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Varese -La Stagione Musicale varesina è giunta alla sua ventesima edizione: un bellissimo traguardo per il Maestro Fabio Sartorelli – che la mette a punto anno dopo anno – e un’opportunità per chi ama la musica di fare uno splendido viaggio in un mondo nel quale Sartorelli sa trasportare con tanta passione.

A partire dall’esaltazione dell’italianità, che ci rinfanca e ci contagia.
«Adoro gli autori italiani: sono i migliori in assoluto! Non ci sono autori che possano stare al pari con i nostri, – afferma il Maestro – lo stesso Bach ha avuto bisogno dello stile italiano per essere Bach. La melodia è un dono italiano. Certo, quello che ha fatto Mozart è assolutamente straordinario, ma si ridimensiona senza le opere in musica. “Così fan tutte”, “Le nozze di Figaro”, “Don Giovanni”, ”Idomeneo” sono opere italiane, scritte in modo sublime, come – magari – nessun italiano avrebbe potuto fare, ma il modello viene da noi.
E’ fondamentale riconoscere il ruolo dell’Italia rispetto alla Storia, in tutti i campi. Ed è importante che ne prendano coscienza gli italiani!».

Fabio Sartorelli, oltreché musicista, è un grande divulgatore: insegna storia della musica al Conservatorio di Como e «Guida all’ascolto dell’opera lirica e del balletto» all’Accademia del Teatro alla Scala di Milano. Tiene regolarmente corsi e lezioni alla Scala in collaborazione con la Bocconi e il Piccolo Teatro, e a Ca’ Foscari di Venezia. Le sue parole conquistano e guidano ciascuno di noi.
E ci conducono alla scoperta della Stagione Musicale Comunale 2018-2019.

«La Stagione è iniziata con me e i vent’anni raggiunti sono un grande traguardo. E’ un’esperienza che ripeto sempre con grande piacere – afferma Sartorelli – perché il pubblico ci segue e c’è una partecipazione calorosa! E’ composta da dieci concerti, gli ultimi due sono un regalo, a scopo  benefico».

Quanto alla sua genesi, «Io so quello che ci deve essere nella Stagione. – sottolinea il Maestro – Lungi da me un approccio di tipo intellettualistico o l’idea di un tema, che è una cosa superata. Certo non ho il budget delle grandi istituzioni, ma devo fare le cose come loro. Allora mi organizzo e guardo quello che fanno i grandi, a livello di potenzialità economiche, in giro per l’Italia. Intercetto gli artisti e – favorito dalla vicinanza con Malpensa – li porto qua, anche per scoprire la bellezza della nostra città».

Il maestro Sartorelli gode di una grande fiducia da parte di chi lo segue e frequenta la sua Stagione. Tutti gli appassionati saranno felici di scoprire le meraviglie in programma.
«Il 26 di ottobre ho, in apertura, un’eccellenza italiana – racconta – Il Giardino Armonico con Giovanni Antonini. Antonini dirige a Berlino i Berliner  Philarmoniker, il più grande complesso orchestrale al mondo. Ha anche un suo gruppo, Il Giardino Armonico, con il quale fa musica barocca. E’ nato artisticamente con loro. Eseguiranno un programma bellissimo con Vivaldi, Marchitelli, Fiorenza e Gesualdo da Venosa. Anche gli autori meno noti sono assolutamente sorprendenti».

«Uno di loro lo fu anche nella vita – continua a narrare Sartorelli – Gesualdo da Venosa era un grande autodidatta e anche Principe, vissuto alla fine del Cinquecento vicino a Napoli. Scriveva musica come un pazzo e nessuno osava dirgli niente, aveva persino una tipografia privata per stampare la sua musica in un numero limitatissimo di copie. Aveva sposato una Dàvalos, una delle più belle donne al mondo, che aveva ucciso dopo averla scoperta con l’amante. Gesualdo lasciò subito Venosa non tanto perché temesse le ire della giustizia – nessuno poteva toccarlo, era giudice di se stesso! E poi, all’epoca, il delitto d’onore funzionava ancora a quella latitudine. Se ne andò perché temeva le ire dei parenti della moglie morta. Si stabilì a Ferrara mantenendo tutti i suoi privilegi. Il grande Torquato Tasso disse che Da Venosa era l’unico compositore per il quale avrebbe scritto qualche verso!».

Il 9 di novembre suonerà Mikhail Pletnev. «Per questo concerto ho già prenotazioni da Dresda e dalla Svizzera. Per rendersi conto della bravura di questo artista basti pensare che l’etichetta Deutsche Grammophon, che da sempre si occupa di musica classica, ha fatto una serie discografica che si chiama “I grandi pianisti del XX e del XXI secolo”. Se nel XXI secolo ci sono molti giovani pianisti, nel XX si ricordano grandi artisti scomparsi – come Vladimir Horowitz, Arturo Benedetti Michelangeli e Svjatoslav Richter – e ancora viventi, come Maurizio Pollini e il nostro Pletnev. E’ uno dei grandissimi ed eseguirà un programma molto classico, Mozart e Beethoven, però di Beethoven farà le ultime due sonate, la 110 e la 111, la summa del suo pensiero».

«Per il concerto del 23 novembre ho il Pavel Haas Quartet. Insieme a Simone Gramaglia – viola del Quartetto di Cremona – affronteranno il quintetto di Dvořák che per archi, opera 97».


«Da non perdere anche il quarto appuntamento della Stagione: il 19 dicembre saremo nella Basilica di San Vittore con The Swingles, il celebre gruppo inglese nato all’inizio degli anni ’60 che ha  inventato la pratica di affrontare con le voci il repertorio strumentale. Per The Swingles, noti per l’interpretazione della sigla di Quark, c’è stata una straordinaria apertura da parte della Basilica di San Vittore, che ha voluto conoscere il programma in anticipo, per adattarlo al luogo. Sono riusciti a mettersi d’accordo, con scambi affettuosi e ricchi di rispetto reciproco, nei quali io ero l’intermediario. Però è saltato un pezzo dei Beatles! Per “Natale con gli Swingles” bisognerà comprare il biglietto e arrivare presto in chiesa. La serata sarà in collaborazione con Sole Voci di Fausto Caravati ».

«Il 25 gennaio suonerà Beatrice Rana una giovane pianista italiana che è il meglio del meglio. E’ già stata a Varese, ma allora le avevo dato, praticamente, il rimborso della benzina. Per riaverla ci sono voluti due anni di trattative e anche i costi sono cambiati!
Il programma è bellissimo: gli Studi di Chopin op.25, Miroirs di Ravel e “L’uccello di fuoco”  di Stravinskij, nella trascrizione di Guido Agosti».

Anche questa articolata Stagione Musicale, ricca di cose molto diverse, si tinge dei toni della ricerca di Sartorelli: un’indagine musicale in cui il passato si fonde con il presente. Le note si rigenerano con l’uso di strumenti nuovi, che non esistevano neppure quando sono state scritte.

«Il 10 febbraio ho antico e moderno insieme. Claudio Monteverdi, eccellenza italiana, cantato dal soprano di fama internazionale Francesca Lombardi Mazzulli insieme con Emanuele Cisi al sax. Fanno una cosa molto particolare: “Round M”, “Intorno a Monteverdi”. E’ Monteverdi con gli strumenti originali (clavicembalo, strumenti barocchi, …) affrontato con le tecniche del jazz. E non solo. Cisi è una sassofonista straordinario, un italiano che è stato chiamato a Juilliard School di New York per insegnare sassofono».

«Il 24 febbraio sarà la volta di Sabine Meyer, che una delle più grandi clarinettiste al mondo. Si esibirà insieme con l’Alliage Quintett, un gruppo di sassofonisti con un pianista. Anche loro, per un caso, faranno “L’uccello di fuoco”».

«Il 10 marzo poi c’è il grande flautista Emmanuel Pahud, con Trevor Pinnock al clavicembalo e Jonathan Manson al violoncello, entrambi di fama mondiale. Faranno tutto Bach e saranno tre concerti in uno, perché ciascuno dei tre artisti si esibisce anche da solo». Un melomane varesino residente a Parigi ha scritto una mail a Sartorelli, stupefatto per l’importanza del concerto – le date autunnali parigine di Pahud sono esaurite già da sei mesi – e chiedendogli di riservargli dei biglietti. Tornerà nella sua città per la grande occasione!

«Poi, il 28 marzo, ecco il Rias Kammerchor Berlin. L’anno scorso c’era il Coro della Scala e la coda davanti alla Basilica arrivava fino al Caffè Biffi! Erano più di mile persone! Sto cercando di mettere insieme tutte le maggiori formazioni corali del mondo e mi mancava il Rias, che sarà a Varese con un programma incredibile. Canteranno la Messa da Requiem di Tommàs Luis de Victoria – che è una delle prime Messe da Requiem scritte nella storia, un pezzo del 1603 – quindi la Messa di un autore vivente, Bernat Vivancos. Anche lui è spagnolo come de Victoria: il Coro Rias gli ha chiesto di scrivere oggi dei pezzi con le tecniche di allora. Non faranno l’intera messa del primo e poi quella del secondo, ma alterneranno un pezzo di de Victoria a uno di Vivancos, in un intreccio molto bello, anche intellettualmente, tra l’inizio del Seicento e i giorni nostri».

Il tema del Requiem porta Sartorelli a un’appassionata riflessione.
«Il Requiem di Mozart è la paura dell’uomo di fronte alla morte, il  Requiem di Brahms è meraviglioso perché non è scritto per quelli che se ne vanno, ma per quelli che restano. Brahms ha scritto un Requiem per consolare coloro che rimangono a piangere quelli che se ne sono andati. Ha preso le parti della Bibbia che gli interessavano, togliendo tutte quelle più strettamente teologiche, come le parole relative alla Risurrezione, e scegliendo  solo quelle più profondamente umane. Invece Vivancos ci dà questo senso di pacificazione assoluta e totale. La morte come un respiro, come un qualcosa assolutamente naturale. E’ interessante sapere che Bernat Vivancos verrà a Varese!
Oltre ad essere presente al concerto preparerà il Coro da Camera di Varese di Gabriel Conti nell’esecuzione di 2 o 3 pezzi suoi».

In questo ventesimo anniversario si continuerà a “far rete” anche nel campo della musica: infatti il 19 maggio si esibirà, fuori abbonamento, il gruppo Polifonico Josquin Despres di Francesco Miotti, il Coro da Camera Sine Nomine di Giuseppe Reggiori e l’Orchestra da Camera di Ildebrando Pizzetti, diretti da un giovane Enrico Saverio Pagano. Insieme faranno la “Nelson Mass” di Haydn. Si potrà non essere d’accordo nel celebrare Nelson, che aveva cercato di fermare la Rivoluzione Francese, ma la messa di Haydn è bellissima. Tra l’altro a Villa Panza, a partire da gennaio, ci sarà il “Cantiere Nelson”: sarà quindi possibile assistere alle prove di montaggio di questa messa una volta al mese – pubblicheremo sul nostro sito le date – e il pubblico, gratuitamente, potrà andare ad ascoltare le prove fino al di 19 maggio, quando il concerto verrà eseguito in Basilica a favore di “Amico Fragile onlus”, un’associazione che si occupa delle persone più fragili: le donne e i bambini vittime di abusi e di violenze. Tutto il ricavato andrà a loro».

Concludendo, il Maestro Sartorelli ringrazia tutti gli sponsor: «Non sarò mai imbarazzato nel farlo! – afferma con entusiasmo – Economia e Cultura devono andare nella stessa direzione, altrimenti ci si ferma. Ricordo la “Lode all’Odol” di Puccini: era un colluttorio! Oppure gli spot di Mascagni per l’olio automobilistico. O le meravigliose disquisizioni di D’Annunzio su “se l’automobile sia maschio o femmina” concludendo, con il senatore Agnelli, che essendo veloce ed elegante, ma anche capricciosa, non può essere che femmina!».

Per iscriversi alla Stagione Musicale 2018/2019 si può andare da Molteni Strumenti Musicali in piazza Repubblica oppure al Teatro Openjobmetis. Per le serate in programma  il costo è 100 euro (fino a 26 anni) o 150 euro.
Il sito a cui fare riferimento è www.stagionemusicale.it.

Chiara Ambrosioni

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