Giuseppe Montanari Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/tag/giuseppe-montanari/ L'arte della provincia di Varese. Tue, 17 Mar 2020 10:23:32 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.5 https://www.artevarese.com/wp-content/uploads/2017/05/cropped-logo-1-150x150.png Giuseppe Montanari Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/tag/giuseppe-montanari/ 32 32 Profumo di Primavera https://www.artevarese.com/profumo-di-primavera/ https://www.artevarese.com/profumo-di-primavera/#respond Sat, 14 Mar 2020 11:49:37 +0000 https://www.artevarese.com/?p=54920 «Passa e si vede, nei nuovi quadri di Montanari, la primavera; passa lasciando fra le odorose erbe le sue margherite bianche». Così scriveva Piero Chiara, commentando l’opera di Giuseppe Montanari, pittore nato a Osimo il 30 ottobre 1899 e arrivato a Varese, appena conclusa la prima guerra mondiale, per porre la propria dimora all’inizio della […]

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«Contadina picena» 1914 (olio su tela cm. 70 per 100)

«Passa e si vede, nei nuovi quadri di Montanari, la primavera; passa lasciando fra le odorose erbe le sue margherite bianche».
Così scriveva Piero Chiara, commentando l’opera di Giuseppe Montanari, pittore nato a Osimo il 30 ottobre 1899 e arrivato a Varese, appena conclusa la prima guerra mondiale, per porre la propria dimora all’inizio della maestosa strada delle quattordici cappelle che conduce al Sacro Monte e per conseguire il «diritto d’arte», cercando la giusta ispirazione e coltivando la propria tecnica.
Le stesse margherite citate da Chiara punteggiano l’erba, fresca e luminosa, della campagna che lo sfondo dice essere marchigiana, in una tela celebre del Montanari: la «Contadina picena», imponente, si tiene stretta un bimbo nella primavera della vita, mentre la stagione dona le prime tenere foglie ai rami – così affusolati da apparire quasi impercettibili – dei due alberi snellissimi, alle sue spalle. La primavera del pittore è intessuta di colori – capaci da soli di suggerire le forme – dalle pure «vibrazioni poetiche», che potrebbero ben essere riassunte in questa didascalia desunta dalla penna di Orio Vergani: «Trepido intimismo quello di Giuseppe Montanari, nelle cui vene vibra il sangue d’una primavera sfiorata da un sole ancora giovane. Montanari conosce l’arte di fermarsi a tempo, di non dire una parola più del necessario. Nel suo discorso la parola non diventa mai roca».
La primavera artistica di Montanari si specchia proprio nel quadro che abbiamo scelto, come nota puntualmente Luciano Gallina: «Abbiam visto una contadina, con un bimbo in braccio, su un prato verde smaltato di margherite, opera del 1914, ancora per alcuni versi cruda e imprecisa, ma già indicativa dell’indirizzo futuro per quel suo fermentante humus cromatico, per il coraggio di quel tappeto verde e di quella fioritura azzardata da rammemorare – in qualche misura – il coraggioso e melodioso naturalismo degli antichi pittori marchigiani o, addirittura, una trasposizione in linguaggio gentile».

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Giuseppe Montanari: «La forza del segno e del colore» https://www.artevarese.com/giuseppe-montanari-la-forza-del-segno-e-del-colore/ https://www.artevarese.com/giuseppe-montanari-la-forza-del-segno-e-del-colore/#comments Fri, 08 Nov 2019 12:16:59 +0000 https://www.artevarese.com/?p=53527 «La forza del segno e del colore». Il titolo della mostra che Antonella Piccardi e Italo Magnaguagno dedicano a Giuseppe Montanari, nella loro galleria Arteidea di via Veratti 28 a Varese, con inaugurazione alle 11 di sabato 9 novembre, ben inquadra le pennellate di uno tra gli artisti più significativi del Novecento la cui parola […]

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«La forza del segno e del colore». Il titolo della mostra che Antonella Piccardi e Italo Magnaguagno dedicano a Giuseppe Montanari, nella loro galleria Arteidea di via Veratti 28 a Varese, con inaugurazione alle 11 di sabato 9 novembre, ben inquadra le pennellate di uno tra gli artisti più significativi del Novecento la cui parola pittorica – e poetica – «non diventa mai roca», come aveva scritto Orio Vergani.
Varese dovrebbe mostrare più attenzione – ed essere più riconoscente – nei confronti del pittore nato a Osimo il 30 ottobre 1899 ma poi, subito dopo la prima guerra mondiale, arrivato in città per porre la propria dimora all’inizio della maestosa strada delle quattordici cappelle che conduce al Sacro Monte e per conseguire il «diritto d’arte», cercando la giusta ispirazione e coltivando la propria tecnica.
L’esposizione di Arteidea colma una lacuna offrendo una significativa scelta di opere che vanno dal 1919 al 1972.
Fra i quadri esposti non spiccano solo La Colazione, del 1924, e La Buona Ventura, del 1925, o altre opere che ritraggono il vissuto denso ed eterogeneo di uomini e donne, colti nelle sfumature delle loro vite, ma anche quelli dei tre figli di Montanari: Luigi, Gian Carlo e Marisa, immortalati dalla sensibilità di un papà e dal pennello di un artista di raro talento.

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