Una tradizione varesina che va indietro nel tempo e che si è consolidata negli anni ci viene raccontata da Fausto Caravati, uno dei principali esperti del settore, presidente e direttore artistico dell’associazione culturale Solevoci: “Cantare in un coro è un po’ uno stile di vita, è mettersi in gioco: l’educazione musicale concorre allo sviluppo della sensibilità estetica e affettiva dei giovani ma, al tempo stesso, educa allo spirito di gruppo ed alla condivisione. Dietro a un coro ci sono dei valori, delle regole, l’amore per la musica.
L’obiettivo di Solevoci è quello di diffondere la musica vocale e la coralità per scopi culturali ma anche educativi specialmente per i bambini e i ragazzi: se canti in un coro la tua vita sarà più felice e riuscirai a relazionarti meglio con le persone. Anche le persone più anziane trovano uno stimolo in questo approccio che magari prima non avevano considerato.
In Italia c’è una tradizione musicale molto importate anche corale ma il repertorio è sempre stato sacro o si parla di polifonia profana colta, musica popolare, lirica, operistica.
Per i giovani non c’è stato niente finché è nata una nuova moda del coro gospel arrivata a Varese ormai da venticinque anni e tutto è iniziato con Greensleeves gospel choir. Dopodiché la moda è diventata un’abitudine: si sono formati parecchi cori ed è nata la coralità ritmica pop, jazz, gospel, spiritual un po’ più accattivante e che è riuscita a coinvolgere l’universo giovanile.
Non per questo non sosteniamo la musica classica: Solevoci e InCanto, che in realtà sono due festival che si sono uniti, portano due anime: Solevoci la parte pop, Incanto la parte classica.
Qui il programma di Solevoci Incanto a Varese
Questa esperienza nasce già nel 2003 con un Festival Solevoci che ha le sue radici nel 1999 ma in realtà Solevoci è il contenitore di tutto quello che è successo in questi venticinque anni a Varese. Il festival del 2003 è ancora riconosciuto come il più importante evento di musica a cappella organizzato in Italia con i gruppi più importanti al mondo: Swingle Singers,Take 6, King Singers,M-Pact,The House Jacks,Flying Pickets erano tutti a Varese e si sono esibiti nell’arco di 12 giorni.
Da lì si è sviluppato un po’ tutto: dal concorso per gruppi vocali a cappella, alla scuola vocale a cappella e alla scuola per il coro, e si insegna anche la percussione vocale che viene usata nei gruppi perché viene eseguita solo con la voce. Oggi all’interno di Solevoci esistono progetti didattici diversi: il coro dei bambini delle scuole elementari e medie “Blumen Kids”, i laboratori “Gospel Lab” e “Pop Lab” aperti a tutti senza limiti di età, un gruppo di 12 ragazze che si chiama “Pop up” che cantano musica a cappella coreografata che hanno partecipato a concorsi nazionali e internazionali.
Con Gabriele Conti, direttore del coro da Camera di Varese, organizzo ora il Festival Solevoci e Incanto ma quando avevo 14 anni e ho iniziato a cantare, ho partecipato a un festival di polifonia sacra diretto proprio da lui. Tra i cori ce n’era uno spiritual, musica che non avevo mai sentito prima. Allora, incuriosito, mi sono messo a cercare nei negozi di musica gli spartiti e a Milano ho trovato quel che cercavo e così con i miei amici abbiamo iniziato a cantare. Quella canzone che avevo sentito a 14 anni era stata composta da Kirby Shaw, uno dei più grandi compositori, oggi noventenne, e nel 2007 decisi di scrivergli e di invitarlo a Varese a fare da giudice al primo concorso che avevamo organizzato. Con mia grande sorpresa accettò e così si chiuse il cerchio.
Bisogna pensare che Varese è la città d’Italia che, per numero abitanti, ospita più cori soprattutto per quel che riguarda la musica classica. Con Gabriele Conti abbiamo pensato di coniugare le esperienze di Solevoci e di Incanto in occasione del Bicentenario della città di Varese: unendo i due festival abbiamo creato un evento che, attraverso la tradizione artistico-musicale, è un attrattore turistico per le bellezze del territorio. Ai concerti che si svolgono al chiuso, programmati in teatri, sale e chiese dei principali luoghi di interesse storico e turistico, si affiancano suggestive esibizioni all’aperto nelle piazze del centro storico. Penso che sia un’idea vincente per i cori varesini che sono i principali attori ma anche per quelli ospiti che quest’anno vengono dalla Svizzera e dall’estero. Questo dà a Varese l’occasione di farsi conoscere attraverso i cori che si spostano, vengono a Varese e si esibiscono nei luoghi più belli. Il programma del Festival prevede circa 20 esibizioni: una serie di concerti, open singing e flashmob, seminari, workshop”.
www.solevoci.it
www.incantovarese.it
Cristina Pesaro