimismo. Qui i reperti della Cultura di Golasecca sono raccolti in quello che dal 2004 è a tutti gli effetti riconosciuto come Museo dalla Regione Lombardia. E dopo l'ingente donazione Bellini del 2004, è sul tavolo della Giunta Chierichetti la delibera di accettazione di un altro lascito, la donazione Mattana, che non può che inorgoglire staff amministrativo e scientifico.
Che non è  tenerissimo invece con il capoluogo: "Con Varese, prima dell'istituzione del Simarch, non ci sentiva mai. Abbiamo avuto qualche rapporto all'epoca della mostra dedicata ai Celti, adesso speriamo che sia l'inizio di una nuova collaborazione", si augura il dirigente del comune di Sesto Emilio Vagliani.

Pagamenti in regola anche per loro, ad un ottimo punto quanto al Sirbec, una punta di sciovinismo antico nel ricordare che la Tomba del Guerriero, oggi esposta a Villa Mirabello, è patrimonio a tutti gli effetti del territorio di Sesto, Vagliani non mette tuttavia apertamente in dubbio il ruolo di capofila di Varese. Ma le sue parole di riconoscenza hanno un altro destinatario: "Certamente va dato atto alla Provincia e all'assessore Longoni di aver creduto fermamente nel progetto e mi auguro con tutto il cuore che le elezioni a Villa Recalcati e le prossime comunali a Sesto Calende non alterino questo percorso intrapreso. Sui ritardi di Varese, non sono io che mi devo esprimere".

Tutti comunque sono in attesa del nuovo e successivo passo del Simarch, il catalogo patrimoniale dei quattro musei associati. Ideato originariamente per essere piuttosto una guida di consultazione sembra essere divenuto nel tempo un opus magnum tale da rendere conto della cultura archeologica non solo di Golasecca, ma di tutto il comparto archeologico provinciale. E come tale diventato, così sembra, terreno di scontro tra l'incaricato, il professor Raffaele de Marinis, eccellente studioso, docente universitario, voluto dalla Provincia di Varese e il sovrintendente Malnati. Da qui i ritardi di quello che è stato, alla presentazione del sito web, il convitato di pietra.

Ma mentre sembra che il progetto abbia superato gli scogli più difficili e dovrebbe essere, con la fiducia di tutti, enti locali e territoriali compresi, quasi a buon fine, rimane la curiosità offerta proprio dalla dettagliata scheda offerta dal nuovo strumento informatico, che di ciascuno museo dà un profilo preciso dell'organigramma.
Emerge un dato curioso: ad Angera lo staff riferito al museo è composto da 9 nominativi; idem ad Arsago Seprio; a Sesto Calende sono addirittura in 16 ad occuparsi, anche solo in qualità di commissari, del patrimonio locale. Varese, capofila, ne ha tre – di cui uno è il sindaco; sintomo anche numerico di una non nuova situazione lievemente claustrofobica.
Poi dice che è un museo che fa fatica a stare al passo.