arte contemporanea Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/tag/arte-contemporanea/ L'arte della provincia di Varese. Wed, 02 Oct 2019 10:21:40 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.5 https://www.artevarese.com/wp-content/uploads/2017/05/cropped-logo-1-150x150.png arte contemporanea Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/tag/arte-contemporanea/ 32 32 Sandro Martini visioni di una performance https://www.artevarese.com/sandro-martini-visioni-di-una-performance/ https://www.artevarese.com/sandro-martini-visioni-di-una-performance/#respond Wed, 06 Jun 2018 11:53:59 +0000 https://www.artevarese.com/?p=45445 Da giovedì 7 a domenica 17 giugno 2018, lo Spazio Officina di Chiasso (Svizzera) ospita Sandro Martini. Visioni di una performance, un’installazione che rende omaggio all’aspetto visionario dell’artista di fama internazionale (Livorno, 1941), inserendosi nel filone della “Grafica contemporanea” degli spazi espositivi chiassesi. Martini ha realizzato per l’occasione un’installazione spaziale con grandi tele sospese, che […]

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Ritratto di Sandro Martini, foto di Carlo Pedroli / Chiasso, giugno 2018

Da giovedì 7 a domenica 17 giugno 2018, lo Spazio Officina di Chiasso (Svizzera) ospita Sandro Martini. Visioni di una performance, un’installazione che rende omaggio all’aspetto visionario dell’artista di fama internazionale (Livorno, 1941), inserendosi nel filone della “Grafica contemporanea” degli spazi espositivi chiassesi.

Martini ha realizzato per l’occasione un’installazione spaziale con grandi tele sospese, che ha anche tinto, ed effetti chiaroscurali, in cui intrecci e ritmi dinamici di segni graffianti si compongono e scompongono trasmettendo messaggi di libertà, di forza, di vitale sincerità tra spazi di luce.

Sandro Martini durante l’allestimento dell’installazione allo Spazio Officina a Chiasso,
foto di Carlo Pedroli / Chiasso, giugno 2018

Nella fase dell’allestimento sono stati coinvolti alcuni studenti di Bachelor dell’Accademia di architettura di Mendrisio (Università della Svizzera italiana), che hanno così avuto l’opportunità di conoscere l’artista e di assisterlo al progetto nel suo studio a Milano e nel montaggio delle grandi vele a Chiasso.

L’installazione è accompagnata da matrici, dalle relative acqueforti – donate dall’artista e confluite nella collezione del m.a.x. museo di Chiasso –, da schizzi, da un modello di studio e da un video, dando riscontro del progetto, ma anche delle diverse tecniche con cui si è espresso Martini negli anni: dalla tradizionale pittura ad olio alla scultura, quindi alla grafica, ai libri d’artista e alle installazioni, che concettualmente riportano ai segni del suo grafismo spaziale, sempre realizzato a forti cromie (fra i suoi colori preferiti il rosso e il nero).

Sandro Martini, Ladro di sogni, 1997, carta Hahnemühle, stampa calcografica alla poupée
a tre colori + nero, 50 x 90 cm, foto di Matteo Zarbo
Collezione m.a.x. museo, Chiasso

Scrive Sandro Martini:

“È raro che lo spazio, all’impatto della prima emozione, ogni volta non mi abbia suggerito l’idea per un’installazione, o che io non sia stato capace di percepirne il senso e la particolarità o peculiarità, talmente raro che non riesco a ricordarlo.

Lo Spazio Officina mi mette a mio agio, mi suggerisce una colossale pagina bianca: il foglio di una incisione mastodontica da Gulliver sorpreso, quale sono in questo momento … Bianco teso il foglio come uno schermo cinematografico che attende ombre di nastri, spaghi sottili, nodi, la proiezione di una tela lontana … che so? Segni, sogni proiettati di grafite, tensione al limite come graffi sulla lastra, penso alla calcografia, al supporto di rame, di vetro inciso e inchiostrato proprio come il metallo pronto sul torchio per la stampa.

Sandro Martini durante l’allestimento dell’installazione allo Spazio Officina a Chiasso con il suo team e gli studenti dell’Accademia di architettura di Mendrisio (Università della Svizzera italiana), foto di Carlo Pedroli / Chiasso, giugno 2018

La ricerca di Martini, ricca di suggestioni e riflessioni, è sempre stata caratterizzata da un’attenzione per le potenzialità espressive del segno, inteso come elemento essenziale del linguaggio pittorico.

Negli ultimi quattro decenni l’artista si è concentrato sugli elementi costitutivi della pittura, indagando in maniera libera e acuta le possibilità del quadro di articolarsi nello spazio.

Conseguenza naturale di questo percorso sono le grandi installazioni con le vele colorate che inizia a realizzare verso la metà degli anni Settanta, “pitture tridimensionali, vere sculture di colore vibranti nell’atmosfera” (Luigi Sansone, storico e critico d’arte contemporanea). Le opere più recenti sono elaborate tramite un processo di scomposizione e ricomposizione dell’immagine, condotto per lo più attraverso la tecnica del discollage.

In occasione del vernissage dell’installazione, viene presentato il catalogo ragionato dell’opera di Martini (Postmedia, Milano 2017), a cura di Luigi Sansone.

Sandro Martini, Ladro di sogni, 1997, matrice in rame montata su tavolato di legno, 50 x 90 cm,
foto di Carlo Pedroli / Chiasso
Collezione m.a.x. museo, Chiasso

Per celebrare la sinergia con il Cinema Teatro di Chiasso, in concomitanza con l’installazione a Spazio Officina si terrà Festate, 28° Festival di culture e musiche del mondo (venerdì 15 e sabato 16 giugno).

L’INSTALLAZIONE IN CIFRE

Allo Spazio Officina sono visibili la grande installazione di vele colorate dipinte da Sandro Martini, 3 acqueforti, 2 matrici, 26 schizzi, 1 modello di studio e 1 video delle riprese del lavoro realizzato a Chiasso (operatore: Gianni Scimone, musiche: Walter Colombo).

SANDRO MARTINI

Sandro Martini, Ladro di sogni, 1997, litografia a due colori, 50 x 90 cm, foto di Matteo Zarbo
Collezione m.a.x. museo, Chiasso

Sandro Martini (Livorno 1941) inizia la sua carriera artistica nella sua città natale nella seconda metà degli anni Cinquanta. Nel 1960 si trasferisce a Milano dove nel 1963, presentato da Franco Russoli, gli viene dedicata la sua prima importante mostra alla Galleria delle Ore. Altre importanti occasioni espositive per Martini sono le personali presso due gallerie milanesi storiche: la Galleria Il Milione e la Galleria Blu.

Partendo da un approccio rivolto alla scultura, Martini torna alla pittura con una visione purista, basata sul dato cromatico e l’abbandono del pennello come forma, per orientarsi verso una visione nettamente spaziale sino a immaginare delle installazioni architettoniche di vele tinte e dipinti.

Nel 1978 è invitato dal Fine Art Center dell’Università del Massachusetts e inizia una lunga serie di attività e collaborazioni negli Stati Uniti, dove insegna incisione e tecniche di affresco per 25 anni al Kala Art Institute a Berkeley.

Durante gli anni in America realizza numerose installazioni in sedi pubbliche e private, come a Bryant Park e al City Corp a New York.

Sandro Martini, Ladro di sogni, 1997, litografia in bianco e nero, 49 x 90 cm, foto di Matteo Zarbo
Collezione m.a.x. museo, Chiasso

Parallelamente, in Italia partecipa a diverse mostre realizzando sovente grandi installazioni; si ricordano a tal proposito quella a Palazzo Citterio a Milano (1981), nella Sala delle Grida alla Borsa Valori di Milano (1983) e al Piazzale Michelangelo a Firenze (1989).

Nel 1993 gli viene dedicata una mostra antologica al Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, mentre nel 2004, alla Casa della Carità di Milano, crea un’installazione permanente di tele e vetri che occupa quattro piani di scale.

Sandro Martini durante l’allestimento dell’installazione allo Spazio Officina a Chiasso,
foto di Carlo Pedroli / Chiasso, giugno 2018

Fra le numerose installazioni di Sandro Martini menzioniamo quella di dipinti, tele colorate e nastri alla Barclay Simpson Fine Arts Gallery, Lafayette (San Francisco, 1987); l’imponente installazione permanente Glass Memory (vetri incisi e parete ad affresco) realizzata con lo studio canadese architectsAlliance, commissionata dalla Municipalità di Toronto (2012); Atuttosesto presso la Casa del Mantegna (Mantova, 2015).

L’inaugurazione dell’installazione Sandro Martini. Visioni di una performance ha luogo mercoledì 6 giugno 2018 alle ore 19.00, alla presenza dell’artista Sandro Martini, di Davide Dosi, capo Dicastero Educazione e Attività culturali di Chiasso, di Riccardo Blumer, direttore dell’Accademia di architettura di Mendrisio (Università della Svizzera italiana), di Luigi Sansone, storico e critico d’arte contemporanea, e di Nicoletta Ossanna Cavadini, direttrice del m.a.x. museo e dello Spazio Officina di Chiasso. In occasione del vernissage viene presentato il catalogo ragionato delle opere di Sandro Martini (Postmedia, Milano 2017), a cura di Luigi Sansone.

Ritratto di Sandro Martini, foto di Carlo Pedroli / Chiasso, giugno 2018

SANDRO MARTINI. VISIONI DI UNA PERFORMANCE

Spazio Officina (Via Dante Alighieri 4), Chiasso (Svizzera)

7–17 giugno 2018

Orari

martedì–venerdì, ore 14.00–18.00

sabato–domenica, ore 10.00–12.00 e 14.00–18.00, lunedì chiuso

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Perchè quel dipinto vale così tanto? https://www.artevarese.com/perche-quel-dipinto-vale-cosi-tanto/ https://www.artevarese.com/perche-quel-dipinto-vale-cosi-tanto/#respond Thu, 31 May 2018 16:31:47 +0000 https://www.artevarese.com/?p=45358 Nel cuore del centro storico di Milano, all’interno del noto distretto delle 5vie, sorge il quartiere più antico della metropoli lombarda, dal sapore ancora romano e medievale. Tra i palazzi storici, le Chiese, i musei e le botteghe, si trova l’affascinante SPAZIOBIGSANTAMARTA, una punta di diamante incastonato nelle vecchie mura di un convento duecentesco, che è […]

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Nel cuore del centro storico di Milano, all’interno del noto distretto delle 5vie, sorge il quartiere più antico della metropoli lombarda, dal sapore ancora romano e medievale. Tra i palazzi storici, le Chiese, i musei e le botteghe, si trova l’affascinante SPAZIOBIGSANTAMARTA, una punta di diamante incastonato nelle vecchie mura di un convento duecentesco, che è stato location ideale per un dibattito (assolutamente attuale) a sfondo “artistico”.

«Novecento da rivalutare» il titolo della serata, che ha catturato l’attenzione di un vasto numero di collezionisti, galleristi, artisti, e appassionati che si sono riuniti per porre mano a un problema non trascurabile: perché decine di pittori italiani del Novecento sono dimenticati dal mercato e esclusi dalle grandi fiere?

Come sappiamo (o semplicemente immaginiamo) il mercato dell’arte è un mondo particolarmente complesso. Pensiamo solo per un istante a quelle “aste da copertina”, ove indiscussi capolavori riescono a sfiorare cifre umanamente impensabili, uno per tutti il nudo di Modigliani battuto di recente da Sotheby’s per 157 milioni di dollari, e chiediamoci: perché quel dipinto vale così tanto? Perché altri invece no?

Si sa, da anni ormai l’arte contemporanea è il settore trainante a livello globale del mercato dell’arte. L’arte contemporanea attrae, colpisce e stupisce. Incanta con le sue forme e nonforme, le sue astrazioni e i suoi concetti. È in grado di configurarsi come elevata esperienza personale o come mero investimento economico di avidità. Chi ha avuto il privilegio di acquistare in asta un Fontana, un Burri o un Manzoni… (generosamente premiati dai risultati di vendita) non può che ritenersi più che soddisfatto! Nessun rischio di svalutazione per i grandi maestri! E gli altri? Che sorte spetta loro?

Proprio di questo hanno parlato Paolo Biscottini, presidente della Fondazione Guido Pajetta, Paolo Manazza, pittore e giornalista, Giancarlo Macchi, consigliere Finarte e Marina Mojana, art advisor di Intesa San Paolo Private Banking, moderati dal gallerista James Rubin, ospiti della conferenza «Novecento da rivalutare».

Gli esperti sono riusciti, nel giro di un paio d’ore, a intessere una fitta rete di suggestioni, suggerimenti e provocazioni con il dichiarato intento di scuotere l’opinione dei presenti e spingerli alla riflessione e alla successiva comprensione – senza svelare la soluzione – del motivo per cui alcuni artisti meritano più di altri e perché questi ultimi vengono relegati a una condizione di “minoranza” quando, in realtà, non hanno nulla a che invidiare ai grandi nomi della storia dell’arte.

Alla luce di quanto detto finora, come rispondiamo, quindi, alla domanda: perché decine di pittori italiani del Novecento sono dimenticati dal mercato e esclusi dalle grandi fiere?

Ai lettori la sentenza…

Giulia Lotti

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La sottile linea rossa di Fred Sandback https://www.artevarese.com/la-sottile-linea-rossa-di-fred-sandback/ https://www.artevarese.com/la-sottile-linea-rossa-di-fred-sandback/#respond Sun, 20 May 2018 08:00:49 +0000 https://www.artevarese.com/?p=45109 A volte la rarefazione rivela l’essenza delle cose. Il minimalismo formale e sostanziale di Fred Sandback (1943 Bronxville – 2002 New York) definisce gli spazi della Cardi Gallery, con fili elastici creando una percorribilità fisica e percettiva tale da aprire a singolari vie interpretative. Sottilissimi steli rossi attuano tragitti tra la superficie e la parte alta […]

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A volte la rarefazione rivela l’essenza delle cose.

Il minimalismo formale e sostanziale di Fred Sandback (1943 Bronxville – 2002 New York) definisce gli spazi della Cardi Gallery, con fili elastici creando una percorribilità fisica e percettiva tale da aprire a singolari vie interpretative.

Sottilissimi steli rossi attuano tragitti tra la superficie e la parte alta della Galleria.

Quelle linee minimali danno vita a una equazione logistica tra due spazi: superiore e terreno.

All’apparenza quasi nulla, nella realtà il tutto sinteticamente definito con estreme unità di misura.

Lo sguardo compie percorrenze e nei suoi tragitti prende coscienza del  fondamentale rapporto di equilibri tra osservatore, opera, luogo.

Immediato il rimando cinematografico de “La sottile linea rossa”, dove la cromia del tratto definisce il confine tra l’esistenza e il suo annullamento.

L’idea di un progetto origina quasi sempre da un disegno che sovente assume lo stato di opera d’arte.

Tale accezione appare nelle opere presenti nello spazio superiore della Galleria; l’angolo di congiunzione tra due pareti è definito da un tratto continuo tale da assumere l’apparenza di una cornice creando con sintesi estrema uno spazio nello spazio.

 

Fred Sandback – Milano, Cardi Gallery, Corso di Porta Nuova 38. Fino al 6 luglio. Orario: lunedì-venerdì 10-19.

 

Mauro Bianchini

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L’intimo essenziale di Francesco Vella [VIDEO] https://www.artevarese.com/intimo-essenziale-francesco-vella https://www.artevarese.com/intimo-essenziale-francesco-vella#respond Mon, 26 Mar 2018 11:30:18 +0000 https://www.artevarese.com/?p=43836 http://video.artevarese.com/servizi-artevarese/2018/03/28/francesco_vella.mp4 Chiasso – Chitarrista rock nel gruppo “Dr. Chattanooga & The Navarones”, diplomato all’Accademia delle Belle Arti di Brera, calciatore nei primissimi anni di vita, Francesco Vella è il “genius loci” su cui punta oggi lo Spazio Officina del m.a.x. Museo di Chiasso (Svizzera) con Visioni dell’arte: la ricerca del segno in pittura, la prima mostra antologica dedicata all’artista ticinese. L’esposizione […]

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Chiasso – Chitarrista rock nel gruppo “Dr. Chattanooga & The Navarones”, diplomato all’Accademia delle Belle Arti di Brera, calciatore nei primissimi anni di vita, Francesco Vella è il “genius loci” su cui punta oggi lo Spazio Officina del m.a.x. Museo di Chiasso (Svizzera) con Visioni dell’arte: la ricerca del segno in pittura, la prima mostra antologica dedicata all’artista ticinese.

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L’esposizione ripercorre più di trent’anni di intensa attività creativa e ricerca pittorica, attraverso 200 opere, dalle prime esperienze degli anni Ottanta fino agli ultimi lavori inediti, le cancellazioni del contemporaneo.

Nato a Caneggio nel 1954, dopo gli anni di Brera Francesco Vella attraversa esperienze postinformali dove, dentro le paste magmatiche del colore, incorpora oggetti e immagini tolti dai più disparati contesti culturali, dalle civiltà antiche all’attuale società dei consumi, come anche pelouche, pistole giocattolo. Fin dai suoi esordi, quindi, la pittura di Vella, più che indirizzata alla ricerca formale si profila come riflessione sui complessi e mutevoli concetti d’identità, di fragilità, di pericolo in rapporto a quanto ci circonda o ci invade, come pure a quanto ci sta dentro o ci appartiene in profondo.

Con il passare degli anni, lo sguardo pittorico di Vella si è poi sempre più inoltrato dentro l’interiorità dell’io e l’espressione artistica si è fatta anche strumento di resistenza nei confronti della potenza dei media e dell’invasiva comunicazione contemporanea. Costante è il dialogo tra la dimensione interiore e l’infinito, così come il lavoro di ricerca sulla detrazione, sul tirarsi indietro, sul riportare all’essenziale.Francesco-Vella-1-min-300x295

La perfezione è un concetto a cui aspirare,        poi si supera attraverso l’imperfezione”  (Francesco Vella)

La sua opera, declinata in prevalenza sulle forme dei cerchi, dei triangoli e dei quadrati, è una continua riflessione esistenzialista, centrata sulla critica alla comunicazione contemporanea. Il ragionamento sulle forme, sui concetti di tempo, di spazio e di vuoto, di assenza, che abbraccia la minimal art, è un percorso di interiorizzazione dei significati. Si inserisce e dialoga con il panorama dell’arte contemporanea collocandosi di diritto tra le avanguardie, orientate, con uno sguardo al presente, a cogliere lampi dal futuro.

La visione interiore è quindi la chiave di lettura di un artista che si agita e si muove nel dialogo con il contemporaneo, ma che soprattutto guarda avanti, alle cose che stanno per avvenire. Non le cose come sono, ma come vengono percepite.francesco-Vella-6-min-200x300

Carta, cartone, legno, intonaco, muro: ampia è la varietà di materiali utilizzati, da poliuretano espanso, metallo e plastica del periodo informale, a legno, plexiglas, pietra, carta, cartoncino, cartone pressato, MDF, tele e tavole stese con le velature e ricongiunte, con il segno della ricongiunzione alla maniera di una sutura.

L’antologica, curata da Dalmazio Ambrosioni, critico d’arte, e Nicoletta Ossanna Cavadini, direttrice del m.a.x. museo e dello Spazio Officina, pone l’accento in particolare sull’opera grafica dell’artista, fondamentale nel suo percorso e di raffinata esecuzione: dalla serigrafia all’incisione, dall’assemblaggio al collage, dal disegno alla tempera.

In mostra per la prima volta opere provenienti da una cinquantina di collezionisti privati, insieme a quelle donate al m.a.x. Museo e quelle dell’archivio personale di Vella.

Alessia Zaccari

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FRANCESCO VELLA
VISIONI DELL’ARTE: LA RICERCA DEL SEGNO IN PITTURA
Spazio Officina (Via Dante Alighieri 4), Chiasso (Svizzera)
Fino al 29 aprile 2018

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Orari della mostra

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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