Ha un che di proustiano il titolo dato da Giorgio Van Straten, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a New York, a “Storie di libri perduti” la cui sovracopertina è stata disegnata da Franco Matticchio.
Con cadenza narrativa l’autore percorre le vite di alcuni tra i più significativi scrittori del ‘900.
Una dotta caccia a tesori smarriti dove scorrono nomi di alto rango come Walter Benjamin in fuga dalla persecuzione nazista; minato nel fisico, si ferma a Port Bou, prima di salpare verso gli Stati Uniti, ha con se una valigia con un prezioso manoscritto, che per una serie di sfortunate coincidenze andrà perduto per sempre.
Identica sorte toccherà alle scandalose memorie di George Byron.
Una diatriba tra un amico dello scrittore, l’editore a cui era destinata la sola copia esistente e gli eredi, vedrà il manoscritto ardere tra le fiamme all’interno di un caminetto, il tutto al fine di tutelare l’onorabilità di persone, da poco scomparse o ancora in vita i cui nomi comparivano nel testo.
Ad onore dell’autore va rilevata la misura con cui tende a riconoscere, ad amici e studiosi, l’importante contributo dato alle sue ricerche.
Vissuta in prima persona da Giorgio Van Straten, poiché legato da amicizia a Romano Bilenchi, è la perdita di un romanzo non terminato di cui esisteva una sola copia.
Tra gli estimatori dello scrittore toscano resta “l’amarezza per un romanzo che non c’è più e il cui ricordo va sfumando irrimediabilmente dalla nostra memoria”.
Ma altrettanto intriganti sono le ricostruzioni di altri libri perduti e dei loro autori, tra i quali spiccano i nomi di Silvia Plath, Hemingway e Gogol.
Storie di libri perduti – Giorgio Van Straten ( Editori Laterza, pp. 135, Euro 14)
Mauro Bianchini