Collezione Agrati Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/tag/collezione-agrati/ L'arte della provincia di Varese. Thu, 02 Aug 2018 08:27:14 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.5 https://www.artevarese.com/wp-content/uploads/2017/05/cropped-logo-1-150x150.png Collezione Agrati Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/tag/collezione-agrati/ 32 32 Da Melotti a Warhol a Fontana https://www.artevarese.com/da-melotti-a-warhol-a-fontana/ https://www.artevarese.com/da-melotti-a-warhol-a-fontana/#respond Sat, 28 Jul 2018 06:00:41 +0000 https://www.artevarese.com/?p=46207 “Arte come collezione”, a cura di Luca Massimo Barbero è composta da opere provenienti dalle acquisizioni di Luigi e Peppino Agrati, illuminati imprenditori che  acquistarono nel tempo lavori delle più significative personalità dell’arte contemporanea donando poi alla scomparsa dei due fratelli, per volontà della moglie Mariuccia, l’intero patrimonio a Banca Intesa. La mostra, che conta […]

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“Arte come collezione”, a cura di Luca Massimo Barbero è composta da opere provenienti dalle acquisizioni di Luigi e Peppino Agrati, illuminati imprenditori che  acquistarono nel tempo lavori delle più significative personalità dell’arte contemporanea donando poi alla scomparsa dei due fratelli, per volontà della moglie Mariuccia, l’intero patrimonio a Banca Intesa.

La mostra, che conta 73 opere, accoglie i visitatori con la figura del “Savio” di Fausto Melotti, eccezionale nella sua forma pura e assoluta.

Si prosegue con gli straordinari disegni – progetto di Christo, artista che, presente a Milano nel 1970, fu al centro di controversie politiche, in quanto impacchettò il monumento di Vittorio Emanuele II in piazza Duomo.

A fronte di quel fatto si opposero i monarchici che costrinsero l’artista a rimodulare il suo intervento sul Leonardo, davanti a Palazzo Marino.

Ma il rapporto tra l’imprenditore e Christo non si fermò qui, Peppino Agrati , scomparso nel 1990, gli commissionò due interventi per il giardino della sua villa.

A offrire un importante sguardo sull’arte degli anni ’60 contribuisce la sequenza numerica di Mario Marz che si ispirò alla teoria concepita, nel XII secolo, dal matematico pisano Leonardo Fibonacci.

Nella raccolta dei raffinati collezionisti, non potevano mancare opere di Kounellis elaborate mettendo in luce un alfabeto grafico di segni, forme, lettere e numeri.

Passando alla pittura si arriva a Mario Schifano, per anni costantemente in polemica  con i colleghi d’oltre oceano per il costante ricorso alla serigrafia.

La se pur minima descrizione dell’intera straordinaria e imperdibile mostra, impegnerebbe pagine e pagine, poiché si dovrebbero affrontare nomi che vanno da Burri a Warhol, da Twombly a Basquiat, da Rauscemberg a Klein.

Ma a nostro avviso spicca su tutti, l’opera  di Lucio Fontana; unica per l’assolutezza formale dei “tagli” e della loro armonica sequenza.

“Arte come rivelazione” – Dalla collezione di Luigi e Peppino Agrati, Milano, Gallerie d’Italia, Piazza della Scala 6. Fino al 19 agosto. Orari: martedì-domenica 9,30-19,30; giovedì 9,30-22,30

 

Mauro Bianchini

 

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La grande mostra della Collezione Luigi e Peppino Agrati https://www.artevarese.com/la-grande-mostra-della-collezione-luigi-e-peppino-agrati/ https://www.artevarese.com/la-grande-mostra-della-collezione-luigi-e-peppino-agrati/#respond Sat, 19 May 2018 10:00:32 +0000 https://www.artevarese.com/?p=45086 Poco più di un anno fa, a 98 anni d’età, moriva Luigi Agrati. Insieme ai fratelli Carlo e Peppino, aveva fondato una delle aziende leader di mercato nei sistemi di fissaggio, ora guidata dal nipote Cesare, rimasta fortemente legata al suo territorio, la Brianza – la sede è a Veduggio – e diventata oggi un […]

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Poco più di un anno fa, a 98 anni d’età, moriva Luigi Agrati. Insieme ai fratelli Carlo e Peppino, aveva fondato una delle aziende leader di mercato nei sistemi di fissaggio, ora guidata dal nipote Cesare, rimasta fortemente legata al suo territorio, la Brianza – la sede è a Veduggio – e diventata oggi un Gruppo multinazionale che conta 2500 dipendenti.

Luigi e il fratello Peppino erano imprenditori illuminati, sensibili ai nuovi movimenti e alle nuove tendenze che avanzavano, non senza contraddizioni e critiche, nell’arte in quel periodo di tempo che va dalla fine degli anni Sessanta agli anni Novanta. E hanno portato avanti una collezione, arricchitasi nel corso degli anni, di lavori di artisti nazionali e internazionali, soprattutto americani, con una intuizione e una sensibilità uniche, prima che la loro fama fosse ufficialmente riconosciuta e certificata.

Ma gli Agrati non si sono limitati all’acquisto di opere, hanno voluto anche conoscere gli artisti che le realizzavano, parlando con loro, cercando di entrare nel loro mondo creativo. Importante il rapporto che hanno avuto con Fausto Melotti, sia quello dell’esperienza astratta che quello delle opere in ceramica e della sperimentazione dei metalli duttili, e Lucio Fontana, di cui acquistarono il raro “Concetto spaziale” del 1957, che possiamo definire prodromo dei suoi “tagli”.

Tra gli artisti italiani, da segnalare numerosi artisti tra i quali Piero Manzoni, Enrico Castellani, Alberto Burri, Mario Schifano e Jannis Kounellis. Sempre nel tema del naturale-artificiale importante risulta la ricerca di Pino Pascali con la “Ricostruzione della balena” una finta scultura, un fossile bianco, che galleggia quasi sul pavimento, diffondendo attorno a sé un’aura metafisica.

Altri artisti importanti di cui gli Agrati acquisteranno le opere sono anche Mario Merz e Piero Gilardi, poi raggruppati nella definizione di “arte povera”. Molti altri lavori di Alighiero Boetti, Michelangelo Pistoletto, ecc. andranno a costituire la loro incredibile collezione. Ricordiamo che lo stesso Germano Celant, cui si deve la definizione di “arte povera”, curerà nel 2002 il catalogo intitolato “Un folle amore” (dal titolo di un’opera di Melotti), che illustra proprio la collezione Agrati. Collezione che nel 2004 verrà donata, con un gesto di grande liberalità, a Intesa San Paolo.

Tra gli artisti stranieri profondo il rapporto di amicizia che si instaurò tra Peppino Agrati e Rauschenberg. Ma non mancano anche altri artisti importanti come Andy Warhol e Jean- Michel Basquiat che riuscirono a suscitare l’interesse e la curiosità dei due appassionati collezionisti.

Lo stesso Christo, che era arrivato a Milano all’inizio degli anni Settanta per “impacchettare” alcuni monumenti al centro della città, diventerà loro amico, tanto che gli verrà commissionata la scenografia del giardino delle rose della loro villa.

Per la prima volta, anche il pubblico milanese potrà ammirare una selezione di queste opere (74 lavori), cogliendo così l’opportunità di apprezzare l’impegno, il gusto, la generosità e la lungimiranza di questi imprenditori, che pur riconoscendo nel lavoro quasi una religione laica, non hanno mai dimenticato l’importanza dell’espressione artistica, intercettando con estrema sensibilità l’atmosfera di un’epoca e i suoi, spesso convulsi, cambiamenti, insieme all’esigenza di “rivelare” (il titolo della mostra è proprio “Arte come rivelazione”) e condividere un patrimonio culturale e sociale che rispecchia un’epoca e ci aiuta a interpretarne il senso.

La Mostra è stata curata da Luca Massimo Barbero.

 

Ugo Perugini

Gallerie d’Italia – Piazza della Scala 6 Milano – Arte come rivelazione – da martedì a domenica 9,30-19,30; giovedì 9,30-22,30; lunedì chiuso. Ingresso gratuito.

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