Nella prefazione di “Una foglia contro i fulmini” ( Maggioli Editore, pp.71, Euro 14), poema in prosa di Tonino Guerra di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita, Roberto Roversi fa riferimento al ”castello blindato della memoria in cui ciascuno di noi ha accatastato i brividi delle azioni compiute”.
Il percorso a ritroso dei ricordi porta l’autore a “Quando mi facevo cadere la pioggia in bocca”, ritornano così odori e sapori della campagna su declivi aperti al viandante in “terreni fatti di crosta secca dove una nuvola d’acqua fa crescere i fiori sotto i tuoi occhi” con soste atte ad osservare casali e cimiteri abbandonati scoprendo parte del proprio vissuto.
La commozione e l’affetto dell’autore si rivolge al magazzino di Santarcangelo dove il padre vendeva carbone pesandolo con una bilancia appesa al soffitto e all’aria invasa da un odore aspro e dolce allo stesso tempo.
A scandire l’incedere domestico sono le gocce di pioggia sulle foglie di fico, le orme delle galline sul terreno bagnato simili a scritture giapponesi, il volto della madre “innocente e meraviglioso nei suoi pensieri di analfabeta forte nelle sue ossa fragili da fermare i cavalli in corsa”.
Riduttivo definire prosa il testo che compone il libro, la poesia si insinua scorrendo all’interno di ogni periodo sino ad aprire sublimi inafferrabili visioni.
Lo sguardo di Tonino Guerra fa si che l’armonia ritmica della pioggia, l’alitare del vento, le trame irregolari delle crepe nei muri, l’umido profumo dell’erba, l’increspatura del legno al tatto, concorrano ad elevare il borgo a paesaggio universale.
Tonino Guerra – “Una foglia contro i fulmini”, Maggioli Editore pp. 71, Euro 14
Mauro Bianchini