La storia tormentata di un'abbazia – San Donato a Sesto Calende sorge su un antico luogo di culto che racchiude nel suoi immediati dintorni anche l'oratorio di San Vincenzo e il masso erratico di Preja Buia. Luogo di culto e di transito, fin dal medioevo, per le merci e le persone che viaggiavano dal sud al nord dell'Europa. La chiesa e il vicino monastero furono fondato da Liutardo dei Conti, vescovo di Pavia dal 830 al 864, con una dote di importanti rendite e benefici che si estendevano anche sulla sponda piemontese del Verbano. La sua posizione – in pieno territorio milanese – e la sua dipendenza dal vescovo di Pavia resero l'esistenza di questa abbazia molto travagliata. Per il suo possesso si alternarono in continue lotte i potenti del tempo. Il suo prestigio diminuì fortemente con il tempo fino agli anni '60 dell'Ottocento quando furono messi in cantiere i primi restauri che la riportarono a diventare chiesa parrocchiale nel 1911.
Oggi come ieri – Il suo aspetto architettonico odierno risale alla fine dell' XI secolo e porta ancora i segni della storia tormentata che l'ha avuta come protagonista. Nei muri si trovano pietre con decorazioni intrecciate alto medievali, formelle romaniche murate, epigrafi antiche. Alcune colonne romane sono state reimpiegate all'interno. Importante è soprattutto il patrimonio degli affreschi che sono opera di epoche e artisti diversi come Cesare da Sesto, Giuseppe Baroffio, Biagio Bellotti. Intensa è la fattura del coro ligneo. Nel cuore dell'edifico la parte più emozionante è però la cripta il cui soffitto è sorretto da colonne semplici che dividono lo spazio e tagliano la poca luce che proviene dall'esterno.