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Il sindaco di Varese Davide Galimberti ha parlato con Artevarese delle tante testimonianze artistiche della città, spiegando come la giunta si prenda cura di opere e luoghi. Ha quindi parlato di Politica nel senso originario del termine di “arte che attiene alla città” prima che di “tecnica di governo”. Anche se le due cose procedono senza dubbio insieme.

«L’essere Sindaco di Varese è un impegno totalizzante e bellissimo – esordisce Galimberti. – Tanti sono i momenti di incontro con i cittadini e il confronto è la cosa più bella. Si raccolgono idee e opinioni per poi trasformarle in concretezza. Compito di un’Amministrazione è quello di recepire quelle che sono le esigenze principali per tradurle poi in provvedimenti attuativi il più rapidamente possibile. Perché questo fa la differenza ed è un modo per riavvicinare i cittadini alla politica».

Il sindaco prosegue parlando di restauri: «Uno degli aspetti fondamentali su cui stiamo lavorando è il tema del recupero di alcuni beni storici della nostra città.

Penso alla Torre Robbioni, che è stata risanata nel mese di maggio, e alla proposta che stiamo avviando per il restauro di una parte del Castello di Belforte: un luogo simbolo per quel quartiere. Pochi giorni fa ho incontrato i cittadini di Belforte proprio per presentare il progetto e mi ha colpito il numero dei presenti: più di 100 persone che desideravano poter nuovamente accedere al castello. E’ un altro segnale che dimostra quanta attenzione sia giusto dedicare anche ai beni monumentali e culturali».

Sebbene le risorse in questo ambito siano estremamente ridotte l’Amministrazione Comunale vuole dare dei segnali positivi. «Uno dei nostri obiettivi – spiega Galimberti – è far sì che a Varese tornino le grandi mostre. L’assessore alla Cultura Roberto Cecchi sta lavorando con grande attenzione per far diventare la nostra città un punto di riferimento in questo ambito.

Nel 2019 Villa Mirabello ospiterà la mostra di Renato Guttuso, che aspettiamo da tanto tempo. Poi abbiamo una relazione con il FAI: da decenni Villa Panza è un punto di riferimento dell’arte, non solo a Varese ma in Europa. Vogliamo creare sempre più sinergie con questa bella realtà».

«Varese ha la fortuna di avere due Siti Unesco sul territorio comunale: una particolarità assoluta di cui tener conto – prosegue il Primo Cittadino. – Questi due luoghi simbolo sono l’Isolino Virginia e il Sacro Monte. Posta la premessa dell’importanza di arrivare a un risanamento del nostro Lago, ricordiamo che la presenza dell’Isolino è un’ulteriore occasione di sviluppo.

Questo luogo preistorico incantevole deve essere promosso ancora più di quanto si faccia: gli studiosi ne apprezzano moltissimo le caratteristiche, è già frequentato dagli studenti, ma penso che possa essere maggiormente divulgato e narrato ai turisti. Abbiamo presentato recentemente un progetto di sviluppo che intende valorizzare anche quegli scavi che oggi sono abbandonati. Bisogna costruire un racconto attorno a questo luogo importante, con il sostegno dell’Università dell’Insubria, che è già impegnata sul posto».

Il secondo sito Unesco è il Sacro Monte, un luogo d’incontro di Fede, Arte e Natura.
«Per essere affascinati dal Sacro Monte basta avere la possibilità di guardarlo, di trascorrervi qualche ora. – sottolinea il Sindaco – Bisogna potenziare l’accessibilità, che è uno dei maggiori problemi. Per questo abbiamo insistito tantissimo sulla possibilità di raggiungerlo in due modi: implementando il trasporto pubblico – i cittadini sono disponibili ad apprezzarne la funzione se il servizio funziona – e ripristinando la funicolare,  che ha avuto un’esplosione incredibile di utenti: siamo passati da circa 15.000 a 50.000 nel 2017, con aperture serali e notturne. Si tratta di promozioni che possono sicuramente aumentare l’attrattiva di un territorio».

«Per la nostra città è importante un posizionamento nell’ambito turistico-culturale. – continua Galimberti – Per questo siamo felici della grande risposta al Festival del Paesaggio Nature Urbane, di cui abbiamo avuto la 1^ edizione lo scorso anno.

L’evento ha ottenuto un’attenzione incredibile sia nelle aree metropolitane che in Svizzera, facendo sì che nel corso dell’anno molte persone, incuriosite dalle bellezze varesine ammirate durante il Festival, abbiano raggiunto la nostra bella Varese per scoprirne le caratteristiche».

«A Varese ci sono oltre 100 parchi  e ville storici su cui c’è un vincolo di pregio da parte della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio. Abbiamo deciso di fare di questa bellezza un’occasione di promozione turistica, oltre che di analisi, offrendo ai cittadini anche l’occasione di vivere dei momenti artistici assistendo a spettacoli inediti, come è accaduto lo scorso anno con il concerto di Mario Brunello al Grand Hotel Campo dei Fiori».

«Vogliamo che Nature Urbane diventi un appuntamento fisso. Tutti i festival hanno un periodo di crescita: si parte da una prima edizione che ha determinate ambizioni e poi si cresce, con la collaborazione delle associazioni e gli interlocutori locali e la sinergia tra pubblico e privato».

«Nature Urbane tornerà il prossimo settembre e, in 10 giorni, approfondiremo un pensiero culturale legato a come debbano evolvere le città. Si parlerà del rapporto tra la natura e l’ambiente e della crescita delle città, si indagheranno gli aspetti architettonici e urbanistici, oltre che quelli della mobilità e della raccolta dei rifiuti. Saranno in primo piano la cultura del paesaggio, la natura, il rispetto dell’ambiente. Perché il Festival del Paesaggio, oltre agli approfondimenti culturali, prevede delle esperienze nell’ambiente naturale, come le camminate all’interno del Parco del Campo dei Fiori o escursioni in luoghi particolari.
Credo sia molto importante che tutti possano vedere e sperimentare le qualità ambientali e naturalistiche della nostra città e questa è la dimostrazione che si può fare cultura senza dover pagare un biglietto».

«L’anno scorso, oltre all’importante risposta dei varesini e dei turisti che volevano scoprire nuove aree della loro città, è stata fondamentale la partecipazione dei proprietari di molte grandi ville. E’ una cosa bellissima, perché non era affatto scontata! – aggiunge il Sindaco di Varese – Quest’anno sono aumentati i proprietari che hanno deciso di mettere a disposizione per 8-9 giorni il proprio giardino per i visitatori. Di questo li ringraziamo tantissimo».

Aspettando il prossimo settembre il Festival del Paesaggio Nature Urbane urbane prende il via con Nature Urbane Pop-Up una rassegna culturale ideata da Comune, proprio in un continuum narrativo con l’edizione autunnale.

Gli appuntamenti proseguiranno fino al prossimo 24 giugno e prevedono un racconto animato di alcuni luoghi simbolo della città giardino, affidato agli artisti varesini: Andrea Chiodi, Francesca Lombardi Mazzulli, Francesca Garolla e Marta Ciappina. A loro è stato chiesto di scegliere un luogo della città caro alla loro memoria e di raccontarlo attraverso diverse narrazioni e linguaggi, dalla musica alla danza contemporanea, dalla letteratura all’arte, dal teatro alle videoinstallazioni.

 

«Con la mia Giunta e i componenti del Consiglio Comunale stiamo lavorando davvero tanto e abbiamo grandi obiettivi che intendiamo realizzare rapidamente – conclude il sindaco Davide Galimberti – Grazie al sostegno dei cittadini e anche se ci vorrà del tempo, mi sembra che siamo sulla strada giusta».

Chiara Ambrosioni

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