Gospel Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/tag/gospel/ L'arte della provincia di Varese. Mon, 25 Jan 2021 10:01:38 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.5 https://www.artevarese.com/wp-content/uploads/2017/05/cropped-logo-1-150x150.png Gospel Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/tag/gospel/ 32 32 Solevoci, si parte! https://www.artevarese.com/solevoci-si-parte/ https://www.artevarese.com/solevoci-si-parte/#respond Fri, 08 Jun 2018 10:02:37 +0000 https://www.artevarese.com/?p=45482 Una tradizione varesina che va indietro nel tempo e che si è consolidata negli anni ci viene raccontata da Fausto Caravati, uno dei principali esperti del settore, presidente e direttore artistico dell’associazione culturale Solevoci: “Cantare in un coro è un po’ uno stile di vita, è mettersi in gioco: l’educazione musicale concorre allo sviluppo della […]

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Una tradizione varesina che va indietro nel tempo e che si è consolidata negli anni ci viene raccontata da Fausto Caravati, uno dei principali esperti del settore, presidente e direttore artistico dell’associazione culturale Solevoci: “Cantare in un coro è un po’ uno stile di vita, è mettersi in gioco: l’educazione musicale concorre allo sviluppo della sensibilità estetica e affettiva dei giovani ma, al tempo stesso, educa allo spirito di gruppo ed alla condivisione. Dietro a un coro ci sono dei valori, delle regole, l’amore per la musica.

L’obiettivo di Solevoci è quello di diffondere la musica vocale e la coralità per scopi culturali ma anche educativi specialmente per i bambini e i ragazzi: se canti in un coro la tua vita sarà più felice e riuscirai a relazionarti meglio con le persone. Anche le persone più anziane trovano uno stimolo in questo approccio che magari prima non avevano considerato.

In Italia c’è una tradizione musicale molto importate anche corale ma il repertorio è sempre stato sacro o si parla di polifonia profana colta, musica popolare, lirica, operistica.

Per i giovani non c’è stato niente finché è nata una nuova moda del coro gospel arrivata a Varese ormai da venticinque anni e tutto è iniziato con Greensleeves gospel choir. Dopodiché la moda è diventata un’abitudine: si sono formati parecchi cori ed è nata la coralità ritmica pop, jazz, gospel, spiritual un po’ più accattivante e che è riuscita a coinvolgere l’universo giovanile.

Non per questo non sosteniamo la musica classica: Solevoci e InCanto, che in realtà sono due festival che si sono uniti, portano due anime: Solevoci la parte pop, Incanto la parte classica.

Qui il programma di Solevoci Incanto a Varese

Questa esperienza nasce già nel 2003 con un Festival Solevoci che ha le sue radici nel 1999 ma in realtà Solevoci è il contenitore di tutto quello che è successo in questi venticinque anni a Varese. Il festival del 2003 è ancora riconosciuto come il più importante evento di musica a cappella organizzato in Italia con i gruppi più importanti al mondo: Swingle Singers,Take 6, King Singers,M-Pact,The House Jacks,Flying Pickets erano tutti a Varese e si sono esibiti nell’arco di 12 giorni.

Da lì si è sviluppato un po’ tutto: dal concorso per gruppi vocali a cappella, alla scuola vocale a cappella e alla scuola per il coro, e si insegna anche la percussione vocale che viene usata nei gruppi perché viene eseguita solo con la voce. Oggi all’interno di Solevoci esistono progetti didattici diversi: il coro dei bambini delle scuole elementari e medie “Blumen Kids”, i laboratori “Gospel Lab” e “Pop Lab” aperti a tutti senza limiti di età, un gruppo di 12 ragazze che si chiama “Pop up” che cantano musica a cappella coreografata che hanno partecipato a concorsi nazionali e internazionali.

Con Gabriele Conti, direttore del coro da Camera di Varese, organizzo ora il Festival Solevoci e Incanto ma quando avevo 14 anni e ho iniziato a cantare, ho partecipato a un festival di polifonia sacra diretto proprio da lui. Tra i cori ce n’era uno spiritual, musica che non avevo mai sentito prima. Allora, incuriosito, mi sono messo a cercare nei negozi di musica gli spartiti e a Milano ho trovato quel che cercavo e così con i miei amici abbiamo iniziato a cantare. Quella canzone che avevo sentito a 14 anni era stata composta da Kirby Shaw, uno dei più grandi compositori, oggi noventenne, e nel 2007 decisi di scrivergli e di invitarlo a Varese a fare da giudice al primo concorso che avevamo organizzato. Con mia grande sorpresa accettò e così si chiuse il cerchio.

Bisogna pensare che Varese è la città d’Italia che, per numero abitanti, ospita più cori soprattutto per quel che riguarda la musica classica. Con Gabriele Conti abbiamo pensato di coniugare le esperienze di Solevoci e di Incanto in occasione del Bicentenario della città di Varese: unendo i due festival abbiamo creato un evento che, attraverso la tradizione artistico-musicale, è un attrattore turistico per le bellezze del territorio. Ai concerti che si svolgono al chiuso, programmati in teatri, sale e chiese dei principali luoghi di interesse storico e turistico, si affiancano suggestive esibizioni all’aperto nelle piazze del centro storico. Penso che sia un’idea vincente per i cori varesini che sono i principali attori ma anche per quelli ospiti che quest’anno vengono dalla Svizzera e dall’estero. Questo dà a Varese l’occasione di farsi conoscere attraverso i cori che si spostano, vengono a Varese e si esibiscono nei luoghi più belli. Il programma del Festival prevede circa 20 esibizioni: una serie di concerti, open singing e flashmob, seminari, workshop”.

 

www.solevoci.it

www.incantovarese.it

 

Cristina Pesaro

 

 

 

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GOSPEL: LA MELODIA DEL NATALE https://www.artevarese.com/gospel-la-melodia-del-natale/ https://www.artevarese.com/gospel-la-melodia-del-natale/#respond Thu, 21 Dec 2017 12:00:51 +0000 http://artevarese.com/?p=42255 La storia del Gospel parte da lontano, dallo spiritual. I primi africani arrivati nel Nuovo Mondo erano quasi tutti schiavi. Insieme frequentavano le chiese e le “case di lode” delle piantagioni, per cantare e ballare. Non potevano usare strumenti e, in coro, condividevano gioie, dolori e speranze. Nel 1865, quando venne abolita la schiavitù, gli […]

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La storia del Gospel parte da lontano, dallo spiritual. I primi africani arrivati nel Nuovo Mondo erano quasi tutti schiavi. Insieme frequentavano le chiese e le “case di lode” delle piantagioni, per cantare e ballare. Non potevano usare strumenti e, in coro, condividevano gioie, dolori e speranze. Nel 1865, quando venne abolita la schiavitù, gli afroamericani cominciarono a frequentare scuole e università; con il sostegno economico dei loro istituti, educatori e studenti intrapresero lunghi viaggi in America e in Europa cantando gli “spirituals”. La diffusione di questi inni non fu accolta da tutti con pari entusiasmo: se da una parte i cori venivano apprezzati dal pubblico e nascevano nuove chiese che prevedevano celebrazioni con grida, applausi e balli ritmici, dall’altra non si volevano ricordare i duri giorni della schiavitù.

Alcuni musicisti seppero però arrangiare gli spirituals in un modo nuovo, più simile alla musica classica europea. Gli anni ’20 del XX secolo furono caratterizzati da un movimento artistico e culturale relativo alla poesia e alla musica denominato “Harlem Renaissance” o “Rinascimento nero”, codificato negli scritti del filosofo, educatore e mecenate statunitense Alain LeRoy Locke. Locke sostenne artisti, scrittori e musicisti afroamericani incoraggiandoli a guardare all’Africa come a una fonte d’ispirazione per le loro opere. In quella che Locke definì “l’evidenza di uno spirito di razza rinnovato”, gli africani d’America capirono che le loro radici in Africa erano profonde. Questo migliorò il modo di cantare e interpretare gli spirituals: se ne comprese il significato storico e nacquero delle canzoni cristiane ispirate al Vangelo e legate alla vita quotidiana.

Il Gospel, ovvero il Canto del Vangelo, è qiundi il risultato dei cambiamenti sociologici avvenuti all’interno della comunità nera. Un dato importante fu poi la maggiore emigrazione da Sud delle persone di colore in cerca di migliori opportunità economiche e di libertà. Portarono con sé anche le loro tradizioni religiose e questo favorì il pieno sviluppo della Musica Gospel. Il predicatore cantava e gli astanti partecipavano al canto con entusiasmo.

Si volevano esprimere con la musica i propri sentimenti più profondi e il proprio coinvolgimento emotivo. Negli anni Trenta Thomas A. Dorsey di Chicago mise a punto lo ‘stile gospel’, fatto di grida di lode, di gioia e di grande fervore emotivo, che si univa allo stile popolare dell’epoca. Dorsey, chiamato il Padre della Musica Gospel Contemporanea, seppe fondere ritmo, armonia e abbellimenti melodici con i testi religiosi. Scrisse centinaia di canzoni gospel, che venivano riproposte quanto i pezzi nati dall’improvvisazione dei fedeli nelle chiese.

Nei decenni successivi molti gruppi gospel iniziarono a esibirsi in America e in Europa. A fianco dei cori acquisirono notorietà i quartetti, che combinavano le performance di solisti virtuosi con le innovazioni ritmico armoniche. Alla fine degli anni ’50 raggiunsero il successo anche interpreti femminili come la grande Mahalia Jackson, Bessie Griffin e Clara Ward.

Data giugno 1966 la prima esibizione di un coro gospel al Madison Square Garden di New York: fu un’occasione storica che segnò il debutto di Edwin Hawkins e del suo Northern California State Youth Choir: un coro di 50 voci! La loro interpretazione della celebre “Oh Happy Day” venne trasmessa dalle radio e la fama del Choir raggiunse vertici inattesi. Lo stile di Hawkins conquistò anche gli appassionati del rock’n’roll, del jazz, del folk e della musica gospel tradizionale. Era infatti una perfetta armonia tra le liriche religiose e i ritmi rock contemporanei, suonati da strumenti ritmici che non erano mai stati utilizzati nel gospel, come il basso e la batteria. Sulla scia di questo rinnovato interesse si formarono quindi dei cori che proponevano inni gospel tradizionali insieme con interpretazioni più sincopate e innovative, arrangiate in modo elaborato. Da allora questi meravigliosi brani percorrono il mondo.

In Italia il gospel piace per la bellezza e la forza delle esibizioni. Privato delle connotazioni ideologiche è divenuto oggetto di grandi festival e le sue avvolgenti armonie sono per noi legate alle festività natalizie: è bello ascoltare il gospel aspettando la vigilia. Per questo i teatri del nostro territorio ospitano ogni anno dei cori giunti direttamente dagli Stati Uniti.

The Harlem Voices

Al Teatro Galleria di Legnano l’appuntamento con il gospel degli Harlem Voices, New York sarà venerdì 22 dicembre. La band è costituita da 7 elementi: 5 voci e una sezione ritmica tastiera/basso e batteria. La formazione – che vanta un’esperienza ventennale e ha accompagnato i tour di artisti come Mariah Carey, Shakira e gli U2 – unisce alle melodie del gospel anche pezzi r’n’b, soul e funky. A guidare il canto il pastore Eric B. Turner, da anni lead singer dei Temptations e dei Drifters e attore in diversi musical e celebri serie televisive come “Law&Order” e “CSI: NY”.

The Benedict Gospel Choir

Al Teatro Openjobmetis di Varese il gospel sarà invece in scena sabato 23 dicembre. Le 35 voci che formano il Benedict Gospel Choir from South Carolina – USA attingeranno ai generi più diversi, mescolando gospel, spirituals, blues, reggae e musica africana tradizionale. Il coro si è esibito in tutto il mondo, ha vinto sette volte il prestigioso concorso “Black Music Caucus Gospel Choir” di New York e ha cantato con star internazionali, oltre a partecipare a eventi come il Concerto di Natale in Vaticano 2000, trasmesso in mondovisione.

E anche quest’anno il gospel potrà arrivarci dritto al cuore, comunicando un messaggio importante di tolleranza e umanità.

The Harlem Voices, 22 dicembre – ore 21, Teatro Galleria, Legnano

Benedict Gospel Choir, 23 dicembre – ore 21, Teatro Openjobmetis, Varese

Chiara Ambrosioni

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