Gavirate Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/tag/gavirate/ L'arte della provincia di Varese. Tue, 02 Feb 2021 08:53:37 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.5 https://www.artevarese.com/wp-content/uploads/2017/05/cropped-logo-1-150x150.png Gavirate Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/tag/gavirate/ 32 32 Magia, pittura e poesia alla Corte dei Brut https://www.artevarese.com/magia-pittura-e-poesia-alla-corte-dei-brut/ https://www.artevarese.com/magia-pittura-e-poesia-alla-corte-dei-brut/#respond Tue, 26 Jun 2018 16:13:55 +0000 https://www.artevarese.com/?p=45803 L’incanto di un’incontro in cui pittura, poesia e danza si mescolano nel nome dell’arte. Soraya Cordaro, poetessa e danzatrice, e Manuela Vasconi, insegnante e pittrice di ritorno da una mostra in Romania, celebrano insieme la magia dell’estate accostando le proprie opere in una mostra alla Corte dei Brut di Groppello. Funamboli nella meraviglia della realtà, […]

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L’incanto di un’incontro in cui pittura, poesia e danza si mescolano nel nome dell’arte. Soraya Cordaro, poetessa e danzatrice, e Manuela Vasconi, insegnante e pittrice di ritorno da una mostra in Romania, celebrano insieme la magia dell’estate accostando le proprie opere in una mostra alla Corte dei Brut di Groppello. Funamboli nella meraviglia della realtà, questo il nome del percorso espositivo, propone un racconto favolistico e immaginativo in cui le parole di 22 poesie, o perle di luce, si accompagnano alle suggestioni delle narrazioni pittoriche, in un dialogo in costante tensione tra realtà e immaginario.

Frequenti, nella pittura della Vasconi, i richiami alla magia blu della notte, all’incanto delle stelle, alle lezioni di Chagall, Van Gogh, Kokoschka. A quest’ultimo in particolare Manuela Vasconi dedica l’opera “Istinto di conversazione”, tratta dal racconto di Giorgio Itras, ispirato alla storia realmente accaduta a due innamorati.

A fatti reali si ispira anche il dipinto “Il vento e l’anima”, che cita un episodio della Seconda Guerra Mondiale trasfigurandolo in chiave surrealista. In ogni opera è nascosta una storia, si cela il racconto di un fatto, di una situazione reale, o anche mitologica. Manuela Vasconi è capace di trasformare le storie della vita, sua o di amici, in racconti onirici o immaginari. Tra i colori accesi dei dipinti emergono lo studio della storia e della filosofia, per un’arte che ha sì certamente anche connotazioni emotive, ma che è essenzialmente orientata alla narrazione di qualcos’altro, con rimandi e riferimenti culturali da scoprire anche nelle stesse parole dell’artista.

Tra gli ultimi quadri, Omaggio ad Andersen e alla sua fiaba sull’Ombra, e Il filo di Arianna, un inno alla libertà e alla capacità di autodeterminazione femminile.

 

Funamboli nella meraviglia della realtà
21 giugno – 5 luglio 2018
Inaugurazione 21 giugno – h 19
Manuela Vasconi – Soraya Cordaro

 

Alessia Zaccari

 

 

 

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Mostre o ricordi? https://www.artevarese.com/mostre-o-ricordi/ https://www.artevarese.com/mostre-o-ricordi/#respond Tue, 26 Jun 2018 04:19:47 +0000 https://www.artevarese.com/?p=45761 Se l’altr’anno, protagonista artistica dell’evento è stata l’indiscussa “Signora degli orologi” di Maurizio Cattelan, quest’anno sono ben due le mostre inaugurate al Chiostro di Voltorre in occasione dell’Alzheimer Fest. La prima, dal titolo «Alzheimer Circle», riunisce una serie di cinquanta opere (stampe fotografiche, sculture, quadri, installazioni e video) realizzate da dodici artisti con e senza Alzheimer. I […]

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Se l’altr’anno, protagonista artistica dell’evento è stata l’indiscussa “Signora degli orologi” di Maurizio Cattelan, quest’anno sono ben due le mostre inaugurate al Chiostro di Voltorre in occasione dell’Alzheimer FestLa prima, dal titolo «Alzheimer Circle», riunisce una serie di cinquanta opere (stampe fotografiche, sculture, quadri, installazioni e video) realizzate da dodici artisti con e senza Alzheimer. I lavori selezionati per l’occasione toccano temi caldi volti alla sensibilizzazione dell’osservatore su questioni come: l’ecologia, il valore della singolarità, la massificazione, il sostegno reciproco, l’istinto creativo, la valorizzazione delle capacità residue e il linguaggio iconografico primordiale.

Un percorso esplorativo – quello proposto – nel mondo dell’arte accessibile a tutti (e non solo alle persone affette dall’Alzheimer) che vuole da un lato ridurre le differenze socio-culturali e dall’altro sensibilizzare il visitatore al valore della singolarità.

La mostra è stata pensata per essere una vera e propria base comune, una piattaforma, un luogo dove anche chi è (o si sente) diverso ha un suo spazio e dove la comunicazione diventa aperta e condivisa ai vari linguaggi artistici, culturali e sociali…

Sarà inoltre possibile, durante l’intero periodo della mostra dal 16 giugno al 15 luglio 2018, partecipare a giornate dedicate e workshop condotti da artisti e terapisti. Gli appuntamenti daranno molto spazio alla creatività e manualità dei partecipanti, e andranno a ridurre le dissonanze nell’Alzheimer, focalizzandosi sul sostegno delle risorse dell’individuo e sull’essere nel fare. I laboratori intergenerazionali ed interculturali principali saranno di: ricamo, orto, riciclo, arte, stimolazione sensoriale-cognitiva e musica.

 

 

 

La seconda, dal titolo «Amore a prima vista. Memorie preziose», è invece una mostra fotografica di Alessandra Battaggi che per l’occasione ha catturato in immagini, dal sapore austero e mistico, una serie di abiti da sposa del tempo passato.      L’esposizione vuole essere un’esca per la memoria, vuole invitare a ricordare. Legare un ricordo a un’emozione, per suscitare memorie preziose, è il principale scopo della mostra – possibile grazie all’aiuto di amici e Case di riposo – che non vuole evocare solamente un sentimento di nostalgia ma vuole porre l’accento su tutte quelle persone che ogni giorno lottano contro un’emarginazione non volontaria, di chi vive nella difficile condizione di una memoria intermittente, disorientato nel tempo e dello spazio a causa di una malattia degenerativa del cervello.

  

Alzheimer Circle Chiostro di Voltorre – Piazza Chiostro, 23, 21026 Gavirate

16 giugno – 15 luglio 2018

Amore a prima vista. Memorie preziose Chiostro di Voltorre – Piazza Chiostro, 23, 21026 Gavirate

19 giugno – 14 luglio 2018

Per maggiori informazioni: https://www.facebook.com/AlzheimerFest/

 

Giulia Lotti

 

 

 

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“L’ultimo sole” racconta la storia di Radio Gavirate https://www.artevarese.com/lultimo-sole-racconta-la-storia-di-radio-gavirate/ https://www.artevarese.com/lultimo-sole-racconta-la-storia-di-radio-gavirate/#respond Fri, 22 Jun 2018 10:30:26 +0000 https://www.artevarese.com/?p=45641 “L’ultimo sole” di Pepe Del Torchio ripercorre i dieci anni di vita di Radio Club Gavirate intrecciando il racconto della vita – troppo breve – dell’emittente con quello della sua città, con i suoi pensieri, con il tema del ruolo fondante della sua famiglia e con la lettura della grande amicizia de “i Ragazzi di […]

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“L’ultimo sole” di Pepe Del Torchio ripercorre i dieci anni di vita di Radio Club Gavirate intrecciando il racconto della vita – troppo breve – dell’emittente con quello della sua città, con i suoi pensieri, con il tema del ruolo fondante della sua famiglia e con la lettura della grande amicizia de “i Ragazzi di Radio Gavirate”, che rese possibile un’esperienza indimenticabile.

“L’ultimo sole” richiama malinconicamente un tempo lontano. Del Torchio narra con delicatezza e affetto i momenti passati, incontri, esperienze che, pur appartenendo a un momento finito per sempre, hanno lasciato un’eredità positiva e importante.

Il volume è ricco di momenti di poesia, in cui Pepe ricorda anche la bellezza di Gavirate, madrina affettuosa e accogliente, con i suoi luoghi deputati. Oltre al Lago e al suo panorama, c’era la pizzeria-pasticceria La Siciliana gestita da Ignazio e dalla moglie, dove i ragazzi di Radio Club Gavirate si ritrovavano alla fine delle trasmissioni per prolungare la gioia di stare insieme e il Bar Veniani, ai cui tavolini hanno bevuto il caffé personaggi indimenticabili come la Regina Elena di Savoia e il maestro Giuseppe Verdi. Qui i ragazzi di RCG si trovavano la domenica mattina.

«Radio Gavirate è nata nel 1976. Ha vissuto per una decina d’anni e ha “trasmesso” la storia del paese. – racconta Luigi Roberto Barion, già direttore responsabile di RCG, immergendosi nel passato – C’era un ragazzo, Giuseppe Del Torchio, soprannominato Pepe, che aveva fatto il Liceo Classico a Varese ed era – ieri come oggi – un tipo un po’ genialoide. Aveva tante idee e sapeva vedere un passo avanti. Allora stavano nascendo le prime televisioni e radio libere e, con un gruppo di amici con cui giocava a calcio – lui era ed è un grande appassionato della Juventus tanto che l’ultimo capitolo del libro è dedicato proprio alla squadra bianconera – Pepe ha messo in piedi questa radio. Inizialmente era un gioco, un divertimento. Poi, pian piano, è diventata una realtà importante».

Gli occhi di Barion si acendono ricordando i tempi in cui, secondo le parole di Pepe,  “Radio Gavirate copriva un raggio di soli 500 metri, ma poco importava, quello che dava entusiasmo era che da una consolle ideata su una vecchia stufa anni ’50 e un’antenna improponibile, Sergio riuscisse a farci credere di avere, in quell’inizio d’estate del ’76, una radio tutta nostra”. E, ancora, “Tutto quello che ho vissuto in quel periodo ancora oggi mi sembra unico, impareggiabile!”.

 

«Credo che, negli ultimi 50 anni, a Gavirate ci siano state davvero tante importanti iniziative, – aggiunge l’ex-direttore – come la recente Università per Anziani, che vede la partecipazione di 200 persone tutti i lunedì. Però sono cose che fanno parte della cronaca: durano una giornata, un mese, sei mesi. E poi tutto va nel dimenticatoio. Solo tre eventi, in questi cinquant’anni, hanno fatto la Storia del paese: il primo è stato una rassegna culturale di oltre un mese che risale al 1978, organizzata dall’allora sindaco Romano Oldrini. Si trattava di una mostra d’arte moderna intitolata “Cara morte”, allestita al Chiostro di Voltorre e passata alla storia nazionale».

«Il secondo evento – continua Barion – fu una mia iniziativa, poi realizzata insieme ad altri nel 2009, ovvero l’Incoronazione della Madonna Addolorata con una corona d’oro e pietre preziose da parte dell’allora cardinale di Milano Dionigi Tettamanzi. L’idea entrò nella storia di Gavirate perché, per realizzare la corona, tutto il paese venne coinvolto nella raccolta di oro, grazie a una devozione che dura da tre secoli».

«Il terzo fatto da ricordare e poi passato alla storia fu Radio Gavirate, che ha lasciato veramente un segno: la partecipazione non era di gruppi ristretti e chiusi, ma comunitaria e aperta. C’erano giovani e anziani, gente di destra e di sinistra, studenti e pensionati. La radio raccontava la storia del paese: la storia passata, presente e futuribile. E, naturalmente, non mancavano molta musica e le dediche».

Il racconto di Pepe Del Torchio, ben introdotto dalle parole del fratello Don Luigi, è arricchito da immagini che possiamo dire storiche e si suddivide in 26 capitoli. Toccando le tante  sfaccettature di quell’avventura, i giovani amori e il grande desiderio di costruire qualcosa di grande, ci conduce sulle strade di Gavirate, nella storica sede della radio alla Cascina Clementina, e presenta il palinsesto innovativo e attuale messo a punto da quel gruppo di precursori.

Come racconta Barion, «nell’ambito di questa attività sono state realizzate alcune cose veramente incredibili. Una su tutte, Radio Club Gavirate è stata la prima radio o televisione libera in Lombardia che abbia realizzato una diretta del Consiglio Comunale. Allora, a Gavirate, per avere l’autorizzazione, sono intervenuti il Ministero dell’Interno e la Prefettura di Varese. Abbiamo fatto una cosa epocale. Ne parlarono i giornali di mezz’Italia. Poi si possono segnalare tante altre iniziative, come le feste in piazza e al Cinema Eden, i pranzi con 300 persone e l’idea di creare una bottiglia di Vino di Gavirate. Abbiamo anche raccolto qualche milione di lire per aiutare una bambina del paese che doveva subire un’intervento molto delicato in un’altra città. C’era una grande partecipazione: ecco perché la storia della radio è veramente una delle tre cose che ricordiamo!».

Sulle pagine de “L’ultimo sole” Pepe, tornando agli inizi della radio nel gennaio del ’77 scrive: “Chi sta leggendo, non conoscendo i palinsesti di quel periodo, non può neppure immaginare la superba qualità del lavoro di quel primo semestre. Trasmissioni ricche di idee, contenuti originali, fantasie giocose … come il superprogramma della domenica pomeriggio che coinvolgeva a turno tutti i ragazzi/e della radio”.

«Se la prima parte de “L’ultimo sole” è dedicata alla famiglia Del Torchio, una famiglia tradizionale, cattolica, ricca di grandi ideali e insegnamenti – prosegue Barion – e alla fine c’è l’amata Juventus, il resto del libro racconta tutta la storia della radio.

Gli incontri con Piero Chiara e Renato Guttuso. Quell’intervista di Claudio a Baglioni negli anni ’70, quando non era ancora famoso! Ospitammo anche Indro Montanelli. La mia rubrica settimanale si chiamava “Io e…”. Credo che siamo stati i primi a confrontare la stessa notizia su sei o sette quotidiani nell’appuntamento delle 10 del mattino! Pepe racconta tutto, anche di quando, a tre quarti dell’attività, miracolosamente è stato assegnato a Radio Gavirate il premio Dante Alighieri! Uno dei più prestigiosi riconoscimenti italiani conferiti in ambito culturale. Sono state fatte delle cose veramente eccezionali. ».

Il volume presenta tanti momenti intimi, come le dichiarazioni d’amore per la mamma Maria – mancata troppo giovane dalla vita dei suoi cari – e per il papà Battista, che si era speso per tutta la vita, lavorando lontano, per non far mancare nulla ai propri cari.


C’è il puntuale ricordo di tutti i compagni di questa entusiasmante avventura, anche per chi non c’è più e ora, magari, “trasmette da Radio Paradiso”.
E c’è soprattutto un enorme “grazie” per ogni collaboratore e ascoltatore di Radio Gavirate.

Ma poi è venuta la fine, aggiunge Barion: «La legge sull’emittenza locale è diventata delicata e la radio, che nel frattempo era diventata una cooperativa, ha dovuto chiudere per una serie di inghippi burocratici, oltre che per problemi economici. Tra l’86 e l’87, nonostante l’intervento favorevole del sindaco dell’epoca Oldrini, del prevosto Don Tiziano e di tanti altri per salvare la radio non ci fu nulla da fare”.

“Pepe Del Torchio, per ragioni familiari, è finito a risiedere in una cittadina dell’Equador con la moglie. – aggiunge Barion – Tenta di non tornare perché teme che dopo sarebbe troppo difficile andarsene un’altra volta. E’ riuscito a scrivere questo libro di memorie perché, essendo pensionato, ha avuto tempo di farlo quando non allenava i bambini a giocare a pallone!».

“La nostalgia mi prende alla gola quasi a soffocarmi – conclude infatti Del Torchio – cerco la radio, la compagnia amica di tanti momenti magici e sereni” e poi, tra parole intense, ecco la citazione di “My Way” di Frank Sinatra:
“Ho vissuto una vita piena, ho viaggiato su tutte le strade, … , ho fatto quello che dovevo fare, …, ho amato, ho riso e pianto, … , ho avuto le mie soddisfazioni e la mia dose di sconfitte, ma sempre alla mia maniera”.

Il libro “L’Ultimo sole” verrà presentato nella Sala Consiliare del Comune di Gavirate venerdì 22 giugno, alla presenza del Sindaco Alberio, del fratello dell’autore Don Luigi Del Torchio, del direttore editoriale di Radio Gavirate Roberto Luigi Barion e di alcuni dei Ragazzi di Rafio Gavirate.

Il volume “L’ultimo sole” di Giuseppe Del Torchio sarà disponibile la sera della presentazione, quindi si potrà acquistare rivolgendosi alla Pro Loco di Gavirate.

Chiara Ambrosioni

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Un Cristo del 2000 a Gavirate https://www.artevarese.com/un-cristo-del-2000-a-gavirate/ https://www.artevarese.com/un-cristo-del-2000-a-gavirate/#respond Sat, 21 Apr 2018 11:30:05 +0000 https://www.artevarese.com/?p=44330 http://video.artevarese.com/servizi-artevarese/2018/04/21/gavirate.mp4 La chiesa di San Giovanni Evangelista a Gavirate ha voluto riprendere la tradizione di cambiare la pala d’altare secondo il tempo liturgico. Don Maurizio Cantù, prevosto della città, ha accolto con gioia la proposta di Luigi Barion di arricchire la parrocchiale di una nuova tela che raffigura “un Cristo del 2000”. «Poter esporre quadri […]

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La chiesa di San Giovanni Evangelista a Gavirate ha voluto riprendere la tradizione di cambiare la pala d’altare secondo il tempo liturgico. Don Maurizio Cantù, prevosto della città, ha accolto con gioia la proposta di Luigi Barion di arricchire la parrocchiale di una nuova tela che raffigura “un Cristo del 2000”.

«Poter esporre quadri nuovi, contemporanei, in una chiesa antica come la nostra è una cosa interessante e molto bella. – sottolinea don Maurizio – Bisogna però stare attenti a non creare un contrasto troppo evidente e a rispettare il luogo per come è stato pensato originariamente».

Matteo Salsano, l’artista, ha fissato sulla tela il momento della salita al cielo: Gesù – vigoroso, pieno di luce, bello – frantuma le pietre del sepolcro, mentre i legionari cadono tramortiti; non è in piedi, secondo la raffigurazione più comune, ma si sta alzando ed è ancora simbolicamente posato sulla terra, in tutta la sua umanità. Lo illumina il candore sacrale del lenzuolo che lo avvolge.

«Quello di Salsano è un “Cristo risorto” particolare. – afferma Barion – Pur allacciandosi a quello che è il Vangelo e alla parte storica, l’artista non si è appoggiato all’iconografia classica e ha raffigurato un Cristo moderno. Ha mantenuto l’aspetto più tradizionale con le pietre spaccate e i centuroni nelle loro divise e ha giocato con i colori mostrando la terra di Israele sullo sfondo».

Salsano – che si è formato pittoricamente lavorando a fianco dell’eclettico Remo Bianco che, a sua volta, era stato vicino a Filippo De Pisis – è consapevole di essersi preso una grande responabilità nel realizzare una Resurrezione.
«Un conto è dipingere in modo istintivo, soprattutto per se stessi. – afferma – Altro è lavorare per un committente, sapendo che l’opera verrà collocata dietro l’altare in una chiesa così importante, edificata nel 1300. E’ stata un’esperienza meravigliosa: ho realizzato la prima bozza che è piaciuta, poi è come se il quadro si fosse dipinto da solo. Il pennello correva sulla tela e il risultato era proprio quello che volevo!».

Barion ricorda con emozione il momento in cui la pala è stata scoperta davanti ai fedeli. «La messa della notte di Pasqua ha una procedura liturgica molto articolata. Inizialmente la chiesa era buia, poi ha iniziato a illuminarsi, lentamente.
Quando don Maurizio ha detto “Il Cristo è risorto” la luce ha mostrato la pala con i suoi colori e la sua bellezza.


E’ stato un momento molto intenso, tra il grande stupore e il piacere dei fedeli! Da allora l’opera è illuminata ed è possibile entrare in San Giovanni in ogni momento della giornata per ammirarla».

 

Chiara Ambrosioni

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IL JAZZ DELLE FRAGARIA VESCA A GAVIRATE https://www.artevarese.com/il-jazz-delle-fragaria-vesca-a-gavirate/ Fri, 24 Nov 2017 10:08:12 +0000 http://varesearte.it/?p=40360 “Sfide di donne”: sabato 25 novembre, nella “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”, in programma alle 11, nella Biblioteca, l’esibizione del trio Fragaria Vesca. Daniela Barbera (piano e voce), Elena Valnegri (sax e voce) ed Emanuela Morandini (batteria) dedicheranno un’interessante esibizione al jazz al femminile “per condividere una riflessione sul coraggio di donne che, oggi famose, hanno vissuto una vita spesso dolorosa e difficile”. […]

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“Sfide di donne”sabato 25 novembre, nella “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”, in programma alle 11, nella Biblioteca, l’esibizione del trio Fragaria Vesca.

Daniela Barbera (piano e voce), Elena Valnegri (sax e voce) ed Emanuela Morandini (batteria) dedicheranno un’interessante esibizione al jazz al femminile “per condividere una riflessione sul coraggio di donne che, oggi famose, hanno vissuto una vita spesso dolorosa e difficile”.

“Il nostro incontro è nato dalla comune matrice del Jazz – spiega Daniela Barbera -. Io e Elena ci siamo conosciute suonando nella stessa orchestra, la Jazz for People di Vimercate. Emanuela, invece, ha iniziato la sua professione di batterista suonando altri generi, ma è entrata con gioia nel gruppo per esplorare questo mondo sonoro. Suoniamo insieme dal 2012. Il jazz è la nostra passione – continua Daniela col sorriso, ma anche con una precisa annotazione – ancora oggi, però, è in gran parte a gestione maschile: lo si può notare osservando una qualsiasi formazione jazz, dal trio all’orchestra”.

E allora un trio femminile e la scelta di un nome interessante: “L’idea è di Elena: “fragaria vesca” è la denominazione botanica della fragola, un frutto che è, in realtà, una infiorescenza: qualcosa che non è quello che sembra a prima vista. Vogliamo che anche la nostra musica sia così, difficile da catalogare. Non vogliamo essere del solito rosa, siamo ‘il jazz in rosso’!”.

In una giornata dedicata a temi dolorosi e difficili le Fragaria Vesca proporranno una storia del jazz al femminile attraverso biografie ed esecuzioni di brani di alcune tra le più significative interpreti del passato e contemporanee. Rivolgeranno poi un invito a tutte le donne: quello di non abbandonare mai i propri progetti e i propri sogni.

Sfide di donne, 25 novembre ore 11, Biblioteca di Gavirate (Varese)
http://www.varesenews.it/evento/sfide-di-donne/ 

Chiara Ambrosioni

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IL GENIO DI SALVADOR DALI’ A GAVIRATE https://www.artevarese.com/il-genio-di-salvador-dali-a-gavirate/ Fri, 03 Nov 2017 09:41:00 +0000 http://varesearte.it/?p=40051 Salvador Dalì ci ha donato una nuova lettura del mondo. In un percorso del tutto personale e suggestivo, seppur legato al movimento Surrealista del Novecento, il grande artista spagnolo ha stupito e incantato con l’essenzialità del tratto, con la forza del colore e dei simboli, con la capacità di comunicare con potenza un messaggio. “Il […]

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Salvador Dalì ci ha donato una nuova lettura del mondo. In un percorso del tutto personale e suggestivo, seppur legato al movimento Surrealista del Novecento, il grande artista spagnolo ha stupito e incantato con l’essenzialità del tratto, con la forza del colore e dei simboli, con la capacità di comunicare con potenza un messaggio.

“Il Genio di Dalì” torna oggi a sorprenderci grazie al progetto di Historian Gallery. Al centro dello spazio luminoso che ospiterà fino al prossimo mese di agosto le tavole di Salvador Dalì, il direttoreLuca Verzelloni spiega che “Historian Gallery è una realtà svizzera che opera nell’Arte da quasi trent’anni e ha già realizzato mostre, tra l’altro, alla Reggia di Caserta,a Villa Litta a Lainate, a Perugia e a Lugano. Quest’anno ha scelto Gavirate per intrecciare l’Arte con la A maiuscola con la bellezza del territorio. Il varesotto è infatti una realtà geografica pittoresca che coinvolge Piemonte, Svizzera italiana, Milano e tutta la Lombardia e permetterà a tanti appassionati la visione di opere normalmente custodite in collezioni private. Abbiamo un obiettivo prestigioso – continua Verzelloni – Il livello elevato di questa mostra verrà mantenuto anche in quelle successive. Il pubblico sta scoprendo un’esibizione eccezionale in un luogo che non ha mai ospitato nulla di questo tipo. Possiamo dire, con soddisfazione, che gli ospiti de “Il Genio di Dalì” hanno ben compreso il nostro intento: quando lasciano la mostra, dopo un’ora e mezzo di visita, sono tutti incantati!”. Un incanto spiegato dal fatto che lo spazio di Gavirate presenta 205 litografie e xilografie originali che non sono mai state esposte prima tutte insieme. Si tratta di due cicli con una storia del tutto particolare, realizzati tra gli anni Cinquanta e Sessanta e legati a due monumenti della storia, della cultura e dell’editoria italiana: la Bibbia e la Divina Commedia. “Sono forse le opere più intime che Dalì abbia mai realizzato – aggiunge il direttore dell’Historian Gallery -, quelle che meglio rappresentano un percorso interiore inedito di questo artista”. Elena Verzelloni, al lavoro con il padre e il fratello Alex nell’allestimento della mostra e nella sua presentazione, sottolinea che “la Sacra Biblia è stata commissionata a Dalì con un intento molto personale da Giuseppe Albaretto. Albaretto, oltre che un amico personale dell’artista e un facoltoso collezionista ed editore d’arte, era un uomo profondamene religioso. Voleva riavvicinare Dalì alla religione cattolica. Gli chiese quindi di illustrare 105 passaggi della Vulgata, la Bibbia latina per eccellenza, tradotta da san Girolamo alla fine del IV secolo. Il risultato fu stupefacente e, tra il 1963 e il 1964, Dalì realizzò 100 opere tra acquerelli e guazzi – per i quali viene usata una tempera più pastosa – applicando inchiostri metallizzati, tratti a matita e penna, e una nuova tecnica a spruzzo. “In alcune tavole compare infatti un’esplosione di colore sulla tela che è il frutto di un’invenzione dell’artista, una sorta di catapulta, un archibugio, grazie al quale Dalì sparava le cartucce di pittura direttamente sulla tavola, creando un effetto esplosivo di grande efficacia simbolica. Per consentire ripetuti passaggi di colore e l’utilizzo di vernici metallizzate, inusuali per il tempo, vennero infine usate delle tele molto spesse”. Le 100 tavole della “Sacra Biblia” furono edite da Rizzoli nel 1967 in oltre 1700 esemplari. Gli acquirenti potevano anche richiedere un mobile in legno realizzato proprio per accogliere i 5 imponenti volumi e consentirne la lettura. Un mobile personalizzato, con le rilegature in bianco, venne donato alla Santa Sede, che aveva autorizzato la realizzazione dell’opera. Un mobile realizzato in un legno chiaro si trova all’interno dell’Historian Gallery, a fianco dell’esposizione. Le litografie sono splendide: esprimono momenti di potenza e di riflessione, esplosioni di luce, il bene, ma anche la forza del male, in una potente fusione di rosso e nero. Devono essere guardate a lungo per poterne cogliere tutti i particolari. “In queste litografie non si riconosce subito la mano di Dalì – prosegue Erica Verzelloni -. Non compaiono i suoi tratti classici e simboli come gli elefanti, le stampelle, le ossa volanti. Molte di queste tavole sono inedite, oltre che del tutto personali nell’abbinamento dei colori e delle linee”.
E’ diversa la storia degli acquarelli di Dalì che ci guidano tra i cieli della Divina Commedia dantesca. Come spiega Erica “La Divina Commedia fu commissionata a Dalì dal Governo Italiano negli anni ‘50, in previsione del settecentesimo anniversario della nascita di Dante Alighieri, nel 1965. L’artista ha impiegato quasi dieci anni per realizzare quest’opera, costituita da 100 acquarelli: 34 per l’Inferno, 33 per il Purgatorio e 33 per il Paradiso. Fu pubblicata da Salani Arte e Scienze nel 1964. Dapprima le 100 tavole furono esposte in Italia, ma non piacquero al pubblico, forse per alcune immagini troppo forti. Vennero quindi portate a Parigi dove ebbero un enorme successo, tant’è che fu commissionata all’élite tipografica parigina dell’epoca la trasposizione degli acquarelli in xilografia. L’operazione richiese quattro anni e i maestri incisori realizzarono una media di 35 legni (matrici) a tavola – quindi un totale di circa 3500 legni – tutti intagliati a mano per riprodurre i chiaroscuri e ogni dettaglio degli originali. Un grandissimo lavoro che ci ha tramandato un viaggio di Dante nell’Oltretomba del tutto particolare, “una rilettura realizzata in nove anni di lavoro nei quali Dalì ha analizzato tutta l’opera di Dante e ne ha estrapolato personaggi, scenari e passaggi per lui significativi, per poi usare uno stile diverso in ogni Cantica. Nell’Inferno ha dato sfogo alla fantasia, elaborando dei personaggi mostruosi e scenari bui, sempre con riferimenti all’opera dell’Alighieri e ai suoi passaggi più crudi. Quello del Purgatorio è invece un percorso molto personale: le tavole si discostano a tratti dalla descrizione di Dante e sono un’interpretazione personale di Dalì. Come nella Divina Commedia il Purgatorio rappresenta la purificazione prima di arrivare in Paradiso, anche per Salvador Dalì è un percorso di redenzione, di analisi dei propri peccati. Il Paradiso, infine, è molto fedele alla descrizione. Cambiano i colori, cambiano i tratti, cambia lo scenario”.

L’avventura dell’Historian Gallery a Gavirate prende quindi il via con una mostra di grande bellezza, aperta a lungo per consentire ai visitatori di raggiungerla comodamente e osservare le opere con la concentrazione necessaria. “Stanno cominciando a muoversi anche le scuole – afferma con entusiasmo il direttore Verzelloni – persino le scuole elementari! E’ una cosa molto bella. Solitamente, la Bibbia si studia alla scuola media, ma alcuni docenti hanno visitato la mostra e hanno deciso di portare le loro classi”. Una mostra davvero per tutti.

Chiara Ambrosioni

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RICORDIAMOCI DI NON DIMENTICARE… https://www.artevarese.com/ricordiamoci-di-non-dimenticare/ Fri, 25 Aug 2017 20:39:55 +0000 http://artevarese.com/?p=41349 Dall’1 al 3 Settembre il Lido di Gavirate ospita l’eccezionale ALZHEIMER FEST. Un lungo weekend di incontri, esperienze e momenti di approfondimento, tutto all’insegna del buon umore e della spensieratezza. ALZHEIMER FEST è, quindi, il nome della festa nazionale che la città di Gavirate dedica a una delle malattie cognitive più diffuse e più discusse […]

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Dall’1 al 3 Settembre il Lido di Gavirate ospita l’eccezionale ALZHEIMER FEST. Un lungo weekend di incontri, esperienze e momenti di approfondimento, tutto all’insegna del buon umore e della spensieratezza.

ALZHEIMER FEST è, quindi, il nome della festa nazionale che la città di Gavirate dedica a una delle malattie cognitive più diffuse e più discusse in territorio italiano negli ultimi tempi.
Sono moltissimi coloro che pensano, amano e soffrono attorno alle persone affette da disturbi della cognitività. E sarà proprio questa l’occasione che permetterà loro di ritrovarsi in un’atmosfera “protetta” dominata dalla gioia dello stare insieme.
Nessuna barriera e nessun preconcetto.
Tutti saranno coinvolti, tutti si sentiranno protagonisti, grandi artisti e imperfetti sconosciuti.
Una festa dove nessuno si sentirà escluso!

Un’opportunità di incontro e di orgoglio.
“Chiamatelo se volete Alzheimer Pride. Non è un convegno” – così dicono gli organizzatori, che, però, assicurano: “Certamente si farà anche il punto su cure, ricerche, criticità, iniziative intorno alle quali aggregarsi, progetti da mettere in campo. Ma sempre con lo stile e nella cornice di una festa popolare”.

E, in questo grande scenario di benessere collettivo, non poteva certo mancare un tocco artistico in più!
Non saranno soltanto le immagini del famosissimo Maurizio Cattelan (uno tra i primi sostenitori di questa iniziativa) – che con la sua “Signora degli orologi” è riuscito a lasciarci ancora una volta a bocca aperta! – a fare da sfondo a questa imperdibile tre-giorni. Interessante, unico e divertente è anche il progetto “Ritrattando”, di Enzo Genna (animatore nel campo delle terapie non farmacol

ogiche in strutture per anziani) e del fotografo Eros Mauroner che con una sessantina di immagini di quadri famosi scaricate da Internet si sono recati in due case di riposo alle porte di Milano – Il Sole di Cinisello Balsamo e l’Istituto Agostoni di Lissone – e hanno proposto alle signore di scegliere una sola di quelle immagini, una donna in particolare, per essere poi trasformate in vere donne del rinascimento con stoffe, trucchi e pose ad hoc.
Vere dive dell’obbiettivo.
Un gioco certo ma anche una stupenda e bellissima lezione.
Si, sono persone malate di Alzheimer ma con tanta, tantissima voglia di vivere!

Le fotografie saranno esposte al chiostro di Voltorre e alcune saranno scelte come bandiere dell’Alzheimer Fest di Gavirate.

Un grazie particolare per questa iniziativa va
Al Corriere della Sera, media partner
All’AIP, l’Associazione Italiana di Psicogeriatria, come partner scientifico
Alle opere di Maurizio Cattelan
A Clet Abraham che inventato il simbolo del buffo Mister Alzeimer, che è lì a sorriderci e a ricordarci che dimenticare (l’H in una parola, un volto, una persona) non impedisce alla gente di continuare a vivere!

Per saperne di più http://www.alzheimerfest.it/IT/index.xhtml 

 

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BICKLER, PITTORE DEL DIVERTIMENTO SENSUALE https://www.artevarese.com/bickler-pittore-del-divertimento-sensuale/ Fri, 14 Jul 2017 15:46:23 +0000 http://artevarese.com/?p=41220 Paesaggi di carne e scenari marittimi, terrazze domestiche e balconi femminili. Volti stralunati, passioni godute, fisicità debordanti, ma portate con leggiadria. Sono gli ingredienti della galassia Bickler, pittore di Besozzo che da tempo inanella una serie di mostre dedicate alla propria beffarda visione della sensualità, della bellezza, del piacere. Un percorso ironicamente esistenziale ed emblematicamente […]

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Paesaggi di carne e scenari marittimi, terrazze domestiche e balconi femminili. Volti stralunati, passioni godute, fisicità debordanti, ma portate con leggiadria. Sono gli ingredienti della galassia Bickler, pittore di Besozzo che da tempo inanella una serie di mostre dedicate alla propria beffarda visione della sensualità, della bellezza, del piacere.

Un percorso ironicamente esistenziale ed emblematicamente inaugurato da una prima opera, raffigurante quello che per l’artista è il ciclo della vita. Come dire, non vantiamoci troppo: siamo tutti paragonabili a polli: più o meno robusti, più o meno vivaci. Ma tutti, inesorabilmente, destinati allo spiedo

Matteo Inzaghi

 

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