Palazzo Reale Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/tag/palazzo-reale/ L'arte della provincia di Varese. Tue, 12 Jun 2018 10:08:23 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.5 https://www.artevarese.com/wp-content/uploads/2017/05/cropped-logo-1-150x150.png Palazzo Reale Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/tag/palazzo-reale/ 32 32 Picasso e la sua ispirazione classica https://www.artevarese.com/picasso-e-la-sua-ispirazione-classica/ https://www.artevarese.com/picasso-e-la-sua-ispirazione-classica/#respond Tue, 12 Jun 2018 11:30:03 +0000 https://www.artevarese.com/?p=45524 Presentata a Palazzo Marino, la Mostra “Picasso Metamorfosi” che prevede l’esposizione di oltre 200 opere tra lavori di Picasso e opere d’arte antica, provenienti dal Musée National Picasso di Parigi e altri importanti prestatori europei. La Mostra, prodotta da Comune di Milano, Palazzo Reale e MondoMostreSkira, è curata da Pascale Picard. Picasso e la passione […]

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Presentata a Palazzo Marino, la Mostra “Picasso Metamorfosi” che prevede l’esposizione di oltre 200 opere tra lavori di Picasso e opere d’arte antica, provenienti dal Musée National Picasso di Parigi e altri importanti prestatori europei.

La Mostra, prodotta da Comune di Milano, Palazzo Reale e MondoMostreSkira, è curata da Pascale Picard.

Picasso e la passione per l’arte antica

Pablo Picasso fin da giovane, amò l’arte classica. A 13 anni rimase affascinato dal famoso “torso del Belvedere” e cercò di disegnarlo. Ma l’interesse maggiore verso l’arte classica si svilupperà più avanti e soprattutto nel 1917 con il suo primo viaggio a Roma, Napoli, Pompei e l’incontro con gli etruschi, la scultura monumentale antica, le pitture pompeiane.

Lo spirito inquieto di Picasso, dopo un’esperienza importante, come quella della rivoluzione cubista, non fa tacere il richiamo dell’arte classica (ma anche della letteratura antica) che lo animava e anzi lo spinge a ricercarne, ove possibile, una libera interpretazione, ripercorrendo certe sollecitazioni mitologiche che superano i limiti del tempo e restano archetipi fondamentali.

Le radici e le matrici mitiche sopravvivono in Picasso

“Les Demoiselles d’Avignon” (1907), ad esempio, rappresenta una nuova dirompente estetica contro i canoni classici della bellezza; la sua operazione, per certi aspetti dissacratoria, però lascia trasparire echi della statuaria iberica e di certe tradizioni africane, cioè altri archetipi della storia dell’arte.

Insomma, nel processo creativo di Picasso l’arte classica, anche di tradizioni diverse, svolge un ruolo importante sempre attivo come certe sue peculiari visioni dell’universo femminile, dell’erotismo, e del rapporto tra l’artista e il suo modello.

Opere di Picasso e opere classiche che si “parlano”

La Mostra a Palazzo Reale ha il merito di compiere un esperimento visuale importante e suggestivo: avvicinare opere classiche che hanno ispirato l’Artista catalano alle sue realizzazioni, un faccia a faccia utile a scoprirne la chiave di lettura che è tutta particolare e, in certi casi, addirittura, intima.

La Mostra è suddivisa in sei sale. La prima riguarda “La mitologia del bacio” che coinvolge opere di artisti come Ingres e Rodin. La seconda riguarda “Arianna”, la scultura che si trova al Vaticano, copia di un originale greco, emblema di un erotismo che trascende il sesso, visto che Arianna dorme, sotto lo sguardo dell’artista, affascinato, come Pigmalione, dalla sua stessa creazione. Qui Picasso reinterpreta l’opera in vari nudi femminili, odalische, anche dormienti, e vi trasferisce emozioni legate a fantasie che fanno scaturire esseri fantastici, fauni, minotauri, centauri.

Nella terza sala “Alla fonte dell’antico-Il Louvre” Picasso si ispira alla personificazione del fiume Nilo (copia romana, conservata al Campidoglio), il gigante circondato dai suoi figli (gli Egizi), per realizzare La fonte, opera alla quale ne seguiranno altre riprese da pitture di vasi greci e bassorilievi.

I miti greci, etruschi e iberici

Nella quarta sala “Le Demoiselles del Dyplon: tra greci, etruschi e iberici”, ricorre alle estreme stilizzazioni di certi vasi d’epoca geometrica, elaborando il suo precedente capolavoro e arrivando alle sculture filiformi come Donna seduta (1930) che, a sua volta, ispireranno i lavori di Giacometti.

Nella quinta sala, il riferimento classico sono l’opera letteraria “Le Metamorfosi” di Ovidio con la spettacolare scultura La donna in giardino (1932). Un particolare interessante. All’epoca Picasso incontra l’editore Albert Skira e ne diventa amico. Per lui realizzerà tramite acqueforti le illustrazioni di un’edizione speciale delle “Metamorfosi”. Massimo Vitta Zelman, attuale presidente di Skira, ha anticipato che a ottobre, in occasione dell’evento su Picasso, sarà predisposta una ristampa anastatica del volume.

Nell’ultima sala “Antropologia dell’antico”, Picasso sperimenta la terracotta dipinta. Qui, è evidente il ricordo dei ritrovamenti a Pompei che sono rielaborati dall’Artista con il suo gusto particolare. Si tratta di piastrelle, piatti, vasi, portafiori, brocche.

Una Mostra che suscita fin da subito grande curiosità e che non mancherà di attirare il grande pubblico. Insieme alla ristampa anastatica del volume delle “Metamorfosi” di Ovidio, a cui abbiamo accennato, sarà disponibile anche un grande catalogo realizzato sempre da Skira editore.

 

Ugo Perugini

 

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AGNETTI. A CENT’ANNI DA OGGI https://www.artevarese.com/agnetti-a-centanni-da-oggi/ Fri, 25 Aug 2017 21:07:45 +0000 http://artevarese.com/?p=41367 Una sottile trama ironica pervade l’antologica dedicata a Vincenzo Agnetti (Milano 1926-1981), in corso presso Palazzo Reale a Milano con il titolo “Agnetti. A cent’anni da oggi”, a cura di marco Meneguzzo e l’Archivio Vincenzo Agnetti. Le oltre cento opere in mostra tracciano l’itinerario della ricerca compiuta dall’artista e intellettuale milanese tra il 1967 e […]

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Una sottile trama ironica pervade l’antologica dedicata a Vincenzo Agnetti (Milano 1926-1981), in corso presso Palazzo Reale a Milano con il titolo “Agnetti. A cent’anni da oggi”, a cura di marco Meneguzzo e l’Archivio Vincenzo Agnetti.

Le oltre cento opere in mostra tracciano l’itinerario della ricerca compiuta dall’artista e intellettuale milanese tra il 1967 e il 1981.
Prima di osservare il mondo, è necessario conoscere se stessi, in alcuni casi rifacendosi il verso, autoapplicandosi necessarie dosi di autoironia, dopodiché si può aprire lo sguardo verso l’esterno.
Tale pare essere la vena portante del lavoro di Agnetti.
Elegante, irriverente, arguto, a volte raffinatamente malinconico, Agnetti, si rivolge all’altro di se stesso con ricercatezza semiologica, come in “Quando mi vidi non c’ero”, e “Quello che ho fatto, pensato e ascoltato l’ho dimenticato a memoria”.Tutto, arte e immagini, parole e materia fanno parte dell’intera opera di Agnetti, ne è esempio “La lettera perduta” del 1979; sei foto affiancate a alcune sculture in ferro raccontano con intensa spaesata arguta comicità’, l’imbarazzo di un individuo avvolto da infinite scartoffie entro le quali risulta quasi impossibile trovare l’utile documento, vero rimando alla mimica di jacques Tati.
Ciò che emerge dell’intero contesto espositivo, è la coerenza e l’unitarietà del lavoro di Agnetti che, nonostante i numerosi riconoscimenti a livello internazionale e l’apertura di uno studio a New York, ha sempre alimentato legami con artisti quali Manzoni, Gianni Colombo, Melotti, Parmeggiani e Castellani che nel 1968 gli disegnò la copertina del romanzo “Obsoleto”.

Agnetti. A cent’anni da oggi
Milano, Palazzo Reale, Piazza Duomo 12
Fino al 24 settembre
Orari: lunedì 14,30-19,30
martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9,30-19,30
giovedì-sabato 9,30-22,30
Ingresso libero.

 

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