dei Miracoli
Svizzeri a Roma, Svizzeri a Venezia – L'anno scorso la rivista bimestrale Arte&Storia ha dedicato uno speciale alle presenze svizzere a Roma (in precedenza erano usciti interventi più snelli che indagavano quelle a Genova, Milano e Napoli). Si andava dalla nota Guardia svizzera pontificia e i grandi Domenico Fontana e Francesco Borromini, che cambiarono con i loro interventi il paesaggio urbano della capitale, a Giovanni Serodine, straordinario pittore "caravaggesco" originario di Ascona, a figure di industriali come Emilio Maraini. Di molti, soprattutto, si conosceva l'opera, ma spesso sfuggiva l'origine elvetica. Il 20 novembre è stato presentato a Palazzo Ducale un nuovo numero di quella che a questo punto si prefigura come una collana che attende altre uscite, "Svizzeri a Venezia".
Il volume – Si tratta di un volume corposo, oltre 500 pagine, teso a documentare i rapporti storici, politici, militari, economici ed artistici fra la Svizzera e la Serenissima, già dalla seconda metà del Quattrocento. Come ricorda Giorgio Mollisi, direttore della rivista, «a differenza di Roma o Parigi, Venezia deve buona parte dei suoi capolavori ad architetti, pittori e scultori veneti o comunque provenienti dalla sua zona di influenza». Eppure, come vedremo, molte sono le presenze svizzere che contribuirono alla formazione dell'identità di Venezia.
Una presenza secolare – «I primi "svizzeri", di fatto pasticceri engadinesi, vennero a Venezia già intorno al 1150», ricorda nella sua prefazione il Presidente della Confederazione Pascal Couchepin, «poi soprattutto dopo la grande peste del 1350, quando la città provata dal dolore reclutava coloni […]. Chi di noi sa che la popolazione di Venezia nel 1750 contava il venti per cento di grigionesi […]?».
I Lombardo – Molte, si diceva, le personalità che segnarono il volto della città. Innanzitutto gli scultori Lombardo-Solari di Carona, probabilmente richiamati dalla richiesta di manodopera qualificata, che giunsero in laguna già nella prima metà del Quattrocento. Fondamentale la figura di Pietro Lombardo (1435?-1515), architetto – sua la chiesa di Santa Maria dei Miracoli – e scultore: realizzerà con i figli Tullio e Antonio i monumenti funebri per i dogi nella chiesa dei Santi Giovanni e Paolo.
Il ponte dei Sospiri – Anche il ponte dei Sospiri, uno dei simboli della città lagunare, vanta una paternità elvetica. Fu infatti Antonio Contin, della famiglia degli architetti Contini originari di Besso, nei pressi di Lugano – dovevano il loro arrivo in laguna a Bernardino (1530? – ante 1597), giuntovi a una data sconosciuta -, a progettarlo nel 1595-1605, come elemento di collegamento tra il nuovo edificio carcerario, da lui portato a compimento, e l'adiacente residenza dei dogi.
Ma si potrebbero ricordare molti altri nomi, dai David – Ludovico e Antonio -, pittori attivi tra Sei e Settecento da Lugano a Venezia a Carpoforo Mazzetti Tencalla da Bissone, allievo e socio di Abondio Stazio da Massagno, che a Venezia nel 1718 realizza una precoce rocaille in Ca' Sagredo. Preferiamo non fare torti, e invitare alla lettura di questo volume ricco di spunti, che non mancherà di sorprendere anche i non addetti ai lavori, conducendoli attraverso i secoli fino ai nostri giorni, alle partecipazioni elvetiche alla Biennale di Venezia.
Dati e come richiedere il volume – Il libro è corredato dalle prefazioni del Presidente della Confederazione Pascal Couchepin, del Console generale di Svizzera a Milano David Vogelsanger e del Sindaco di Venezia Massimo Cacciari, e condensa i saggi di numerosi studiosi di università svizzere, europee e del Veneto. E' acquistabile al prezzo di 26 euro nelle edicole ticinesi, oppure si può richiedere direttamente alla redazione: redazione@ticinomanagement.ch; tel. 0041 91 610 29 29.