È un vero paradiso in terra quello racchiuso nel Santuario di Saronno. Parliamo del concerto angelico dipinto della tazza della grande cupola, uno dei più bei cieli in gloria della pittura rinascimentale, firmato da Gaudenzio Ferrari nel 1535.
In occasione del restauro delle statue lignee, che occupano le nicchie del tamburo della cupola, si è colta l'occasione di innalzare ulteriormente di due piani il ponteggio per permettere la pulitura anche degli affreschi.
Il sopralluogo, a cui erano presenti non solo le restauratrici ma anche i prof. Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa, è stato introdotto dall'architetto Carlo Mariani, progettista e direttore dei lavori: "Prima di ricollocare le statue lignee c'era necessità di ripulire gli affreschi della cupola e la sostituzione dell'impianto di riscaldamento, la principale causa del degrado delle opere. Le restauratrici stanno svolgendo un'opera di pulitura dello sporco depositato in questi anni, dopo l'ultimo restauro del 1997 condotto da Claudio Fociani. Poi verranno smontati i due piani e apriremo la possibilità alla popolazione e alle scuole di salire sul ponteggio, già da settembre e fino a dicembre. Organizzeremo delle visite guidate anche in serata, grazie alla disponibilità delle restauratrici che illustreranno il loro lavoro. Il lavoro più grosso e impegnativo sarà il tamburo del tiburio che non era stato restaurato da Fociani perché c'erano le statue".
Ma il problema dello sporco sta soprattutto nel riscaldamento. "La fonte di riscaldamento attuale – ha spiegato il geometra Davide Buzzetti- proprio per i coni d'aria e le differenze termiche che crea, oltre a portare sporco e movimento d'aria va a danneggiare ulteriormente parti più influenzate da queste masse di calore. Abbiamo fatto vari progetti nel corso di questo anno e mezzo. Regione Lombardia ha approvato la possibilità di utilizzare degli impianti elettrici con un sistema ad induzione, per cui ho delle piastre radianti che emettono calore, senza riscaldare l'aria. Questo permette di non avere degli sbalzi termici dell'aria ne circuiti di polveri. Il percorso è durato un anno, con test, prove, stratigrafie, prove su possibili alterazioni di calore sia materico alle parti in legno piuttosto che alle statue lignee. Tutti i risultati hanno portato la Soprintendenza ad approvarlo come tipo di impianto da utilizzare in questo tipo di architetture".
I costi di intervento, sostenuti dalla parrocchia con un supporto di Regione Lombardia, non sono indifferenti, come spiega l'architetto Mariani "Abbiamo acceduto alla Fondazione Comunitaria del Varesotto, sempre attenta e sensibile a queste iniziative, tant'è che già in passato ha contribuito per il restauro delle statue, e anche in questa occasione ha elargito un piccolo contributo, un aiuto ma soprattutto un riconoscimento del valore di quest'opera".
La speranza è che anche singoli privati contribuiscano attivamente a quest'opera, un gesto di senso civico e attenzione al proprio patrimonio culturale.
La presenza delle restauratrici, Laura Scarpato e Simona De Giorgi, è stata fondamentale per comprendere la tecnica di esecuzione della pulitura. "È stata fatta una prima pulitura a secco con delle gomme – spiega Laura Scarpato – e successivamente la pulitura con acqua demineralizzata attraverso del cotone per rimuovere il deposito di sporco, solo nelle parti di affresco dove si ha la certezza che non vi siano ridipinture a secco perché altrimenti questa tecnica le cancellerebbe. Saranno poi risarcite alcune lesioni che verranno riprese ad acquarello con il rigatino, una tecnica che permette di individuare da vicino i rifacimenti".
Appuntamento dunque al Santuario, per ritornare a stupirsi appieno di fronte a questa strabiliante opera pittorica, occultata – ancora per poco – da una selva dei ponteggi.