substrato Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/tag/substrato/ L'arte della provincia di Varese. Wed, 02 Oct 2019 10:21:37 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.5 https://www.artevarese.com/wp-content/uploads/2017/05/cropped-logo-1-150x150.png substrato Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/tag/substrato/ 32 32 Le inaugurazioni da non perdere https://www.artevarese.com/le-nuove-inaugurazioni-da-non-perdere/ https://www.artevarese.com/le-nuove-inaugurazioni-da-non-perdere/#respond Fri, 20 Jul 2018 11:08:07 +0000 https://www.artevarese.com/?p=46077 Domenica 22 luglio 2018 a partire dalle ore 19.00 è in programma l’inaugurazione dell‘esposizione “CONTATTO” organizzata dal collettivo ARTeria presso lo spazio di SUBSTRATO in via Robbioni 5, Varese. ARTeria è un progetto nato dalla volontà di giovani artisti di confrontarsi tra loro, facendo dialogare diversi stili e aspirazioni in diversi campi espressivi. Tema di […]

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Domenica 22 luglio 2018 a partire dalle ore 19.00 è in programma l’inaugurazione dell‘esposizione “CONTATTO” organizzata dal collettivo ARTeria presso lo spazio di SUBSTRATO in via Robbioni 5, Varese. ARTeria è un progetto nato dalla volontà di giovani artisti di confrontarsi tra loro, facendo dialogare diversi stili e aspirazioni in diversi campi espressivi. Tema di quest’anno è il contatto umano inteso nel senso più generale del termine, ovvero come il singolo si rapporta con gli altri passando attraverso ciò che lo circonda. Ulteriori informazioni sulla pagina facebook di ARTeria.

 

Prosegue al Sacro Monte di Varese la rassegna Sogno d’Estate. Fino al 26 luglio Location Camponovo ospita la doppia mostra personale di Luisa Garzonio e Lorenzo Luini. 

 

L’esposizione di Luisa Garzonio, dal titolo “Acqua viva” è una selezione di opere che proseguono la ricerca dell’artista sulla personificazione del paesaggio e dei suoi elementi. La tecnica prediletta resta il pastello ma nuove sperimentazioni con acrilico, danno l’avvio a una resa più strutturata. L’acqua è uno degli elementi indagati, per la trasparenza e i suoi moti, il paesaggio della diga Panperduto uno dei suoi luoghi d’elezione di attuale studio insieme al museo Parisi valle di Maccagno e le acque del Giona. Per la mostra, sono state realizzate 3 opere specifiche dedicate , che indagano il mistero e celebrano il Sacro Monte».

La personale di Lorenzo Luini dal titolo “Verso il futuro” presenta una sequenza di opere di arte digitale, divenuta ormai la tecnica prediletta dall’artista, che partendo dal dato reale ed oggettivo sperimenta l’uso del colore nelle sue diverse declinazioni digitali e innovative. Sfidando il buio assoluto Luini ricerca la terza dimensione usando la luce per creare le ombre che poi spariscono lasciando spazio al colore e aprendo così nuove prospettive per raggiungere lontani orizzonti. Questi scenari virtuali si prestano a fungere da sfondi nelle immagini in cui compare la figura, che diventa elemento centrale della rappresentazione.

Domenica 22 luglio per tutta la giornata si svolgerà il laboratorio gratuito di Incisione dedicato a tutti coloro che vogliono apprendere la tecnica di questa antica arte. Info laboratorio Anny Ferrario 335.8129631

Il grande spazio espositivo ospita anche fino al 26 agosto la mostra permanente con le opere degli artisti dell’Associazione Liberi Artisti di Varese che si confrontano con il piccolo formato quadrato di cm 25×25, dove il tema libero permette di esprimere la personale cifra stilistica di ogni singolo autore, mentre una riflessione più specifica sul formato di cm 40×40 è dedicata al Sacro Monte, ove gli autori si confrontano con le suggestioni, i capolavori e la sacralità della Via Sacra.

Dal 28 luglio al 9 agosto Location Camponovo ospita la doppia mostra personale di Amleto Emery e Antonio Piazza, inaugurazione domenica 29 luglio, ore 11.00.

L’esposizione dal titolo “Colore e forma. Alle origini dell’emozione” presenta un inedito dialogo delle opere dei due artisti e i suggestivi ambienti del Camponovo, antica via dei pellegrini.

Artista di grande spessore intellettuale, ma ancora poco conosciuto al grande pubblico, Emery ha lasciato un grande patrimonio artistico dopo la sua scomparsa nel 2001 e la mostra omaggio al Sacro Monte presenta una selezione di opere che ripercorrono la sua personale ricerca articolata in diverse tecniche espressive: dall’olio, l’acquerello, il pastello e il disegno. Dopo aver iniziato nel segno di una figurazione naturalistica e di un disegno votato ad una geometria concisa, Emery approfondisce la sua ricerca in un percorso informale. Ritornato all’attività dopo una decina d’anni di continui ricoveri, riprende a dipingere con una serie di pastelli ad olio su cartone, di commovente sensibilità dedicati al paesaggio.

Antonio Piazza, inizialmente conosciuto come orafo di raffinata artigianalità, ha preso lezioni da un maestro scultore come Oreste Quattrini, declinando le sue prime opere in chiave figurativa simbolica. In seguito ha sviluppato sempre più la sua attenzione verso la natura, semplificando continuamente linee e volumi alla ricerca delle forze immanenti che la guidano. Ultimamente, la sua essenzialità è approdata a sintesi formali di intenso significato, come nuclei vitali pronti a germogliare in sorprendenti strutture di forte impatto evocativo. La costante sperimentazione e la voglia di mettersi in gioco, hanno portato l’artista a sperimentare tecniche e soluzioni alternative come l’acciao corten e l’acciaio inox scostandosi dal tradizionale modo di procedere con creta e legno.

Domenica 5 agosto per tutta la giornata si svolgerà il laboratorio gratuito di Incisione.

Sabato 21 Luglio Vernissage Art Gallery di Intra presenta la collettiva Vertigini urbane a cura di Chiara Gatti, in vicolo del Freschetto 22 a Intra. In piazza San Rocco sarà presente la scultura Chiaro del bosco. In mostra gli artisti Claudio Borghi, Alessandro Busci, Alfredo Casali, Giuseppe Coco, Jordan Cozzi, Fabrizio Dusi, Margherita Martinelli, Patrizia Novello, Fabrizio Pozzoli, Nicola Villa.

 

Prosegue Jazz in Maggiore, il fesival musicale ambientato tra Luino, Germignaga e Maccagno. Il 27 luglio a Germignaga, in Piazza Partigiano Dino Rubino e Daniele di Bonaventura proporranno un repertorio che spazierà dalla musica classica alla contemporanea, dal jazz al tango, dove il filo conduttore sarà la grande intesa tra i loro strumenti e le loro personalità musicali. Dino Rubino, classe 1980, è un talento assoluto del panorama jazzistico italiano, ugualmente dotato al piano e alla tromba. Daniele Di Bonaventura, compositore, arrangiatore, pianista, bandoneonista, ha coltivato sin dall’inizio della sua attività un forte interesse per la musica improvvisata pur avendo una formazione musicale di estrazione classica. Entrambi vantano prestigiose collaborazioni, alcune in comune come Paolo Fresu, Enrico Rava, Flavio Boltro, e molti altri. Il concerto è realizzato in collaborazione con Interpretando suoni, luoghi e sapori, rassegna sostenuta dalla Comunità Montana Valli del Verbano, che intende valorizzare con la musica luoghi suggestivi del territorio.

E’ ancora visitabile la nuova opera dell’Orto d’Arte in via Bagaini 20 in centro a Varese. Si tratta dell’installazione “ORIZZONTE “ dell’artista di Maccagno Giugi Bassani.

L’opera è composta da 3500 bottiglie di plastica blu, tagliate a formare altrettante farfalle, che montate assieme vanno a comporre una linea di orizzonte alta 25 cm e lunga 35 metri, come tutto il muro della location. Un confine fra cielo e terra, tra sogno e realtà, che con il suo fascino misterioso ci conquista e segue il percorso della nostra vita .

La 15 ° opera dell’Orto rimarrà in loco, con il contributo della Fondazione Comunitaria del Varesotto, fino ai primi di Settembre.

 

 

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Stralci di Street Art a Varese e provincia https://www.artevarese.com/stralci-di-street-art-a-varese-e-provincia/ https://www.artevarese.com/stralci-di-street-art-a-varese-e-provincia/#respond Mon, 11 Jun 2018 16:40:29 +0000 https://www.artevarese.com/?p=45508 Muri concessi, muri privati, muri liberi, zone autogestite, palazzi, centraline. Sono solo alcuni dei supporti dove regna la street art, dove i graffiti prendono vita. Varese e la sua provincia ospitano un quantitativo notevole di opere e, se si volesse intraprendere un tour per questa rete museale urbana a cielo aperto, molti sono gli artisti […]

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Muri concessi, muri privati, muri liberi, zone autogestite, palazzi, centraline. Sono solo alcuni dei supporti dove regna la street art, dove i graffiti prendono vita.

Varese e la sua provincia ospitano un quantitativo notevole di opere e, se si volesse intraprendere un tour per questa rete museale urbana a cielo aperto, molti sono gli artisti che ci accompagnerebbero.

Il tour riguarderebbe non soltanto le zone industriali o i luoghi dismessi ma, se imparassimo ad alzare gli occhi dai nostri smartphone, ci accorgeremmo che anche nel centro cittadino, in luoghi in cui non penseremmo mai, l’arte urbana è sempre dietro l’angolo.

Un esempio è proprio la città di Varese che in via Robbioni, a pochi passi dal Comune, ospita opere di Seacreative, Melì e  JooWasHere della Howler Monkey Cru, di notevoli dimensioni. Alcune di queste ornano i muri di Substrato, il locale che ha da poco riaperto i battenti grazie ad Ileana Moretti dell’Associazione Wgart e che per cultura, idee artistiche e street art spezza una lancia in favore e, se all’esterno i nomi citati prima la fanno da padrone, all’interno spicca un’opera di Ravo Mattoni, il writer che insegna la storia dell’arte sui muri.

Altre opere di Ravo e Seacreative sono presenti presso il sottopassaggio che conduce al centro commerciale Belforte, mentre se si vuole uscire dal tessuto urbano, rimanendo comunque in provincia di Varese, Ravo Mattoni allieta la vista dei passanti  con le sue riproduzioni caravaggesche e non a Leggiuno e ad Angera, mentre Seacreative ha da poco realizzato dei murales presso la biblioteca di Ponte Tresa.

Lo stadio di calcio del Varese è in altro dei punti da prendere in considerazione quando si parla di street art locale, lungo il suo perimetro si scorgono opere di writer più o meno noti, come Pao con uno dei suoi pinguini e le scritte gotiche di Ste&Anna; per non parlare poi dei sottopassaggi delle stazioni e di quelli sotto viale Europa o delle colonnine elettriche che hanno preso colore ultimamente, dipingendo la città come fosse una grande tela.

Esistono, poi, i luoghi abbandonati, quelli che un tempo erano il motore dell’industria, quelli che ospitavano migliaia di operai e che oggi rimangono in balia di ruggine e vegetazione. È qui che i writer danno il meglio di sé, utilizzando questi come veri, propri e personali art studios.  È qui che si respira l’odore della vernice, dove si possono scorgere non soltanto i lavori finiti, ma anche qualche schizzo preparatorio, un modo in più per conoscere le anime dietro lo spray.

 

 

Le fornaci di Caldè, la cartiera di Cairate, il centro sociale Telos di Saronno, sono solo alcuni di questi luoghi, dove i muri sembrano anche trovare una sorta di dialogo tra loro, come si scorge tra quelli di Busto Arsizio e  Saronno.

“Sogna, ma non dormire” dice il primo.

“Si crea, non si ricalca” il secondo.

Perché le cinta urbane raccolgono stralci di una vita frenetica , rappresentanti di un’arte che prima urla contro al cielo, incosciente del tempo che le rimane perché un minuto dopo potrebbe essere sparita.

Ileana Trovarelli

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Con Andrea Ravo Mattoni a Varese riapre Substrato https://www.artevarese.com/con-ravo-a-varese-riapre-substrato/ https://www.artevarese.com/con-ravo-a-varese-riapre-substrato/#comments Tue, 17 Apr 2018 11:30:28 +0000 https://www.artevarese.com/?p=44306 http://video.artevarese.com/servizi-artevarese/2018/04/16/ravo.mp4   Varese – Substrato riapre i battenti in via Robbioni. E lo fa in grande stile, presentando un’opera maxi di Andrea Ravo Mattoni, l’artista varesino che negli ultimi due anni sta conquistando il mondo grazie al suo nuovo progetto di democratizzazione dell’arte.  Andrea Ravo Mattoni collabora infatti con il Museo del Louvre, con enti […]

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Varese – Substrato riapre i battenti in via Robbioni. E lo fa in grande stile, presentando un’opera maxi di Andrea Ravo Mattoni, l’artista varesino che negli ultimi due anni sta conquistando il mondo grazie al suo nuovo progetto di democratizzazione dell’arte. 

Andrea Ravo Mattoni collabora infatti con il Museo del Louvre, con enti pubblici, privati e città in Italia e ormai in tutto il mondo. Nei prossimi giorni sarà a Parigi per realizzare un nuovo grosso lavoro, poi in Normandia, a Londra, a San Pietroburgo, Mosca, a Miami, e di ritorno a Novara, Varallo Sesia, Covo.

 

Quest’opera a Substrato è un omaggio a quello che è stato l’inizio del mio progetto “Recupero del classicismo nel contemporaneo” che ha avuto inizio con il Caravaggio al sottopassaggio dell’Iper alla fine di viale Belforte” (“La cattura di Cristo”) – racconta Andrea Ravo Mattoni. Da lì è iniziato tutto, nel 2016.

Nello spazio di Substrato in via Robbioni a Varese Ravo ha appena realizzato in grande scala The happy violinist di Gerrit van Honthorst, olio su tela del 1624 dalle dimensioni originali di 83 x 68 cm, oggi conservato nel Museo Nazionale Thyssen-Bornemisza di Madrid. Nessuna aggiunta, nessuna “creazione”, nessuna nuova immagine. L’artista si definisce più un direttore d’orchestra che un compositore.

Questa idea di omaggiare l’arte classica attraverso l’utilizzo delle bombolette, creando un ponte tra la strada e le istituzioni museali con una sorta di riculturalizzazione dal basso è sempre stato il mio obiettivo. I musei si sono accorti di questo e infatti adesso sto lavorando con il direttore del Louvre, che venne a trovarmi nell’agosto 2017. Dopo Roma, Milano, Messina, anche Brebbia, Leggiuno, Busto Arsizio e molte altre città mi propongono muri. Mi interessano le grandi aree urbane ma anche moltissimo i piccoli centri che custodiscono tesori inimmaginabili, come Varese con il Morazzone e Bernardino Luini, Varallo Sesia con Tanzio da Varallo e Gaudenzio Ferraris. L’intenzione è quella di riportare all’attenzione sui dipinti che hanno fatto la storia dell’arte, per riscoprire il classicismo in tutte le sue espressioni. Ogni opera ha un legame con il territorio in cui viene riprodotta.”

Andrea Ravo Mattoni ama mettere in luce quadri classici dal Quattrocento all’Ottocento attraverso un sapiente uso della bomboletta, che utilizza come un artista allo stesso tempo antico e contemporaneo, realizzando il fondo color mattone e sovrapponendo in seguito i pigmenti necessari. “Questo lavoro si affaccia in una prospettiva di arte sociale, il contatto con la gente è importantissimo”, spiega Ravo, “ingigantendo i capolavori dell’arte italiana sono le opere ad andare dalle persone. In un’epoca così frenetica questo può fermare il tempo per un attimo.

Ho iniziato nel 1995. Facevo graffiti in cui scrivevo il nome che mi ero dato,“Ravo”. Il writing nacque nel 68 a New York dove dei ragazzi del Bronx iniziarono a scrivere il proprio nome sulla metropolitana per farlo arrivare a Manhattan, come gesto di ribellione e di protesta nei confronti della società. Io feci la stessa cosa a Varese sui treni che andavano a Milano con il nome Ravo. 

Vissuto in una famiglia di artisti (padre artista comportamentale e concettuale e illustratore, nonno pittore e zio illustratore) che lo ha sempre incoraggiato a trovare nuove strade, Andrea Ravo Mattoni si è poi iscritto all’Accademia d’Arte di Brera, dove si è poi appassionato al figurativo. “Tornai al muro con una presa di visione differente. L’utilizzo della bomboletta venne trasformato.” E così, dopo un percorso di ricerca artistica in cui il lavoro in strada è stato frammentato in favore di un approfondimento in studio, capace di evidenziare la capacità ritrattiva e di disegno (“Veri Nobili”), Ravo torna alla storia dell’arte ma con una visione nuova, quella urbana, che si trasforma poi nell’attuale progetto “Recupero del classicismo nel contemporaneo”.

Prima opera di questa svoltà è proprio il Caravaggio alla fine di viale Belforte a Varese del 2016, nato grazie al progetto Urban Canvas, promosso dall’associazione Wg Art animata dalla brillantissima e irrefrenabile Ileana Moretti, promotrice anche della riapertura di Substrato.

Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre.
È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore” (Peppino Impastato) Una frase, questa, molto cara ad Andrea Ravo Mattoni, che ne orienta gli sforzi e che riporta anche sul suo sito internet.

 

Alessia Zaccari

 

 

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