«La poesia di Sylvia Plath brucia al di sotto della temporalità e trama un’intima mitologia di metamorfosi e significati, una mitologia ‘bestiale’ che accoglie le inevitabili catastrofi della vocazione lirica, quella medesima “Greek necessity” della tragōidia».
Così, nel suo saggio «Vedere Dio, vedere la morte. Il compimento della tragedia nella poesia di Sylvia Plath» (Quaderni del Cairoli – 34), scrive Davide Azzolin: giovane poeta, che ha appena conseguito la maturità classica, ottenendo il massimo dei voti e la lode, al Liceo Classico Ernesto Cairoli di Varese, è protagonista di due puntate di Poetando–Ergasterio, incentrate sulla figura della poetessa statunitense Sylvia Plath.
Nella seconda delle due trasmissione a lui dedicate, Azzolin scava nel profondo della poesia della scrittrice scomparsa tragicamente l’11 febbraio del 1963, conducendo una scrupolosa indagine che dalla contemporaneità scivola fino al mondo classico e alla tragedia greca.