Milano – La struttura di un diario è cadenzata da accadimenti quotidiani.
A poche righe possono alternarsi più pagine scritte. Rileggerne il contenuto a distanza di tempo assume valore di ricordo e di memoria. Non necessariamente un diario, per essere tale, deve affidarsi alla parola vergata su carta.
Mirco Marchitelli, dalla metà degli anni ’90, compone le sue opere – mosaico, conferendo loro l’essenza della quotidianità. A definire tale valenza concorre la personale “Tante belle cose”, in corso da Marcorossi Artecontemporanea.
Sono composizioni che, partenendo dalla pittura, mutuano la loro essenza da materiali come gesso, cemento e scagliola, dando vita a mosaici dove le modulazioni di forme a volte geometriche, a volte semicircolari, assumono cadenze il cui rimando porta a successioni emotive che paiono condurre al passato, ad una memoria fissata definitivamente su superficie affinché non ceda alla dimenticanza.
Nei mosaici, Marchitelli conferisce a quelle modulate geometrie a volte volutamente imperfette, l’urgenza di intimo silenzio essenziale a ripercorre le cose accadute al fine di costituire l’intreccio necessario a formare le trame dei ricordi.
Lontani dalla figurazione, i lavori dell’artista dicono di una maestria compositiva dove l’urgenza di conferire permanenza agli accadimenti assume la valenza di raffinato equilibrio tra dialettica, forma e contenuto.
Mirco Marchitelli – “Tante buone cose” – Milano – Marcorossi Artecontemporanea, corso Venezia 29. Fino al 23 dicembre 2022. Orario: martedì-sabato 11-19
Mauro Bianchini